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VIESTE/ FLY DOWN…

Riceviamo e pubblichiamo –

Un fiume di denaro pubblico per finanziare 10 anni di campagne elettorali. E quando tutto è finalmente pronto, arriva puntuale lo scarica barile.

Onestamente, faccio fatica a confutare le recenti affermazioni del Governatore, secondo il quale l’inattività dello scalo foggiano sarebbe da addebitare all’inerzia degli operatori economici del territorio.

Emiliano sostiene, infatti, che il “Monna Lisa” tornerà a volare quando si registrerà un’adeguata domanda. Da par suo, il nostro sindaco, evidentemente stordito dai suoi grandi ELETTORI, gli rinfaccia le promesse elettorali fatte, tentando di sorreggere una delle tesi più strampalate di economia turistica mai sentite prima: le presenze straniere registrate negli ultimi due anni a Vieste rileverebbero in sé l’esistenza di una domanda che Emiliano non riscontra. Dopodiché affonda il colpo facendo rilevare che non può esserci domanda se non esiste il servizio.

Detta così sembrerebbe proprio una disputa interna, nella quale Nobiletti prova ad emergere dall’imbarazzo generale utilizzando un classico della sua linea di comunicazione, quella di sacchiana memoria seconda la quale la miglior difesa è l’attacco. E, così come fece con l’ENEL per i continui black out estivi nel centro storico, ora attacca il Governatore irriconoscente.

In realtà, quello che si sta consumando in questi giorni è un vero e proprio teatrino, in cui, come al solito, a pagare sono sempre gli spettatori, mentre gli attori inscenano una sterile diatriba volta ad illudere quei cittadini che continuano a credere che anche gli asini possano volare.

Qualcuno dovrebbe spiegare al nostro sindaco che i servizi in vendita non sono i voli, ma le destinazioni turistiche, fatte di pacchetti che possono comprendere anche il volo. Per cui non sarà sufficiente che la Regione finanzi le compagnie (è possibile ancora?), se gli operatori turistico-economici non mostreranno il proprio impegno, garantendo alle compagnie low cost l’acquisto di un discreto pacchetto di voli, tale da contribuire alla sostenibilità dell’impresa di volare su Foggia.

In più mi chiedo, e rivolgo la domanda soprattutto a chi mi legge: quanti sarebbero disposti a raggiungere le sponde garganiche in aereo se, dopo aver volato, devono comunque affrontare altre tre ore di bus o, volendo accorciare i tempi sulle distanze, mettersi in proprio noleggiando un’autovettura?

Allora non sarebbe il caso di farla finita con questa storia? La stagione teatrale non può durare a lungo se la rappresentazione è sempre la stessa.

Prima di chiudere, pero, devo riconoscere il mio errore. Si chiama GINO… Lisa, non MONNA LISA, ma questi politici la smettano di pensare che in fronte c’abbiamo scritto GIOCONDO.

Lorenzo Spina Diana

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