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CANONE RAI/ VIA DALLA BOLLETTA DELLA LUCE DAL 2023. L’OK NEL DECRETO ENERGIA

L’Unione europea ha chiesto di eliminare il canone della tv di Stato dalla bolletta elettrica, in quanto rappresenta una voce intrusa che ne altera il valore e il governo sembra propenso ad attuare questa modifica, tanto che il 16 aprile scorso ha accolto l’ordine del giorno al decreto Energia presentato dalla deputata del gruppo Misto, Maria Laura Paxia, con la proposta di separare la bolletta della luce dall’imposta televisiva. L’incognita rimane su quale metodo adottare, a partire dal 2023, per regolarne il pagamento.

Le diverse modalità di pagamento

Guardando ai Paesi esteri, esistono diversi metodi. In Francia, ad esempio, è una tassa sulla casa; nel Regno Unito e in Svizzera la riscossione del canone sulla tv di Stato è affidata a società di recupero crediti; in Israele è pagata come una tassa sull’auto. Un’alternativa, adottata ad esempio da Spagna, Belgio, Russia, Ungheria, Norvegia, è eliminare del tutto il canone Rai. Ciò che è certo è che non si tornerà alla modalità precedente all’imposta sulla bolletta elettrica, quando le famiglie italiane erano pregate di pagare attraverso una campagna di persuasione. Una scelta che ha portato il bilancio del 2014 a livelli disastrosi, il 27% dei nuclei familiari evadeva la tassa, tra il 2011 e il 2014 sono stati tolti alla tv di Stato circa 500 milioni di entrate.

Una voce del 730

La strada più plausibile, tra le opzioni a disposizione del premier Mario Draghi, sembra quella francese. Dal 2005 in Francia il canone televisivo viene pagato come tassa aggiuntiva sulla prima casa, con un versamento di 138 euro (in Italia sono 90) tra il 15 e il 25 novembre di ogni anno. In Italia potrebbe diventare una voce del 730, il modello per la dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati. Il verdetto definitivo, comunque, arriverà con la prossima legge di bilancio a dicembre 2022, quando il Paese sarà vicino anche alle elezioni politiche del 2023.

Abolire il canone è un’opzione?

Eliminare definitivamente il canone Rai potrebbe essere l’opzione più semplice e indolore. Le Nazioni scandinave, ad esempio, hanno scelto già da anni di farlo. Il denaro arriva comunque da famiglie e imprese pagando le tasse generali dell’anno, senza la percezione di una voce specifica. In Italia l’assegno statale che il governo dovrebbe alla Rai dal 2019 si attesterebbe attorno ai 1.630 milioni. Questo schema permetterebbe alla televisione pubblica di contrastare anche l’evasione del canone speciale, l’imposta a cui sono chiamati gli uffici pubblici, le aziende, i ristoranti, gli hotel e che attualmente è ancora soggetta a non poca evasione: nel 2019 le entrate Rai dal canone speciale sono state 85,1 milioni di euro, nel 2020 (primo anno della pandemia) solo 61.

corrieredellasera