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VIESTE ANTICA/ GLI JAPIGI E LE MIGRAZIONI ELLENICHE (6)

Intorno al 1000 a. C., vale a dire anteriormente alla prima età del ferro, una popolazione indo-europea, gli Japigi, forse affine ai Veneti (1), forse gli stessi Japudi della Dalmazia settentrionale, giunsero dall’Illiria e dall’Epiro, attraverso l’Adriatico; vi sarebbero sbarcati prima nel Gargano, per poi diffondersi in tutta la regione pugliese fino al Capo di Leuca (2).

Nicandro, nelle sue Metamorfosi, narra «come Japige, Dauno e Peucezio, figli dell’arcade Licaonte, cacciati gli Ausoni dalla Puglia, divisero la regione in tre parti e le relative popolazioni in tre tribù, che presero il nome di Dauni, Peucezi e Messapi» (3). I Darmi si insediarono nella Daunia, l’attuale Capitanata, e quindi anche nel Gargano; i Peucezi abitarono più a Sud, nella Peucezia, attualmente Terra di Bari, mentre i Messapi si stanziarono nella penisola Salentina. Alle migrazioni degli Japigi seguirono quelle di altri

  • Barbagallo C., Storia Universale, Utet-Torino, Voi. II, 1963, pag. 12.
  • Ranieri L., Natura e paesaggio in Puglia, Bari, 1965, pag. 46.
  • Ibidem, pag. 46.

popoli più civili, tra cui quella dei Pelasgi, condotti dall’illirico Pilunno II. In tempi posteriori, tra il periodo preistorico e quello storico, si ebbero poi le migrazioni elleniche.

Tra l’VIII e il VI secolo a. C. si assiste all’espansione, particolarmente intensa, dei Greci nel Mediterraneo centro-occidentale e nel Ponto. Essa fu originata da cause varie: eccedenza di popolazione, difficoltà economiche, dissensi politici, organizzate migrazioni, relazioni commerciali. Inizialmente prevalse la ricerca di nuove terre per una popolazione eccedente; poi, dal secolo VII, la ricerca d’asilo s’accoppia alla vera e propria colonizzazione commerciale (4).

L’espansione greca ebbe per teatro anche le coste delle Isole e della Penisola italiana. Infatti tra il 750 e il 650 a. C. sulle coste ioniche, adriatiche e tirreniche coloni greci si stanziarono, fondando città e dando impulso allo sviluppo della civiltà locale, fino ad allora rettasi sulla pastorizia e su una primitiva agricoltura. Le colonie, che furono dette Magna Grecia, raggiunsero «un grado di prosperità economica e commerciale che i centri della madre patria per lo meno durante alcuni secoli non toccarono mai. Siracusa, Crotone, Si- bari, Taranto, Efeso, Mileto non hanno riscontro se non in due sole città della madre patria, Atene e Corinto» (5). Ma ci furono anche molte altre colonie spicciolate e

  • Fanfani A., Storia Economica, Torino, 1968, pag. 48.
  • Ibidem, pag. 49.

divise in diversi lidi, che costituirono la Grecia Minore (6). Colonie greche, pertanto, si ebbero anche sulle coste garganiche.

La leggenda di Diomede, eroe della guerra di Troia, che lo fa rivivere nei nostri luoghi tra l’VIII e il VII secolo a. C., sarebbe un chiaro indizio di approdi e di colonie stabilite sui lidi del Gargano e altrove, in questo periodo, da parte dei più antichi naviganti di Coo, di Rodi e soprattutto di greci dell’Etolia, i quali dovunque si stabilivano portavano il nome e il ricordo di Diomede, loro eroe nazionale, assurto poi a dignità di nume.

E il culto dell’eroe, diffusosi in Puglia, è una delle prove più sicure dell’espansione greca (7). «I miti poi delle città fondate da Diomede, tra cui varie nel Gargano, attesterebbero che appunto dalle migrazioni elleniche incominciarono sui lidi garganici a stabilirsi e a fiorire centri marinari ed empori commerciali in quei punti dove la costa presentava buoni requisiti di approdi» (8). Tra essi ebbero più degli altri fama e fortuna Sypontum, Matinum, Vestae, Merinum, Yrium, città che, prescindendo dalla leggenda, sono quasi certamente di fondazione prevalentemente ellenica.

  • Corda N., Storia delle 2 Sicilie, T. Ili, pagg. 191-194.
  • Prencipe S., Mattinata la nuova Matinum, 1967, pagg. 29-
 
  • Ibidem, pag. 30.

