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ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE/ LA FORESTA UMBRA SOTTO ATTACCO.

MAI NEGLI ULTIMI 30 ANNI TANTA PRESSIONE PER REALIZZARE INTERVENTI SELVICOLTURALI. IL PARCO DEL GARGANO, FORTUNATAMENTE, RETTIFICA CON UN DINIEGO IL PRECEDENTE PARERE POSITIVO SULLE LINEE TAGLIAFUOCO. MA RESTANO IN PIEDI TUTTI GLI ALTRI PROGETTI

Le scriventi Associazioni ritengono doveroso evidenziare quanto segue in merito a progetti presentati dall’ARIF (Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali) relativi alla realizzazione di quattro interventi che prevedono, giustificandoli come attività di prevenzione degli incendi boschivi, la realizzazione di circa 50 km di piste tagliafuoco e di circa 200 ha di diradamenti nel comprensorio della Foresta Umbra.

Detti progetti sono stati presentati a Valutazione di Incidenza presso la Regione Puglia – di cui ARIF è ente controllato e al contempo beneficiario dei finanziamenti regionali a valere sul PSR Puglia misura 226 – unitamente ai vari pareri di competenza, compreso quello del Parco nazionale del Gargano. Tutte e quattro le istanze sono state assentite dalla Regione con il solo screening di Incidenza, nella cui procedura il Parco si è pronunciato con pareri favorevoli con prescrizioni. Lo stesso Parco poi, in merito al nulla osta di sua esclusiva competenza, con provvedimento del 21 settembre scorso ha posto il diniego sulle nuove piste taglia fuoco. Si è quindi in attesa del nulla osta sui 200 ha di diradamenti.

I Piani Antincendio Boschivo del Parco Nazionale del Gargano e della Regione Puglia classificano le aree oggetto di intervento come a basso e molto basso rischio per gli incendi, per cui la Foresta Umbra non è né fra le aree prioritarie d’intervento né si prevedono interventi nelle faggete. Ci si interroga sull’utilità di usare fondi pubblici, PSR Puglia 2007/2013 – Asse II – Misura 226 Azione 1, per la realizzazione di piste ex novo per una lunghezza di 48 km e ripristino di piste esistenti per altri 41 km interessando una superficie enorme tra 50-100 ha vista la larghezza di 10 m della pista, in un’area che a memoria d’uomo, ed anche dai dati storici è poco o nulla interessata da incendi. Anche il prof. Pasquale Marziliano, docente universitario di Assestamento forestale, ha confermato questa posizione nelle sue recenti dichiarazioni.

La scelta di intervenire nelle faggete di Foresta Umbra, dichiarate Faggete Vetuste Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, appare insensata. Infatti ARIF nella sua nota di replica nel citare l’intervento sulle piste tagliafuoco omette di ricordare che nella stessa area di Coppa d’Umbra ha in iter autorizzativo un intervento in tre lotti di diradamento delle faggete, sempre per attività antincendio, finanziato nella stessa Misura 226 del PSR Puglia su una superficie di 204 ha.

Tra l’altro, un dato non secondario che non risulta dai pareri favorevoli di Valutazione di Incidenza rilasciati dalla Regione Servizio VIA e dal Parco Nazionale del Gargano, è la quantità di legna che verrebbe estratta e quale finalità avrà. Sulla scorta di una stima prudenziale basata sulla percentuale di prelievo come riportato nei pareri e sulla densità stimabile di massa legnosa ad ettaro per quell’area, risulterebbero circa 200 mila quintali di massa legnosa. Insomma, un bel capitale che potrebbe valere più di 1 milione di euro.

