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LA TERRA DOVE LO STATO HA CHIUSO I TRIBUNALI: IN CAPITANATA 7.200 KM QUADRATI A DENSITÀ MAFIOSA, UNA SOLA PROCURA

Il governatore «Il fatto che il capoluogo sia stato sciolto per mafia è una di quelle cose che ancora mi brucia e non solo per l’impatto di immagine».

«La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari». Cita il poeta Gesualdo Bufalino la presidente delconsiglio regionale, Loredana Capone, nel corso della seduta straordinaria dell’assise convocata sul «caso Capitanata». Il caso Capitanata? Non solo mafia, certo la più aspra e sanguinaria d’Italia, la più «viva» di Puglia, ma anche illegalità, caporalato, disagio. Un problema nell’altro, un problema che ne partorisce un altro. Ma non evoca solo Bufalino, la presidente del Consiglio. «Le trame delle criminalità – dice dinanzi a una platea di sindaci ed esponenti delle istituzioni – riescono a infiltrarsi anche in quei segmenti che dovrebbero fungere da argine, come le Istituzioni, ecco perché è fondamentale unire la società civile intorno ai valori della legalità, farli sentire protagonisti di una scommessa che si può vincere solo e soltanto insieme. Perché più della lotta repressiva serve una “lotta non repressiva contro le mafie”, diceva un caro amico della Puglia che oggi voglio ricordare, Stefano Fumarulo, ispiratore di moltissime delle nostre azioni quotidiani». Doverosa, per certi versi la memoria di Stefano Fumarulo, tra i primi stretti collaboratori di Michele Emiliano, interprete della cultura dell’inclusione e del dialogo contro la subcultura della sopraffazione e del reclutamento.

Ma perché la mafia può essere sconfitta da «un esercito di maestre»? «Molti studenti dopo questi due anni di pandemia hanno interrotto anzitempo il loro percorso scolastico e formativo – spiega Capone -. Il numero delle scuole comunali foggiane dell’infanzia è stato dimezzato perché non c’erano abbastanza iscrizioni». Ecco. Ecco come si coltiva l’humus mafioso, arretrando sul terreno dell’istruzione, della formazione, dei diritti civili. «Noi, donne e uomini pugliesi, rappresentanti delle Istituzioni, crediamo fortemente nella bellezza della Capitanata – chiosa Loredana Capone – La Regione Puglia sta investendo cospicue risorse su questo territorio provando a intervenire, laddove di propria competenza, per evitare che alcuni fenomeni continuino a proliferare».

Non solo forze di polizia, dunque, in linea con la filosofica dell’Antimafia sociale. Ma c’è un tema prepotente. Inquietante: lo svuotamento del reticolo giudiziario. L’allarme lo rilancia anche dall’aula del consiglio regionale il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro. «Lo Stato ha soppresso tribunali (Lucera), procure e tutte le sezioni distaccate di Rodi, Apricena, San Severo, Manfredonia, Trinitapoli. Oggi sono pendenti circa 13mila processi e ciò che preoccupa è che le sopravvenienze, anno dopo anno, sono sempre maggiori rispetto alla capacità. Non è colpa dei giudici, mancano le aule. Una situazione insostenibile perché gli uffici non possono fare fronte alle esigenze di giustizia della Capitanata. La riforma del 2013 ha impattato in modo durissimo. Il risultato è che abbiamo un circondario di 7200 km quadrati e un solo tribunale e una sola procura. Bisogna riaprire le sezioni distaccate, non si possono celebrare i processi solo a Foggia. I cittadini della provincia di Foggia sono ingiustamente sacrificati rispetto agli altri cittadini italiani, hanno fame di giustizia».

Letto tutto d’un fiato, il j’accuse del procuratore Vaccaro, suggerisce numerosi interrogativi sul perché il territorio del Foggiano sia stato svuotato negli anni fino a diventare una sorta di Terra di Nessuno. Ma oggi, evidentemente, il proposito è quello di cambiare rotta.

Lo spiega il vice presidente della giunta Raffaele Piemontese: «Il Consiglio regionale si è riunito per discutere di un tema che è pugliese. Lo sviluppo debole del nord della Puglia incide su tutta la Puglia e, perciò, la questione Capitanata, così come è avvenuto per Taranto, va inquadrata con un piano che veda cooperare il governo regionale e il governo nazionale. La fase è propizia perché sono in campo le tante risorse del Pnrr e quelle dell’imminente programmazione dei fondi europei 2021-2027: vanno indirizzate per dare una svolta che riguardi anzitutto lo sviluppo economico e il lavoro perché la provincia di Foggia resta la provincia pugliese con il maggior numero di disoccupati. Non è recriminazione – dice Piemontese – non possiamo permettercelo per rispetto alla mole di investimenti e di interventi senza precedenti che l’amministrazione Emiliano ha indirizzato alla Capitanata in sette anni».

E lo stesso Emiliano s’immerge nello spirito dell’incontro: «Il fatto che il capoluogo della Capitanata sia stato sciolto per mafia è una di quelle cose che ancora mi brucia non solo per l’impatto di immagine ma per le conseguenze determinate in tanti aspetti fondamentali. Soprattutto una delle cose principali sulle quali bisogna puntare – dice il governatore – è il rafforzamento dell’autostima della comunità foggiana: per questo abbiamo collaborato e investito in cultura, come con il Medimex e Casa Arbore».

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