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IL CARO-LIDI? A VIESTE PREZZI PER FAMIGLIE

Dai 20 ai 35 euro per un ombrellone e due sdraio. È quanto spende giornalmente un turista a Vieste. Costi decisamente inferiori a quelli di altre località turistiche pugliesi dove per una giornata in spiaggia si può arrivare a spendere anche cento euro. «Molto probabilmente da noi – spiega al Corriere del Mezzogiorno Michele Giarrusso, titolare di un lido balneare e referente del settore per Vieste – c’è più concorrenza perché abbiamo una costa lunghissima e ci sono molti stabilimenti balneari. Siamo sempre stati in linea con il mercato. I costi, tranne qualche raro caso, non superano i 35 euro al giorno per un ombrellone e due sdraio in alta stagione e nelle prime file». Oltre cento chilometri di costa che, a vedere gli ombrelloni aperti e le spiagge piene, piacciono ai turisti che, dopo un anno di crisi dovuto all’emergenza Covid, sono tornati in massa sul litorale garganico. «Se mettessimo i prezzi alti come in altri posti – conferma Marcella Carbonaro, responsabile di un lido sul lungomare Mattei – forse non avremmo tutta questa clientela. La nostra diciamo è una politica commerciale. Da me il costo giornaliero è 20 euro, che diventa 25 la domenica. Forse anche per questo Vieste, quest’anno, è piena. Pensi che ci sono miei clienti che non riescono a trovare un posto libero. Se non a settembre». Per un ombrellone stagionale – da maggio a settembre – il costo può arrivare anche a 650 euro. In alcuni stabilimenti, per lo stesso periodo, però si può pagare anche 350-400 euro. Anche se dalla quarta fila in poi. Costi non eccessivi apprezzati dai turisti che per la prima volta sono giunti sul Gargano come la signora Francesca Calmiera della provincia di Torino. «A Vieste – racconta – forse si spende per il mangiare e per il parcheggio ma non per le spiagge. Negli anni scorsi siamo stati, in altre zone della Puglia e i costi erano molto maggiori. Qui, invece, li abbiamo trovati giusti. Anche perché il panorama e quello che offre il Gargano, dal mare alle spiagge è davvero unico».

Luca Pernice

corrieredelmezzogiorno