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REGIONE/ PIANO CASA, SI VA VERSO UN NUOVO INTERVENTO LEGISLATIVO

La V commissione del Con­siglio regionale della Puglia ha deciso di rinviare la decisione sull’ennesima proroga del Pia­no casa sino al 31 dicembre 2022, chiesta con proposta di legge dai consiglieri del Pd, Filippo Caracciolo, capogrup­po, e Fabiano Amati, perchè la giunta Emiliano è al lavoro per un “intervento” legislativo “strutturale”. Lo ha annun­ciato l’assessora regionale all’Urbanistica, Anna Grazia Maraschio in audizione. La prossima settimana verran­no ascoltati i rappresentati di Ance, Anci Puglia e degli or­dini professionali, dopodiché si deciderà come procedere. Maraschio è intervenuta comu­nicando che “vi è necessità di un confronto per uscire dalla logica degli interventi estempo­ranei ed immaginare invece di rendere strutturali ed organici i principi e le norme più signi­ficative del Piano casa”. “Rin­grazio l’assessore Maraschio per aver accolto oggi in V Com­missione una proposta ed una posizione che avanziamo da tempo: sì ad una legge di ampio respiro che sappia arginare e frenare lo scempio della spe­culazione edilizia, mettendo al centro l’interesse pubblico”, commenta Nota del presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Stefano Lacatena.  “La modifica di agosto alla legge sul Piano casa va can­cellata. Si tratta di un danno economico per i comuni e di un’ingiustizia nei confronti dei piccoli interventi, a tutto van­taggio dei grandi insediamenti. Per questo abbiamo presentato oggi in V Commissione una pro­posta di abrogazione. Giovedì’ prossimo l’audizione di Anci, Ance e ordini professionali”. Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilan­cio e programmazione Fabiano Amati. “La legge sul Piano casa già prevede che per gii inter­venti edilizi ci sia la necessità di cedere gli standard, ovvero di monetizzarli nel caso non ci siano aree disponibili in tutto o in parte. Questa norma e’ risul­tata per diversi anni di grande ragionevolezza, soprattutto nei confronti dei piccoli interventi generalmente siti in aree to­talmente urbanizzate, le cui eventuali cessioni si presenta­no perciò’ impossibili, oppure di dimensioni così limitate da scatenare un gravoso onere di gestione a carico dei comuni”. “Con la modifica di agosto non sarà più possibile invece mo­netizzare gli standard, esclu­dendo dalla premialità del Piano casa i piccoli interventi e a tutto vantaggio di quelli grandi, che notoriamente di­spongono di aree pertinenziali molto vaste, la cui cessione non comporta alcuna riduzio­ne del potenziale edificatorio. E’ chiaro che tale situazione si presenta iniqua e produce effetti altamente distorsivi an­che nel mercato immobiliare. In ragione dunque della sperimentata efficacia di questo importante strumento edilizio, fondata anche sull’accessibilità a tutti e senza distinzioni, pensiamo che sia il caso di ri­pristinare la disciplina prece­dente, che ha già dimostrato di generare plurimi effetti vir­tuosi, rappresentati dalla limi­tazione del consumo di suolo, dalla riduzione di ambiti di discrezionalità tecnico-politi­co, dall’uso di materiali per il risparmio energetico e dall’al­tissima produzione di posti di lavoro”.