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RIGNANO GARGANICO PUNTA SUL TURISMO ESPERENZIALE CON UM MUSEO IMMERSIVO 2.0 UNICO IN PUGLIA E IN EUROPA

Non ci passi per caso a Rignano Garganico. Ci devi andare. Ed è proprio questo il bel­lo. Per chi cerca qualcosa di unico, un po’ in sordina, genuino e quasi fuori dal tempo, il pic­colo paese sulla Montagna Sacrata proprio al ca­so suo. Chi sente di essere un po’ globetrotter troverà qui molte motivazioni per restare affascina­to da quello che, all’apparenza, è un piccolo pun­tino sulla carta geografica. A pochi passi dal cen­tro cittadino, migliaia di anni fa, l’uomo dimorava in Grotta Paglicci. Non solo. Oltre alla caccia, aveva sviluppato un senso dell’arte e dei rituali fu­nebri che potremmo definire moderni. Ed ecco che quel puntino sulla mappa comincia a desta­re dal torpore dei più l’interesse per qualcosa di succulento. Perché l’arte va assaporata. Rignano Garganico può vantare non solo il più impor­tante giacimento Paleolitico d’Europa, ma anche un centro visite, gestito dal Centro Studi Paglicci, in cui si fa archeologia sperimentale; e il Mu­seo del Paleolitico di Paglicci, piccolo gioiello di tecnologia, inaugurato venerdì 9 luglio. Enti e Isti­tuzioni deputate alla conservazione e valorizza­zione del sito archeologico, si sono dati appunta­mento per discutere e porre le basi per la nascita di nuove strategie condivise, tali da restituire, fi­nalmente, dignità alla “Grotta delle Meraviglie”. Il fine? Creare i presupposti per lo sviluppo cultu­rale e turistico della comunità rignanese. Cosa ha di straordinario Paglicci? Oltre alle pitture rupe­stri, uniche nel suo genere in Italia, recenti studi hanno scoperto che ben 32.000 anni fa già si ma­cinava la farina di avena; che tra 14.000 e 20.000 anni fa, la popolazione aveva addomesticato un cane. Ad oggi, il più antico mai rinvenuto in Italia.

giorgio ventricelli

l’attaccol