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TURISMO/ VIESTE, LE FAMIGLIE CI SONO (MENO IL LORO POTERE DI ACQUISTO)

Le guance rosse. I capelli appiccicati sulla nuca. Il cappello di paglia maldestro sulla testa. Le straniere dalla pelle bianca si affollano per le vie del centro, alla ricerca di un souvenir da portare a casa al ritorno dalle vacanze. Per loro oggi fa trop­po caldo per la spiaggia e così cercano riparo den­tro, sotto l’aria condizionata del ristorante oppure sotto l’ombra d’una tettoria e ne se stanno al fresco, con un ventaglio in una mano e la forchetta nell’al­tra. Insalata. Spaghetti con le vongole. Pizza e bruschette.

Per loro Vieste è più che pronta. Menù in formato extralarge con descrizione dei piatti e prezzo, anche in inglese e personale che riesce a comunicare, o a ca­pire, ciò che gli viene chiesto. Oltre novecento strut­ture ricettive, almeno quelle dichiarate, più una ma­rea di posti letto non censiti. Stabilimenti, lidi e ca­lette più che pieni a giudicare dalle auto che dalla strada già si vedono. Siamo nel mezzo della giorna­ta e della stagione estiva e Vieste, nelle ore più cal­de della giornata offre uno spettacolo variegato. Al­cuni tavoli sono apparecchiati, altri, scelgono di apri­re solo la sera. Stessa cosa per le attività commer­ciali. In pochi scelgono l’orario continuato e molte porte alle 12,30 si sbarrano.

“Riapriamo alle quattro e mezza”, dicono sorridenti. E alla richiesta di informazioni su come stanno an­dando l’estate e le vendite, la risposta è unanime. La gente in giro c’è, ma spende poco. A raccontare la sua estate è un giovane commerciante e produttore di ceramica. “Vendiamo sì, ma pezzi piccoli. Giusto il ricordo da portare a casa. Calamite colorate, ciotoline per la tavola. Roba da due, quattro euro”. Non si lamenta, perché spiega “non posso dire che la se­ra torno a casa senza soldi o senza un guadagno, ma non è quello che ci aspettavamo”. Lui vende og­gettistica che dice, “non è un bene primario, è un ex­tra, e chi arriva qui a passeggiare e a guardare le no­stre proposte, ha già fatto i conti con l’hotel o la ca­sa in affitto, il costo per le spese di viaggio, lo stabi­limento balneare, il cibo per la spesa e quello per il ristorante. Cosa gli resta? La vacanza è diventata più cara. E anche noi, facciamo i conti con bollette che se prima erano di sei, settemila euro, oggi sono di ventiquattromila”. Lui, che ha uno stabilimento in cui produce questa ceramica dipinta, si è organiz­zato con turni di notte al forno per gli operai, perché dice, “la corrente di notte costa meno, ma poi devo pagare di più gli operai, e così è sempre una coper­ta troppo corta, perché già i clienti spendono meno e poco, se aumento anche i prezzi non vendo nulla”. Di pezzi importanti, quelli da cinquanta euro in su, qualcuno va via. “Sì uno, due al giorno, se siamo for­tunati, ma ciò che vedo è che se una persona o una famiglia deve spendere, preferisce la pizza o la ce­na, all’oggetto. E come dargli torto?”. Il calo è del 30- 40% e non è da poco. “Vieste continua ad essere at­trattiva: è cambiata tanto, ci sono molte più regole da quando c’è questa nuova amministrazione, ma al­meno tutto è più ordinato e pulito.

Noi facciamo la no­stra parte, per non far scappare nessuno. Eppure non possiamo non pensare ai due anni scorsi, quan­do in giro c’erano molti più italiani, perché non andavano all’estero”. Camminando ancora, è la signo­ra che vende pasta, olive e sottoli a confermare che si sente la mancanza di giovani: “La cosa che mi colpisce di più è vedere solo fami­glie e gente adulta. Ragazzi davvero poco. E questo è un peccato, perché loro portano allegria e poi ri­cordo che lo scorso anno restavamo aperti fino a tar­di, perché loro si trattenevano qui fuori a bere e a chiacchierare. Sono i ragazzi che bevono drink, non le famiglie. E quest’anno questa mancanza si sente davvero tanto”. Anche lei conferma che le vendite sono calate di molto e i prezzi aumentati. Olive, pa­sta colorata, liquori tipici e spezie. “Quell’euro in più fa perdere a volte l’acquisto”.