Nel Gargano i primi coloni greci giunsero, con una certa approssimazione, agli inizi dell’VIII secolo a. C. Essi provenivano dall’Etolia e si fermarono a Vieste per la sua adatta posizione geografica e perchè fornita di porto naturale. Estesero l’influenza su tutto il territorio fino a Matinum: Portus Agasus e Portus Garnae vi contribuirono come porti, mentre Merinum era stazione agricola di rifornimento. Agricoltori, i nuovi venuti incrementano la coltura del grano, della vite e anche dell’olivo.

Manifattori esperimentati, sviluppano la produzione della porpora, che veniva estratta principalmente a Vieste da un particolare mollusco (mùrice), molto abbondante sulle coste garganiche. I prodotti della terra e della manifattura alimentano così i commerci, mediante i quali, in cambio, si importano dalla Grecia vasi, ceramiche, oggetti artistici: Vieste fu anche la stazione commerciale dei Greci nel Gargano.

Ad indicare l’epoca approssimativa della venuta dei primi coloni greci sui nostri lidi, nonché la loro origine, sarebbero alcuni importanti ritrovamenti, i quali, secondo il Petrone (9), sono più che sufficienti a chiarire la provenienza e la natura della civiltà che si è svolta sulle nostre coste, contemporaneamente a quando «altra

  • Petrone M., Appunti di antica storia garganica – Epoca preromana, in Giornale delle Puglie, Bari, 9 e 10-6-1923.

gente greca affine si impiantava sulle Tremiti (Isole Diomedee), spingendo per l’estuario del Fortore i suoi commerci e la sua influenza nel Nord della Daunia » (10) fino a Preeziena, l’attuale Apricena. In particolare, tale epoca è indicata dalle monete e da alcune iscrizioni in greco arcaico, incise su pietra del luogo, trovate ed esistenti a Vieste.

L’alfabeto riporta ad epoca di molto anteriore al V secolo: i caratteri linguistici sono pertinenti di un dialetto del ceppo dorico, parlato dal Nor-ovest della Grecia. Si tratta di invocazioni sacre a tre divinità: a Zeus, a Dcmetra e a Venere. Eccone il testo (11):

  1. agol / zon ve / nana
  2. diva / dama / tira
  3. deiva / dama / tira pre / ve zi ve / na
  4. diva / damati / ra / zo-pa kale (de Simone legge opakalgo)
  5. damaftira?) / klator
  6. blasit agol zei.

Esse possono essere divise in due gruppi: uno, composto dalle prime tre, è inciso su piccole stele di pietra locale; l’altro si legge su iscrizioni redatte su materiale vario per forma e per stile epigrafico. Questo secondo gruppo di iscrizioni, insieme con altri pezzi epigrafici, fu murato sulla facciata esterna di una casetta rustica.

  • Prencipe S., op. cit., pag. 31.
  • Parlangeli O., Studi Messapici, Milano, 1960, pagg. 31-35.

ancora oggi esistente sulla collina Carmine, in Via G. Carducci. A indicare, invece, il luogo di origine di questi primi coloni sono le monete.

Esse dimostrano, infatti, che i Greci stabilitisi nella tarda antichità sulle nostre coste erano originari di una città greca, chiamata Oiniade o Oeniadae o Uniàde e, per fenomeno di rotacismo, Uriàte. Questa città sorgeva su un isolotto alla foce dell’Acheloo, oggi Aspropotamo, il maggiore dei fiumi greci.

 In conclusione, quindi, si può asserire che al principio dell’VIII secolo a. C. sulle coste garganiche si stanziarono coloni greci provenienti dall’Etolia.

Essi si fermarono a Vieste, dove trovarono una popolazione con proprio culto religioso (Vesta); quindi si estesero in tutto il Gargano fino a Mattinata da una parte, e fino a Preeziena dall’altra.

La colonizzazione greca portò una vera rivoluzione nella vita delle genti garganiche, mentre i progressi dell’agricoltura e della manifattura crearono i presupposti di una intensa attività commerciale. Ad accelerare ed intensificare, poi, questo movimento molto contribuì l’introduzione della moneta. Anche la vita spirituale delle popolazioni indigene è fortemente influenzata dalla civiltà dei nuovi venuti: al culto di Vesta, cioè del fuoco sacro, proprio delle genti italiche, essi abbinarono quello di Demetra, irradiatrice di calore.

Michele Potito

Giorgio Vario

Da Vieste Antica – 1970 –