Quello che appare ancora più incredibile di questi interventi è la superficialità con cui l’Autorità Ambientale regionale, competente per la valutazione di incidenza, e gli enti coinvolti nella valutazione si esprimono favorevolmente nonostante il grande valore ambientale, paesaggistico e naturale di queste faggete uniche in Italia e Europa, habitat prioritario “Faggete degli Appennini con Taxus e Ilex” per la conservazione ai sensi della Direttiva Habitat UE e sito di presenza della più importante comunità di fauna e flora forestale di Puglia e del centro sud d’Italia. Stranamente sono state presentate richieste separate di valutazione di incidenza e di pareri all’Ente Parco (come si evince nelle determine regionali Servizio VIA n. 332, 333 e 334 datate tutte lo stesso giorno 29 luglio 2021, per istanze presentate da ARIF al servizio VIA Regionale tutte il 17 dicembre 2020) anche se l’intervento è unitario e la normativa non sembra consentirlo. Per quanto è possibile leggere, senza entrare troppo nel tecnico, il diradamento di 204 ettari di faggete ad elevatissimo valore ambientale “riguarderà il taglio degli alberi” con “diradamenti misti che interesseranno il piano dominante, codominante e intermedio, alberi danneggiati da fitopatie o avversità meteoriche o soprannumeri rispetto alla densità normale”. In sintesi si tratta di tagliare alberi ritenuti “inutili e dannosi” non è chiaro in base a quale principio naturale visto che siamo in un’area protetta, peggio ancora se l’obbiettivo, come prevede la misura di finanziamento, è contrastare gli incendi.

Le specie da tagliare non sono riportate e ci chiediamo se rientrano anche gli individui di Tasso presente qui con uno dei più importanti e significativi popolamenti di Italia. Cioè quello che il progetto finisce per alterare nella struttura e composizione della faggeta sono proprio i valori ambientali e paesaggistici alla base del riconoscimento delle Faggete Vetuste dell’UNESCO. La sommatoria degli impatti derivante dalle piste e dai tagli in maniera semplicistica è stato dichiarato inesistente e non si è passati, incredibilmente, ad una Valutazione di Incidenza appropriata, che può essere solo considerata nella interezza complessiva degli interventi e nel loro effetto cumulativo. Ci piacerebbe conoscere le relazioni di incidenza allegate ai progetti per capire se ad es. riportano la densità, la presenza di alberi nido, la distribuzione nell’area di specie di fauna nidificante rarissime come picchio rosso mezzano, balia dal collare, tordo bottaccio, ecc., l’impatto sull’unica comunità pugliese di pipistrelli forestali, sul capriolo italico, sul gatto selvatico, sul moscardino e su tante altre specie di invertebrati, tutte legate per la loro sopravvivenza proprio alle faggete mature e al legno morto che invece si vuole eliminare, andando verso una semplificazione della struttura del bosco. Il progetto appare contrario agli obbiettivi di gestione di un Parco Nazionale e della ZPS-ZSC “Promontorio del Gargano” protetta dalla UE.

Per altro emerge un altro interrogativo visto che nel frattempo con la Determina n. 434/2021 (quasi contestuale ai pareri di Valutazione di incidenza) l’Autorità regionale di Gestione del P.S.R. ha revocato all’ARIF i finanziamenti in transizione dal PSR 2007/2013 proprio quelli della Misura 226, Az.1 per €7.375.882,30 dei quali ARIF deve restituire l’anticipo già percepito di € 3.687.941,20 più un ulteriore 10%. Il finanziamento revocato comprende gli interventi in questione (visto che nella determina non sono riportati)?  In ogni caso, al di là dei pareri favorevoli di Valutazione di Incidenza sugli interventi, che meriterebbero di essere revisionati in regime di autotutela, il recente nulla osta negativo del Parco Nazionale in merito all’apertura di nuove piste tagliafuoco per 48 Km proprio in ragione dell’importanza dell’area consacrata con il riconoscimento UNESCO, impone, a maggior ragione, che il Parco si esprima coerentemente con un nulla osta negativo in ordine ai 200 ettari di diradamento.

Le associazioni (in ordine alfabetico) che sottoscrivono il comunicato stampa:

Amara Terra Mia – Blog

Arci circolo Maria Schinaia di Foggia

Club Alpino Italiano Foggia

CO.NA.L.PA. Foggia

FAREAMBIENTE Laboratorio di San Severo, Vieste e Gargano

FAREAMBIENTE Puglia

FEDERAZIONE PRO NATURA Puglia

Italia Nostra Foggia

Italia Nostra Vieste

Konsumer Italia

LEGAMBIENTE Circolo GAIA Foggia

LEGAMBIENTE Circolo Iride Sannicandro garganico

LEGAMBIENTE Circolo Lo Sperone San Giovanni R.

LEGAMBIENTE FestambienteSud

LIPU Capitanata