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PROVINCIA VERSO IL VOTO/ IL TAR BOCCIA PD E LEGA, CONFERMATA ESCLUSIONE DALLE ELEZIONI. IL CAMPO RESTANO 5 LISTE. SFUMATA LA CORSA ALLA PRESIDENZA DEL SINDACO NOBILETTI

Doveva stravincere e invece, clamorosamente, la lista Pd resta fuori dalle elezioni provinciali del 30 gennaio per il rinnovo del consiglio di Palazzo Dogana.

Il TAR Puglia – sezione terza, presieduta dall’ex sindaco di Foggia Orazio Ciliberti – ha rigettato il ricorso dei dem, che era stato presentato da Vittorio Presutto, Mariarita Valentino, Generoso Rignanese, Marcello Moccia, Emilio Di Pumpo, difesi dal noto amministrativista Nino Sebastiano Matassa.

La lista era stata ricusata dall’ufficio elettorale della Provincia perché le firme sono state autenticate da Presutto, nella sua qualità di consigliere comunale di Serracapriola ma al di fuori del territorio del Comune stesso. Dando ragione alla Provincia, il TAR ha stabilito che “è incontestato il fatto storico che Presutto abbia esercitato i propri poteri di certificazione al di fuori del proprio ambito di competenza territoriale”. Una sconfitta su tutta la linea per il Pd e c’è già chi chiede se un simile errore – che costerà anche le elezioni per la presidenza – non imponga le dimissioni alla segretaria provinciale Lia Azzarone.

Uno smacco madornale per il partito che già aveva in mente il candidato presidente, ovvero il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, fedelissimo del vicepresidente della Regione e dominus Pd Raffaele Piemontese. La lista dem, con 12 nominativi, appariva agli addetti ai lavori come quella nettamente più forte, capace di portare a casa il miglior risultato distanziando di diverse migliaia di voti tutte le altre. C’era stato, anzi, chi già aveva scommesso sul fatto che Pd e lista di Cusmai/Clemente/Tutolo/M5S avrebbero ottenuto “8-9 dei 12 seggi in palio”. E invece il Pd assisterà da casa all’esito delle urne.

E’ stato invece accolto il ricorso del consigliere comunale sanseverese Giovanni Fiorio, che era stato escluso dall’ufficio elettorale dalla lista del presidente Gatta “Per la Capitanata” poiché “la dichiarazione di accettazione della candidatura non risulta regolarmente autenticata”.

Il TAR lo ha riammesso alla competizione affermando che “non può ritenersi viziata l’autenticazione della firma del ricorrente per il fatto che egli abbia compilato il modulo di accettazione della candidatura in un momento precedente e in un luogo diverso da quello in cui poi lo ha sottoscritto innanzi al presidente della Provincia che, nella sua veste di pubblico ufficiale, ha provveduto ad attestare l’autenticità della sotto-scrizione avvenuta in sua presenza”. “Ne deriva l’illegittimità dell’esclusione, stante il rilevato difetto di motivazione”, la decisione del giudice amministrativo, che ha accolto il ricorso presentato per Fiorio dall’avvocato Raffaele De Vitto.

L’altra candidata esclusa dalla lista di Gatta, l’eletta di Ascoli Satriano Antonella Giordano (autenticata da un consigliere comunale del medesimo Comune di appartenenza ma fuori dal territorio dell’ente in questione e della stessa Regione Puglia) non aveva presentato ricorso e comunque sarebbero valse le stesse considerazioni formulate con riferimento alla lista del Pd. Dunque i candidati di Gatta saranno undici.

Era attesa la decisione del TAR anche sul ricorso presentato dalla Lega, la cui già risicata lista “Impegno per la Capitanata” – che contava 7 candidati e sembrava una delle più deboli insieme a quella di Fratelli d’Italia – è stata ricusata perché, a detta dell’ufficio elettorale, le dichiarazioni di accettazione della candidatura alla carica di consigliere provinciale del consigliere comunale sanseverese Rosario Di Scioscio e del vicesindaco di Motta Montecorvino Pietro Piccirilli “non risultano regolarmente autenticate”.

E, non essendo possibili sanatorie postume, non c’è stato nulla da fare per i salviniani guidati in Capitanata dal consigliere regionale Joseph Splendido, dall’europarlamentare Massimo Casanova e dal segretario provinciale Daniele Cusmai: “La cancellazione dalla lista dei due citati consiglieri ha come conseguenza la riduzione del numero dei candidati al di sotto del numero minimo prescritto, per cui la stessa deve essere ricusata”. Non è possibile, infatti, una lista che abbia meno di sei candidati.

I 5 residui della Lega sono diventati del tutto insufficienti alla causa. Questa la posizione dell’ufficio elettorale di Palazzo Dogana, che ha retto dinanzi al giudice amministrativo. Il TAR, infatti, ha ritenuto infondato e rigettato il ricorso di Daniele Cusmai, difeso dall’avvocato Felice Eugenio Lorusso. Dunque il 30 gennaio si sfideranno 5 liste: quella a 12 di “Insieme per la Capitanata”, l’inedito rassemblement emilianista che unisce i civici dell’ex vicepresidente provinciale Rosario Cusmai, i Popolari del consigliere regionale Sergio Clemente e il M5S; “Per la Capitanata” con gli 11 candidati del presidente Gatta; la civica “Capitanata al centro”, con 8 candidati, ideata dal consigliere regionale Paolo Dell’Erba, dal sindaco di Apricena Antonio Potenza e dal deputato di Azione Nunzio Angiola; Azzurra Capitanata, la lista di Forza Italia con soli 6 candidati; Fratelli d’Italia, che schiera 7 candidati.

lucia piemontese

l’attacco