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IL LIBRO DELLA SETTIMANA/ “IL GARGANO DEL PELLEGRINO” DI MATTEO PIO PAZIENZA E FERNANDO LUCIANETTI

Settembre è il mese di San Michele e nell’approssimarsi del diesfestus del 29 settembre riapre la Green Cave con la presentazione de “Il Gargano del pellegrino. Sulla via dei Longobardi verso la grotta dell’Arcangelo”, novità editoriale per i tipi diAndrea Pacilli Editore, con i testi di Matteo Pio Pazienza e le foto di Fernando Lucianetti. Presentano gli autori e l’editore.

Un cammino dentro la più remota e intima civiltà mediterranea; civiltà antica e segreta, verso le origini della storia occidentale dell’umanità, dove il pellegrino trovava il paesaggio dell’anima e ascoltava la musica del cuore che lo guidava verso la grotta di San Michele sul Gargano, senza mai perdere l’orientamento.Un viaggio dell’inconscio oltremondano attraverso il Gargano, la “Montagna del Sole”, oltre i limiti del mondo interiore, dove solo qualche raggio di sole sembrava essere capace di entrare, diventando esso stesso mistero, luce e beatificazione.Il pellegrino chinava la testa in segno di umiltà penitente e incominciava a pregare, a chiedere ancora perdono, prima di proseguire il suo lungo viaggio verso la buia grotta mitica e sconosciuta dell’Arcangelo Michele, luogo della salvezza dell’anima, grotta dei miracoli, dall’altra parte del lungo e roccioso promontorio garganico.

Matteo Pio Pazienza (Foggia, 22 giugno 1951); laureato con lode in Architettura a Firenze nel 1975 e tesi pubblicata; architetto, urbanista e pubblicista; ha svolto intensa attività professionale sia in Italia che all’estero. Ha pubblicato su riviste specialistiche e di opinione articoli relativi alla salvaguardia ambientale. Tra le sue pubblicazioni: Foggia: urbanistica e territorio tra passato e futuro (Edizioni Sudest, 2011); La San Giovanni Rotondo di Padre Pio nel XXI secolo (Bastogi, 2011); Tripoli bel suol d’amore (Bastogi, 2012). Con Andrea Pacilli Editore: Ritorno dal Sud (2017); Forse Foggia non è il paradiso (2017); Peschici in bianco e nero (2020); Lesina. Laguna Gargano (2020); Vieste, finalmente (2021).

Fernando Luigi Lucianetti (Foggia – 1958). Dal 2008 è iscritto alla FIAF; Consigliere e membro della Comm. Artistica del Foto Cine Club Foggia EFI. Predilige il paesaggio, il reportage e la foto di architettura. Ha partecipato con successo a numerosi concorsi fotografici nazionali e internazionali ed ha esposto i suoi lavori in mostre collettive e personali con patrocinio FIAF; sue fotografie sono presenti su pubblicazioni di settore e su siti online di fotografia sia nazionali che internazionali. È stato insignito delle onorificenze AFI (Artista della Fotografia Italiana) – EFIAF (Eccellenza FIAF) – EFIAP/s (Excellence/silver de la Federation Internationale de l’Art Photographique) – GPU CR2 (Global Photographic Union).

nel gargano del pellegrino

Sulla via dei Longobardi verso la grotta dell’Arcangelo

Passaggi e divagazioni poetiche con Cristanziano Serricchio, Pasquale Soccio, Joseph Tusiani

testi di Matteo Pio Pazienza

fotografie di Fernando Lucianetti

a cura di Andrea Pacilli

L’oro scomparso del sole / sulle rupe affocate!

Grigia è la montagna rovente; / e gli sterpi e i fili / di muschio serrati alle pietre / più non li tocca il vento.

Nella quiete della nuda campagna, / nell’aria che ferma il volo /

all’uccello sul ramo, / rossi di dura fatica / s’alzano, misurati, i colpi /

e nude le braccia dell’uomo / che mina col ferro la roccia.

Cristanziano Serricchio

Era forse questa la prima immagine che il povero pellegrino diretto al Santuario di Monte Sant’Angelo vedeva di fronte a sé, stando ancora giù, in basso, nella infinita e piatta pianura assolata del Tavoliere delle Puglie; immobile ed in contemplazione ai piedi del verdeggiante Monte Gargano del dio romano Giano, lungo l’antica via dei Longobardi oggi considerata porta d’ingresso al Parco Nazionale del Gargano.

Il viaggiatore sentiva ancora, dentro di sé, prima di salire, le mille emozioni confuse, fra il coraggio di continuare il lungo viaggio che conduce alla vita eterna e la paura dell’ignoto nascosto tra i boschi, tra le pietre e le radure spinose; egli non poteva fare a meno di contemplare sbalordito “la forte montagna” descritta dal poeta contemporaneo Cristanziano Serricchio, libera anima vagante nel Gargano e pellegrino nello spirito, il quale anche così lo descriverà:

La mia montagna / non saprà mai l’assenza / e il lungo oblio.