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CINGHIALI SEMPRE PIÙ VORACI. A MANFREDONIA DISTRUTTI ANCHE CAMPI DI MAIS: DENUNCIA DI UN AGRICOLTORE

Al danno si è aggiunta la beffa. Il danno mortificante è quello prodotto dai cin­ghiali sulle colture; la beffa av­vilente è la farraginosità delle procedure burocratiche per il ri­sarcimento dei danni. A raccon­tare le peripezie dai danni al mancato risarcimento, è Matteo Totaro, noto agricoltore di Manfredonia che ha visto pratica- mente distrutto il proprio fondo di una quindicina di ettari coltivato a mais, completamente di­strutto da branchi di cinghiali. Una storia esemplare analoga a tante altre di agricoltori danneg­giati dai sempre più massicci e agguerriti branchi di cinghiali.

La zona nella quale ricade il fondo di Totaro, è quella pros­sima all’Oasi lago salso che «fun­ge – spiega – da rifugio diurno dal quale escono al calar del sole per invadere i campi e fare man bas­sa delle colture. Con le piante di mais è stato distrutto anche rim­pianto di irrigazione. Sono cen­tinaia e sono destinati ad aumen­tare se non si interviene drasti­camente. In buona sostanza non ci sono misure per contenerli. Fanno paura e possono attaccare l’uomo. Occorrono interventi drastici e massivi. Le conseguen­ze sono incalcolabili».

Il problema è ormai nazionale. In ogni regione sono state adot­tate delle misure per contenere la proliferazione della specie e dun­que i danni che provocano. Non è più questione di campagna, i cin­ghiali si addentrano anche nei luoghi abitati e sono un pericolo per la circolazione stradale. Le statistiche sono quanto mai elo­quenti e allarmanti. Sono stati predisposti dei piani per l’abbattimento dei cinghiali demandato ai cacciatori. «Ma non è che pos­siamo mettere a guardia delle col­ture squadre di cacciatori» os­serva Totaro. Armare gli stessi agricoltori non è operazione fa­cile. «Non ci manca – taglia corto Totaro – che andare al lavoro con la doppietta a tracolla e di met­terci a sparare ai cinghiali».

Non solo cinghiali, c’è anche la minaccia dei lupi. Altro filone che incombe sempre più minac­cioso sul settore agricolo, in que­sto caso su quello specifico dell’allevamento. Ai suoi tradi­zionali rovesci naturali, la cam­pagna deve aggiungere anche quello dell’attacco di animali bra­di. ltro da fare che rinunciare.