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FUGA RADUANO – TUTTE LE FALLE DEL CARCERE DI NUORO. IPOTESI DI UN POSSIBILE NASCONDIGLIO NEL NORD EUROPA

Olanda, Germania ma anche il Gargano tra i luoghi al vaglio degli investigatori. Intanto il Sappe ha fatto visita nel penitenziario sardo: “Mancano i sistemi di sicurezza. Potrebbero esserci altre evasioni”

Tante criticità nel carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro, penitenziario dal quale è evaso il boss della mafia garganica Marco Raduano, 40enne di Vieste detto “Pallone” o “Woolrich” latitante dallo scorso 25 febbraio. Nelle scorse ore, una delegazione di dirigenti del sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) guidata dal segretario Donato Capece, ha fatto visita alla struttura che è oggi guidata dal nuovo comandante pro tempore Amerigo Fusco.

“Siamo rimasti esterrefatti da quello che è successo. Per agenti seri e con professionalità alte come quelli di Nuoro è stato uno schiaffo – ha detto Capece -. Del resto però avevamo più volte denunciato le criticità, le stesse che abbiamo trovato oggi: una carenza di organico di almeno 60 unità, la tecnologia inesistente o non funzionante: mancano i sistemi di sicurezza dell’antiscavalcamento e dell’antintrusione. Gli agenti non sono protetti dai vetri che li distanzia da detenuti altamente pericolosi, inoltre chiediamo forze fresche per ringiovanire i reparti e garantire così la sicurezza per la collettività. Il ministero e l’amministrazione penitenziaria devono investire sull’organico e sulla tecnologia altrimenti questa non sarà l’unica evasione ma ne potranno succedere delle altre”. Intanto, continua la caccia al boss. Le ultime notizie trapelate dalla Sardegna – sul caso indaga la Dda di Cagliari – parlano di una possibile fuga nel Nord Europa di Raduano, tra Olanda e Germania. Sono noti i contatti, soprattutto nei Paesi Bassi, tra mafia garganica e narcotrafficanti colombiani che proprio in quelle zone smercerebbero tonnellate di cocaina poi dirottate anche in Puglia. Ad Amsterdam è documentata la presenza, almeno fino a qualche anno fa, di esponenti di rilievo del clan dei montanari Li Bergolis-Miucci-Lombardone come Saverio Tucci detto “Faccia d’Angelo”, originario di Manfredonia, ammazzato nella città olandese ad ottobre 2017 dal compaesano Carlo Magno, broker degli stupefacenti e reo confesso dell’omicidio. Ma già nel 2008 altri membri della malavita del promontorio vennero intercettati fuori dai confini italiani. Il latitante Giuseppe Manzella detto “Sansone” fu arrestato in Germania a Langenfeld, distretto di Dusseldorf, nell’ambito di una maxi operazione contro la criminalità organizzata del promontorio. C’è poi l’ipotesi di un ritorno “a casa” di Raduano, nel suo Gargano, protetto da una rete di fiancheggiatori. Pochi anni fa, a Mattinata, venne catturato Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio”, ex braccio destro del boss viestano e oggi collaboratore di giustizia. Della Malva passò una parte della sua latitanza dai suoi alleati mattinatesi. Risale invece al 2011 la cattura di Giuseppe Pacilli alias “Peppe u’ Muntaner”, primula rossa dei Li Bergolis arrestato in un casolare tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo dopo 2 anni e 3 mesi di latitanza. Mentre riuscirono a restare in libertà per oltre un mese il mattinatese Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, alleato di Raduano, e il sanseverese Angelo Bonsanto, entrambi scappati dal carcere di Foggia durante la maxi evasione del 9 marzo 2020. I due furono raggiunti e arrestati dalla squadra mobile di Foggia il 14 aprile successivo in un casolare di Apricena insieme ad altri membri del clan tra cui Pietro La Torre detto “U’ figlie du poliziott” che all’epoca dei fatti era latitante da oltre un anno. Infine, il 30enne Gianluigi Troiano alias “U’ Minorenn” o “il piccolino”, latitante dal dicembre 2021 e uomo di fiducia di Raduano. Per un breve periodo Troiano si sarebbe nascosto all’ex Onpi di Foggia, venne intercettato ma riuscì a scappare. Si sarà ricongiunto con il suo boss? Gli sta fornendo appoggio? Nel frattempo anche in Sardegna proseguono le indagini per scovare i complici di “Pallone”. Non si esclude che alcuni criminali sardi abbiano fornito sostegno al capoclan per la fuga, ma si tende ad escludere che il viestano sia ancora sull’isola.

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