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CARPINO VERSO LE COMUNALI/ IL CONFRONTO NON SA’ DA FARE. SECCO BOTTA E RIPOSTA TRA I DUE CANDIDATI ROCCO RUO E ROCCO DI BRINA

A pochi giorni dal voto, la campagna elettorale a Carpino, fa registrare una sorta di “botta e risposta”, tra i due candidati sindaci, tra Rocco Di Brina e Rocco Ruo. Tanto si evince anche dalle loro pagine social. Il candidato Rocco Ruo, aveva chiesto al sindaco uscente, candidato a sua volta, Rocco Di Brina, un confronto pubblico: “Per dare a tutti i cittadini la possibilità di esprimere un voto, oltre che libero, anche consapevole, mi disponibile alla possibilità di un pubblico confronto, tra noi due, moderato da un giornalista professionista.

Avevo già manifesto questa volontà, circa due mesi fa, allorché annunciai anche la mia candidatura a Sindaco di Carpino, dalle pagine del quotidiano l’Attacco, proponendo come moderatore il suo direttore Piero Padello. Sia chiaro che accetterei che il dibattito fosse moderato anche da un altro giornalista professionista. Saranno i cittadini a dover scegliere chi tra noi dovrà rappresentarli nei prossimi 5 anni e con essi bisogna avere il coraggio di un confronto franco e diretto”.

Rocco Di Brina, così replicava: “La proposta di un confronto pubblico appare, per non dire altro, quantomeno strumentale.

I cittadini di Carpino avrebbero voluto un confronto serio e costruttivo nelle preposte sedi istituzionali, quelle che volontariamente avete deciso di abbandonare in questi ultimi anni e mi riferisco al Consiglio Comunale.

Il clima elettorale da voi generato ed improntato alla calunnia e alla denigrazione dell’avversario, oltreché alla divisione del paese, non può oggi essere stemperato da una richiesta di confronto pubblico, rispetto al quale non avremmo avuto alcuna difficoltà ne’ timore, se le circostanze fossero state differenti; del resto l’ho chiesto per tanti anni in cui avete amministrato e mi è stato sempre negato”.

La controreplica di Rocco Ruo: “Sono deluso dalla risposta di Di Brina, ma non stupito: la supponenza è un male che Carpino però non merita. Anzitutto, chiedere un dibattito in campagna elettorale non è mai strumentale. Anzi, sarebbe stato utile per i cittadini chiamati a votare il 12 giugno e avrebbe rappresentato un segno di rispetto nei loro confronti. Respingo al mittente, le accuse a noi rivolte in merito a presunte dichiarazioni calunniose e denigratorie rivolte ai nostri avversari e alle responsabilità attribuiteci sulla divisione che esiste nel paese.

Non accettiamo lezioni di bon ton istituzionale da chi, non solo negli ultimi 5 anni, ha stilato liste di prescrizione, ha epurato lavoratori, sol perché non appartenenti alla sua parte politica”.