Lo pensano tutti, anche l’altro commerciante più so­pra, nella grotta. “Se una cosa costava due euro e oggi la mettono in vendita a quattro euro, l’hanno au­mentata del 100%. E’ semplice – spiega, ma non va bene, perché al netto degli aumenti di bollette e tut­to, questi costi in più li dovrebbe assorbire per una parte il grossista, per l’altra noi. Se finiscono tutti sul cliente, è normale che lui viene scoraggiato. Entra, guarda e non compra. O, peggio, non entra proprio”.

Sconforto, gli chiediamo: “No, nessuno sconforto, perché Vieste è davvero bella e la gente viene attratta dalla bellezza del posto e dalla fama che l’ac­compagna. Sta a noi essere responsabili, non far scappare i turisti e tenere duro, anche in quei perio­di più difficili”.

Di periodo difficile parla anche l’ultimo commercian­te, quello che, sempre in una grotta, vende artigia­nato locale. Sacro e profano. Lui s’appella alle ma­schere, quelle con le corna e la lingua di fuori, che scacciano lucifero e la malasorte. “Guardi – spiega – hanno le corna perché da sempre gli uomini più po­tenti della storia, dai condottieri ai generali, in qua­lunque epoca, utilizzano questo simbolo come ele­mento di forza e di potenza. E anche noi, l’abbiamo appesa fuori una, che fa la linguaccia alla sorte e sembra dire, guarda che non ti temo, ti combatto”. Si combatte anche qui, con la clientela storica, quel­la colta, che apprezzava questi pezzi unici, ricchi di storia e preziosi, con una generazione nuova: “I clienti che avrebbero speso anche duecento euro per quei pezzi importanti, come la maschera con le corna o come alcuni oggetti sacri dipinti a mano, og­gi non ci sono più, perché sono invecchiati nel tem­po e le nuove generazioni non guardano la ricerca­tezza di alcuni oggetti. A meno che non trovi l’ap­passionato, ci sono pezzi che nemmeno vengono capiti e quindi o abbassi il prezzo o te li tieni qui, in­venduti”.

Lui il prezzo lo abbassa, pur di portare a buon fine la vendita, ma alla fine se ne dispiace anche. “Pumi, oggetti stampati, prodotti in serie. Oggettistica cine­se. Pezzi tutti uguali e riconoscibili. Magari con un prezzo proporzionale alla dimensione. Questo oggi vuole il cliente nuovo, quello più giovane”. Ma lui, con pazienza e sorriso, prova a catturalo nel rac­conto appassionato della storia. Spiega da dove vie­ne un pezzo, come va collocato, perché è stato co­lorato in un determinato modo, e alla fine scorag­giato, ci fa vedere una cosa.

“A queste maschere, per renderle più accessibili e comprensibili al gusto moderno, abbiamo aggiunto due peperoncini dipinti sulle guance. Da allora ne vendiamo molte di più”.

SOSTA

DUE EURO ALL’ORA PER IL PARCHEGGIO SUL CORSO FINO ALLE 20. SI VA IN DIFFICOLTÀ PER LE MONETE MA C’È L’APP PER PAGARE

Per fortuna c’è l’app da scaricare per poter pagare il parcheggio, perchè le monetine sono difficili da trovare fra le attività del centro, che non riescono a cambiare per venire incontro alla necessità di integrare la sosta. Due euro all’ora sul corso, ma solo fino alle 20, perchè dopo l’auto va spostata. Strisce bianche per una sosta limitata a quindici minuti.

