Menu Chiudi

TRA COVID E CALDO, I PRONTO SOCCORSO NEL CAOS, NO AL PIANO DELLA REGIONE PER I MEDICI DA ALTRI REPARTI

Accessi record per il Covid, dato l’aumento esponenziale dei contagi, e per il caldo. I pronto soccorso pugliesi vanno in sofferenza e per consentire ferie e riposi del personale in grave carenza, oltre a garantire l’assistenza ai pazienti, la Regione impone ai medici ospedalieri di tutti i reparti di coprire il servizio nell’emergenza urgenza, laddove ce ne sia bisogno.

Ma la coperta è corta: tira di qua, tira di là, c’è sempre u+n angolo che resta scoperto. È ciò che in sintesi denunciano i sindacati di categoria che giudicano la circolare dell’assessore regionale alla sanità, Rocco Palese e del direttore di dipartimento, Vito Montanaro, «una follia», come sostiene il segretario regionale di Cgil Medici, Antonio Mazzarella che aggiunge: «Il problema dei pronto soccorso è noto da anni e nessun provvedimento strutturale è stato adottato, ma solo interventi estemporanei.

Dopo aver invano tentato di convincere i medici a effettuare turni aggiuntivi ci provano di nuovo – sottolinea Mazzarella -con l’obbligo di farli in orario di servizio.

Il risultato sarà quello di sguarnire l’attività dei reparti in carenza anch’essi di personale, considerate anche le ferie già programmate». «Temiamo ulteriori defezioni. Si potrebbero bloccare i ricoveri ordinari (salvo le neoplasie e malattie rare) – propone Mazzarella – individuare alcuni reparti di medicina generale, chirurgia, ortopedia dove riservare i posti letto per i pazienti in attesa da giorni in pronto soccorso, altra criticità che affligge il personale dei ps diviso tra assistenza ai pazienti in attesa di ricovero e nuovi arrivi.

Un vero inferno. Temiamo – avverte Mazzarella -proteste degli utenti, aggressioni, denunce per malasanità, mentre i veri responsabili saranno in vacanza. La confusione è totale». Anche Franco Lavalle, segretario regionale dei medici ospedalieri dice: «Aumenteranno le liste d’attesa che si stava faticosamente cercando di ridurre. È un cane che si morde la coda».

 Il sindacato regionale degli anestesisti e rianimatori ospedalieri avverte che la disposizione regionale «costituisce in tantissime realtà un pesantissimo aggravio dell’impegno individuale in termini di surplus di orario di lavoro con la quasi certezza di determinare un mancato rispetto dei previsti e obbligatori riposi».

Prova a tranquillizzare gli animi il direttore sanitario della Asl Bari, Danny Sivo che ieri ha rifatto il giro dei pronto soccorso. «Situazione difficile per il caldo e il Covid, ma al momento è tutto sotto controllo», scrive sul suo profilo facebook. Il capogruppo di FdI in Consiglio regionale, Ignazio Zullo, anche lui medico, attacca: «L’ospedale Covid in Fiera del Levante è una delle più grandi “emilianate” che la storia ricorderà, purtroppo tristemente, sia per gli sprechi che per l’alta mortalità da Covid a causa di scelte organizzative tardive e inappropriate.

Se avessimo avuto posti letto strutturali – prosegue Zullo – così come previsto dalle linee guida ministeriali, nei tanti ospedali funzionanti o dismessi della Puglia e avessimo investito sull’assistenza domiciliare con l’ausilio di telemedicina, telecontrollo e telediagnosi, oggi non saremmo di fronte alla direzione del Policlinico che chiude le porte ai ricoveri Covid e alle Asl alla ricerca di posti letto per i pazienti Covid positivi, e avremmo avuto mortalità più bassa perché il paziente positivo deve essere assunto in carico nell’immediatezza della comparsa dei sintomi».

Il capogruppo della Lega, Davide Bellomo sottolinea: «La carenza di medici nei Ps non si scopre adesso”. Intanto, l’incidenza dei nuovi contagi Covid in Puglia (ieri altri 6.968) è quasi triplicata superando i 700 casi per 100mila abitanti. Tornano a salire anche i ricoveri nell’area medica dove, secondo l’Agenas, l’occupazione dei posti letto è passata nelle ultime 24 ore dall’11 al 12%, sopra la media nazionale.