Con 50 utenti connessi su Zoom, una trentina su Facebooke 20 in presenza, il primo appuntamento del dibattito pubblico promosso da Anas per coinvolgere le comunità del Gargano (e non solo) nella redazione del miglior progetto possibile per i lavori della nuova strada Garganica, l’opera da 850 milioni di euro che porterà a termine una delle grandi incompiute della Capitanata, collegando con una viabilità a scorrimento veloce Vico a Vieste, fino a Mattinata, si può dire riuscito.
E’ servito quanto meno a rompere il ghiaccio e dare il via ad un inconsueto approccio dell’ente pubblico che, con questa iniziativa, ha dato un chiaro segnale al territorio, che però ora deve essere all’altezza del compito a cui è stato espressamente chiamato: dare il proprio sostanziale contributo per arrivare alla realizzazione di un’opera che soddisfi tutte le esigenze di chi ne dovrà fruire.
Si è tenuto mercoledì sera a Vico del Gargano il primo incontro, aperto da Alberto Cena di Avventura Urbana, coordinatore del dibattito pubblico, che ha illustrato le caratteristiche e le fasi del processo di partecipazione nonché le diverse possibilità d’intervento a disposizione dei cittadini e delle istituzioni locali.
Dopo i saluti istituzionali di Michele Sementino, Sindaco di Vico del Gargano e di Vincenzo Marzi, commissario straordinario e responsabile Anas, ha preso la parola Giovanni Magarò, di Anas, per spiegare nel dettaglio le ragioni dell’opera e l’iter progettuale e autorizzativo, inquadrando il progetto nel contesto regionale e nazionale.
Hanno illustrato invece lo scenario presènte e futuro, soffermandosi sulle soluzioni e sui vantaggi in termini socio-economici e infrastrutturali che la nuova strada Garganica si propone di apportare al territorio, il progettista Corrado Sanna, seguito subito dopo da Cristina Prosciutti e Sandro Bracchini, che invece hanno introdotto le questioni relative al passaggio della Garganica in aree protette ad alto valore paesaggistico e archeologico, uno dei temi più centrali su cui si concentrerà il dibattito pubblico.
Ha concluso la presentazione dei progettisti Nando Granieri, che ha illustrato le quattro soluzioni studiate e le modalità realizzative, tra cui le tempistiche previste e i costi. Come ampiamente anticipato, per il tratto che va da Vico a località Mandrione, Anas ha previsto quattro differenti percorsi: due più spiccatamente adattati alle caratteristiche morfologiche del territorio e di conseguenza meno lineari e più tortuosi; gli altri due invece tagliano più nettamente gli spazi, sono più corti e fanno ampio uso di gallerie e cavalcavia.
Ciò nonostante dalle analisi dei parametri relativi all’impatto sul territorio, è emerso che la soluzione preferibile è proprio quella che prevede il maggior numero di opere, vale a dire la 1 A, mentre le soluzioni più conformate alle altitudini, alle valli, ai corsi d’acqua e alle sinuosità dell’area che attraversano sono risultate più invasive, per quanto meno dispendiose dal punto di vista economico.
Gli approfondimenti sono disponibili sul sito dedicato al dibattito pubblico ma una spiegazione molto semplice è stata data dai tecnici mercoledì sera: “In particolare le gallerie, abbattono drasticamente l’impatto sull’ambiente, a differenza di strade che attraversano il territorio”.
Nel dettaglio la 1 A, Che presenta una geometria molto regolare, ha una lunghezza di circa 8 km ed è caratterizzata dalla presenza di 3 gallerie e 5 viadotti. Lungo il suo tracciato non si prevedono incroci con altre strade, per rendere i tempi di percorrenza più rapidi e fluidi, costo: 325 milioni di euro. La 1B ha una lunghezza complessiva di circa 10,3 km.
Per i primi 5,4 km coincide con la soluzione 1A, mentre il resto del tracciato segue il percorso della viabilità esistente (SS 89) ma deve comunque considerarsi tutto in variante, cioè come se fosse una strada nuova. L’alternativa prevede 11 gallerie e 8 viadotti, costo: 276 milioni. La 1C ha una lunghezza di 11,9 km e rispetto alle due soluzioni precedenti si avvicina alla costa per meglio adattarsi alle forme naturali del terreno.
Si contraddistingue per la presenza di tre rotatorie intermedie che permettono la connessione del nuovo tracciato con le viabilità esistenti e il miglioramento dell’accessibilità alle zone interne. L’alternativa prevede 5 gallerie e 8 viadotti, costo: 209 milioni. La 1D f una lunghezza complessiva di 11,86 km presenta analogie con la soluzione 1C. Corri quella si avvicina, infatti, alla costa ma con un tortuosità ridotta.
L’alternativa prevede 7 gallerie e 9 viadotti, costo: 312 milioni di euro. Dopo le relazioni dei tecnici, la parola è passata ai cittadini che hanno focalizzato i loro interventi soprattutto sulle perplessità relative all’impatto ambientale che la strada potrebbe comportare. Del tutto assenti invece le osservazioni su aspetti tecnici e sulle ricadute economiche che l’opera potrebbe avere.
Tra gli interrogativi posti c’è stato quello relativo alla tutela del Parco del Gargano. “L’approccio è basato sulla qualità del progetto con studi che saranno sempre più accurati nell’evolversi dell’iter – hanno risposto i progettisti -. Molte opere sono state realizzate in aree protette, trovando forme tali da rendere progetti compatibili e sostenibili”, anche col supporto delle nuove tecnologie e con le moderne concezioni sulle infrastrutture, più attente all’estetica e alle peculiarità del territorio: “Anche un cavalcavia può rappresentare un elemento caratterizzante”.
Una risposta è stata data anche a chi ha chiesto perché non si sia pensato a migliorare le strade esistenti: “Non è sempre così agevole intervenire in sede, ci sono limiti inevitabili e comunque nel progetto è prevista la sistemazione di tratti in cui è stato possibile farlo. Normalmente le norme impongono specifiche precise che non sempre è possibile calare su vie esistenti. Senza contare che alcune strade costiere hanno un notevole valore paesaggistico che le rende intoccabili”.
cinzia celeste
l’attacco