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GIORNATA DELLA MEMORIA, MA ANCHE DELL’IMPEGNO E DEL “MAI PIÙ”

DICHIARAZIONE DEI MISSIONARI SCALABRINIANI PRESENTI IN EUROPA E AFRICA

Oggi si ricorda la tragedia della Shoah: lo sterminio di circa 6 milioni di ebrei, 200 mila zingari e 250 mila disabili, uomini, donne, bambini considerati “inferiori” perché diversi. Si ricorda così che, a volte, l’umanità non è la caratteristica qualificante dell’uomo (e della donna). Anzi si ricorda che, ieri come oggi, ci si fa forti della “disumanità” per decidere chi ha diritto di vivere e chi invece deve essere respinto tra i dannati della terra.

Far memoria di una tragedia ha come obiettivo primario non tanto di piangere il passato (anche se versare qualche lacrima vera in più non farebbe male a nessuno e riabituerebbe a provare quella commozione verso l’umanità più fragile), ma soprattutto il futuro e l’impegno di non precipitare “mai più” nell’abisso dell’homo homini lupus.

Ricordare che la Shoah aveva come fondamento ideologico la volontà di annientare la diversità, ogni diversità scomoda, in nome di una immaginaria ricerca della “purezza” etnico-razziale, significa per noi, oggi, smascherare e contrastare dichiarazioni, atteggiamenti e scelte politiche che, invece promuovere il “mai più” di odio e distruzione, continuano a fomentare quella volontà di stigmatizzazione, discriminazione e razzismo verso ogni “diverso”.

È per questo allora che quando i Ministri degli Interni dei 27 Paesi UE, per contrastare la crescita dei flussi migratori nell’Unione europea (330.000 ingressi irregolari nel 2022), elaborano quasi esclusivamente misure poliziesche e repressive, come l’erezione di nuovi muri e barriere ai confini dell’UE, lo sviluppo del rimpatrio forzato “accompagnato” da un certa somma in denaro per il migrante, gli accordi “neocoloniali” (aiuti economici ai paesi che si riprendono i propri o anche “altrui” migranti”, magari rinchiudendoli in “nuovi” campi di concentramento) con i Paesi di provenienza dei migranti, regole ancor più stringenti per regolare l’azione delle navi delle ONG nelle operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti in mare, bisogna riaffermare con forza, con le parole di San Giovanni Battista Scalabrini, che «le misure di polizia non arrestano, bensì deviano dai nostri ad altri porti le masse migratorie, rendendo così più doloroso e dispendioso l’esodo dei nostri connazionali».

In realtà, se gli immigrati aumentano e si dirigono in quei paesi a sviluppo avanzato, a basso tasso di natalità e con un mercato del lavoro che offre loro soluzioni (non ideali, ma migliori di quelle che lasciano nel loro paese) di vita, la scelta da fare non è come bloccarli o farli sparire del tutto (magari non salvandoli in mare!), ma come governare e gestire i flussi in modo proficuo e umano per tutti: i migranti, i paesi di destinazione e quelli di origine.

Ecco perché dai politici dell’unione europea ci si attenderebbe piuttosto un intervento che metta al centro l’indicazione di vie legali d’immigrazione, la salvaguardia della vita umana, la lotta ai trafficanti (e non ai migranti), le procedure trasparenti per accoglienza e installazione nei paesi di destinazione di migranti e rifugiati.

Buona Giornata della Memoria, ma anche buon proposito di “mai più”!


Scalabriniani.net – Congregazione Scalabriniana
Centro Studi Emigrazione Roma | CSER