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 “BASTA PAURA COVID PIU’ SCREENING PER IL CANCRO”. L’INVITO  DI FRANCESCO SCHITTULLI PRESIDENTE  LILT. TUMORI, BOOM DI NUOVI CASI NEL 2022.

Il presidente-nazionale Lilt, l’oncologo barese Francesco Schittulli, non usa mezzi termini e parla di «epidemia cancro an­nullata dalla pandemia Covid», puntando il dito sul fatto che si siano «trascurati dati fondamen­tali sull’incidenza del cancro che sta aumentando«. «È stato rile­vato – spiega il senologo chirur­go – che da marzo 2020 a set­tembre 2022 ovvero in trenta me­si, si sarebbero registrati 178mila decessi per Covid, nessuno ha detto che soltanto nell’anno ap­pena trascorso abbiamo regi­strato 181.300 decessi per cancro. C’è stata un’attenzione enfatiz­zata verso il Covid rispetto al cancro e si sono creati confusio­ne, allarmismo, paura, terrore e poi panico e la gente che aveva già vissuto l’esperienza cancro non si è presentata ai controlli, per timore del Covid. Al momen­to, gli italiani che hanno il can­cro e che vivono tra noi sono circa 4 milioni e che hanno tra­lasciato i controlli, come detto».

A detta di Schittulli, però, la cosa più grave è che questa si­tuazione abbia generato «il venir meno del principio della guaribilità dal cancro perché tutto era basato sulla diagnosi precoce mentre adesso io stesso come se­nologo chirurgo registro diagno­si sempre più tardive e quindi non più precoci che comportano tre gravi problemi ovvero trat­tamenti più destabilizzanti, com­promissione della qualità di vita e infine un abbassamento dell’aspettativa di vita, proprio perché si è arrivati tardivamen­te alla diagnosi di cancro».

Una situazione che ha anche un’ulteriore ricaduta vale a dire «un aumento dei costi e della spe­sa sanitaria, non solo nel proprio nucleo familiare — prosegue Schittulli – ma che ricade anche sulla comunità, perché chi ha il cancro in fase avanzata non è più attivo, non lavora più. Un danno enorme, in questi due anni e mezzo». E Schittulli, accanto al bollettino del Covid sostiene la necessità «anche di un bollettino quotidiano sul cancro, non per spaventare le persone, ma per invogliarle alla prevenzione». Purtroppo, anche in materia di screening e prevenzione, si re­gistrano evidenti differenze tra Nord e Sud. «C’è una differenza enorme – sottolinea Schittulli – tra centro-nord e centro-sud, nel nord vi sono più servizi, lo scree­ning è stato ripreso alla grande, nel nord c’è ima compartecipa­zione di tutte le componenti ad­dette alla sanità. Nel nord usu­fruiscono, per esempio per la mammografìa, di servizi diversi da quelli pubblici, hanno dato il consenso anche a strutture con­venzionate, accreditate. «Al Nord la situazione – conclude l’oncologo – è certamente miglio­re, ci si ammala di più ma si muore di meno, rispetto a noi del Sud»