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IL GRUPPO DI CALENELLA LICENZIA IL PRIMO DOCUMENTO TECNICO-SCIENTIFICO SUL TEMA CHE EMERGE OGNI ESTATE: GLI INCENDI. “QUESTIONE CHE RICHIEDE UNA PROGETTAZIONE”

Sulla spinta dell’emergenza incendi della scorsa estate, il Gruppo di Ca­tenella ha dato vita al primo docu­mento scientifico che dedica una trattazio­ne davvero approfondita al fenomeno stret­tamente attuate. Licenziato lo scorso 11 ot­tobre, il documento ha per titolo “Questione incendi. Le problematiche gestionali del paesaggio forestale del Gargano”, curato da Nello Biscotti, Daniele Bonsanto, Pa­squale Marziliano, Robert Philipp Wagensommer.

L’interesse della trattazione risiede proprio nel posizionamento della questione all’in­terno di un’analisi di causa-effetto che me­glio si presta ad un inquadramento dei nu­merosi aspetti che secondo gli studiosi bi­sogna considerare: “I fatti a cui facciamo ri­ferimento si configurano in questioni di più ampio respiro che riguardano la gestione dei boschi, il rischio incendio e più in gene­rate le problematiche gestionali del pae­saggio forestale del Gargano, straordina­rio, unico, autentico attrattore del Parco Na­zionale del Gargano” è chiaramente detto. Emerge la preoccupazione circa i contenu­ti del deliberato dell’Ufficio VIA e VincA (Determinazione del Dirigente del 12 maggio 2021, n. 201 ), nel quale sono oggetto di va­lutazione e autorizzati “Interventi di realiz­zazione dei viali tagliafuoco attivo verde e adeguamento funzionate della viabilità fo­restale al fine della riduzione del rischio in­cendi”:

“Mancanza di dati e non facili interpretazioni del progetto presentato dall’ARIF sono evidenti, oltre a rivelarsi incoe­rente con te sue finalità generali: fasce di larghezza media di 10 metri (inclusa la se­de viaria se presente) sono del tutto ineffi­caci per rallentare l’avanzata del fuoco in caso di incendio, come è dimostrabile dal­la letteratura scientifica nazionale e inter­nazionale che parla in proposito di almeno 15 metri (fino ad arrivare a 60 metri), e co­munque mai inferiore al doppio dell’altezza degli alberi limitrofi” scrivono gli scienziati del gruppo che si è costituito nel giugno scorso a Catenella.

Nel contributo si punta a restituire per inte­ro la complessità entro la quale deve esse­re ricompresa la trattazione del fenomeno che per ragioni bioclimatiche (macrobioclima mediterraneo) e vegetazionali affligge soprattutto i settori costieri e subcostieri ri­sparmiando invece le superfici più centrali del Promontorio “a macrobioclima tempe­rato e con boschi mesofili caducifogli (cer­rete, faggete), condizioni che, come è no­to, riducono di molto il rischio incendio”. Date le origini colpose o dolose dei roghi, ri­sulta evidente per gli estensori del docu­mento “come questo sia una conseguenza negativa della cosiddetta “maturazione” (avanzamento del bosco, ricolonizzazione forestale, processi di recupero post coltivi/incendi) che sta investendo gran parte del territorio garganico, innescata da de­cenni dall’abbandono delle tradizionali atti­vità agrosilvo-pastorali.

Il fenomeno ha rag­giunto livelli che stanno portando ad una uniformizzazione complessiva del paesag­gio, cancellando progressivamente ogni traccia di ciò che fino agli anni Sessanta del Novecento erano pascoli e seminativi (cir­ca 100 mila ettari)”. Tali premesse giustifi­cano l’esigenza di una nuova visione, in­terpretazione, pianificazione e gestione delle problematiche che pone oggi il pae­saggio forestale e vegetate del Gargano.

Tra i diversi approcci al fenomeno (aumen­to della naturalità) vi è anche quello che riconsidera criticamente l’avanzamento del bosco su superfici sempre più ampie; da qui l’idea di ricorrere a valutazioni che è ne­cessario consegnare ad un intervento di governo e di visione d’insieme, come spie­ga Nello Biscotti : “Abbiamo voluto introdur­re il discorso più ampio che riguarda lo sta­to dei territori esposti a questo processi che noi chiamiamo rinaturazione – spiega il botanico originario di Vico del Gargano -. Le campagne sono abbandonate ormai da anni e la natura si riprende i suoi spazi.

Questo inarrestabile processo che può esseri considerato anche positivamente se guarda all’aumentata naturalità dei luoghi va detto anche criticamente perchè non può non tenere conto delle conseguenze che questo aumento del bosco determina.

E’ importante per Biscotti e i suoi collegi utilizzare le informazioni e gli strumenti messi a disposizione per cercare in associazione tra i soggetti che hanno in cura la gestione ed il governo dei processi del territorio delle soluzioni troppo a lungo rimandate per fronteggiare emergenze che non riguardano soltanto le aree garganiche dell’Italia intera e anche i territori dell’Europa “Dobbiamo cominciare ad immaginare possibili scenari per intervenire sulla questione incendi: possiamo immaginare un Gargano tutto boscoso come era 1000 anni fa?

E che fine faranno i paesi che già sono svuotati e devastati nelle loro strutturi economiche? La rinaturazione va governata con una pianificazione attenta, ci può anche essere necessità che su certe superfici si lasci spazio al bosco ed in altri aree sia il caso di ricreare di nuovo estensioni ad uso agricolo” conclude Biscotti.

Daniela Corfiati

l’attacco