La piantagione, coltivata a cielo aperto con sistema a filari, era alimentata da un efficace sistema di irrigazione e si trovava in un’area demaniale nascosta dalla vegetazione rigogliosa. Le numerose piante sequestrate, del peso complessivo di circa mille chili, erano quasi pronte per essere tagliate, essiccate, e quindi immesse sul mercato criminale degli stupefacenti.
Dalle piante, una volta pronte, sarebbe stato possibile ricavare oltre 750 mila dosi medie singole. Il maxi sequestro penale di marijuana è stato operato a carico di ignoti, ma gli investigatori dell’Arma sono al lavoro per risalire all’identità degli autori dell’attività criminale, che avrebbe fruttato sul mercato del narcotraffico almeno 1 milione di euro.