RISTORANTI

SOPRATTUTTO STRANIERI A PRANZO IN CENTRO, ITALIANI PIÙ SPESSO A FARE LA SPESA AL SUPERMERCATO

Si mangia al ristorante più di sera che a pranzo, quando molte famiglie che hanno scelto la soluzione con angolo cottura in appartamento o mezza pensione in struttura, lasciano vuoti i tavolini e a braccia conserte i camerieri. Affollati i supermercati dove si acquistano cibi anche per la spiaggia. La pizza e la cena resta fuori più centellinata.

STABILIMENTI

OMBRELLONE E LETTINO CON PARCHEGGIO INCLUSO E PREZZI ESPOSTI FUORI, LA BORSA FRIGO IN SPIAGGIA METTE IN CRISI

Dieci o venti euro per I lettino e ombrellone per la maggior parte dei lettini; fino a quindici euro per l’alta stagione. In alcuni caso cinque euro per il parcheggio, oppure il bordo della strada gratis. Nei lidi sono aumentate le famiglie e anche i ragazzi che si portano il pranzo da casa. Dall’acqua alle bibite, fino a panini e insalate.

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IL SINDACO NOBILETTI: “LEGGERA FLESSIONE A LUGLIO. MAGGIO ALLE STELLE, ORA SI ATTENDE IL DATO DI AGOSTO.

Vieste continua a far registrare numeri importanti, no­nostante un calo dei consumi. Due milioni di presen­ze sono quelle ufficiali, ma ce ne forse altrettante non registrate. Quattro milioni di turisti e un’offerta in continuo au­mento e in continuo cambiamento, che vanno nella direzio­ne di una riqualificazione dell’offerta. Alcune strutture lo stanno facendo. “Credo che intanto si stiano affacciando sempre nuovi imprenditori legati al cambio generazionale- dice il Sindaco Giuseppe Nobiletti- poi la globalizzazione permette di entrare in contatto più facilmente e di imitare re­altà più dinamiche. Oggi hanno aperto dei bed and break­fast belli, moderni, con una qualità superiore. E questo ten­dere verso la qualità spingerà altri imprenditori a fare, a ri­strutturare, a riqualificarsi”. L’altro dato interessante, che conferma la vivacità della città, è che si stanno affacciando anche investitori di fuori e che questo mercato diventa ap­petibile e attrattivo anche per gente che non è del posto. “Per esempio sta andando avanti un progetto su San Felice, che da struttura abbandonata, dovrebbe diventare resort di lus­so”. Adesso è arrivata anche la catena di grande distribu­zione Eurospin, segno che anche la strada su questo mer­cato è stata aperta. Ci sono immobili che nel tempo hanno visto il loro valore passato da 400mila euro a tre milioni di eu­ro, sempre nelle stesse condizioni. E questo dimostra che è cambiato il contesto. “Questo permette alla gente di capire che il loro investimento ha più valore. Anche chi ha la prima casa, sa che quella casa ha più valore. Tutelare il proprio in­vestimento, farlo crescere e mantenere un mercato immo­biliare in attivo è un segno positivo”. A Vieste maggio e giu­gno hanno fatto registrare presenze oltre le aspettative, con giugno che si attesta a un 40% in più e maggio che arriva al 50% in più. Quattromila presenze a maggio, trecentomila a giugno. Qualcuno lamenta il calo di luglio. “L’indicatore più attendibile, quello del conferimento dell’immondizia dice che abbiamo avuto a luglio il -2%, ovvero, forse, tradotto, l’equivalente del brutto tempo di una settimana, questo è il dato”. Ora c’è attesa per agosto, che si conferma però il me­se che mantiene sempre. “Forse registro solo un pò di crisi sui consumi, perché spesso si prenota la pensione comple­ta, si mangia in struttura dove risparmia, ma questo è dovu­to alle motivazioni che sappiamo, non alla città. Ora l’aper­tura dell’aeroporto ci fa sperare in una stagione più lunga. Ci fa sperare che la prossima stagione potrebbe partire già ad aprire-marzo”.

tommy guerrieri

l’attacco