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BORGO MEZZANONE/ UN CIMELIO STORICO TRASFORMATO IN DISCARICA

LE FOTOGRAFIE

sono raccapriccianti: documentano discariche di rifiuti a cielo aperto abusive. Teorie di cumuli di ogni genere: dalla semplice immondizia, all’oggettistica più disparata, alle automobili o almeno quello che rimane dopo essere state cannibalizzate e bruciate. Uno scenario inimmaginabile se non ci fossero filmini e foto che ritraggono quel mondo osceno, quella pratica di inciviltà, ma anche uno stato di cose che a quanto pare ci si preoccupa poco o niente considerato che non sono mancate segnalazioni precise e circostanziate alle autorità competenti.

L’ASPETTO

forse più sconcertante è che quel cimitero di rifiuti si trova in un luogo alla portata pubblica, niente meno che l’area dell’ex aeroporto militare di Borgo Mezzanone, alla periferia estrema (oltre trenta chilometri) dell’agro di Manfredonia, ma attigua all’abitato di Foggia. Una località tristemente nota per altre vicende legate all’immigrazione eppertanto sotto osservazione.

CIRCOSTANZA

che a quanto pare non è servita a eliminare uno sconcio ambientale, una bomba ecologica che se dovesse innescarsi, cosa che è quanto mai facile, provocherebbe un danno sanitario di inimmaginabili proporzioni» denuncia Giuseppe Marasco, comandante del Corpo degli ispettori ambientali volontari “

CIVILIS

dopo aver “scoperto” che «in quei campi non solo non sono state rimosse le centinaia, forse migliaia, di carcasse di autoveicoli incendiati, ma sono comparsi montagne di rifiuti nei quali c’è di tutto e di più evidentemente trasportate da Tir che agiscano indisturbati. Uno scempio ambientale e sociale con evidenti risvolti economici occulti, inaudito tramato peraltro in un luogo storico che meriterebbe una più adeguata considerazione».

COME MOSTRANO

le foto, le montagne di rifiuti sovrastano ormai anche le postazioni militari a difesa dell’aeroporto. Una struttura che andrebbe recuperata e rivalutata. L’aeroporto di Borgo Mezzanone, spesso confuso con il Gino Lisa di Foggia detto di Orta Nova, è stato un fondamentale riferimento dell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Oltre alla pista di oltre tre chilometri, erano stati costruiti due bunker antiatomici interrati, sei rifugi antiaerei, palazzine comando e uffici, cunicoli e garitte interrate lungo il perimetro dell’area. A fine guerra l’aeroporto passò all’aeronautica militare italiana che lo usò per l’addestramento dei velivoli G91 per poi farne base logistica dell’aeroporto di Amendola durante la guerra del Kosovo. Abbandonato negli Anni 70 è diventato terra di nessuno su cui convogliare ogni sorta di rifiuto.

IL CONSORZIO ASI

di Foggia ha recentemente elaborato un progetto per la trasformazione di quei circa 140 ettari in area produttiva agroalimentare e in una nuova modalità strategica di potenziamento del territorio snodo di Capitanata e raccordo strategico con l’agglomerato ASI di Incoronata, il porto industriale di Manfredonia, il bacino dell’Ofanto Cerignola. L’augurio è che le segnalazioni-denunce di Giuseppe Marasco valgano a sollecitare l’attenzione su quel sito nel bel mezzo del Tavoliere daunio, e a valorizzarlo a beneficio della comunità.