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SORPRENDENTE SCOPERTA: RESIDUI DI PLASTICA NELLO SPERMA UMANO. VARIA L’ORIGINE: CIBI, BEVANDE, CREME, DENTIFRICI

Plastica nello sperma umano: ne hanno dimostrato la presenza in sei campioni su dieci appartenenti a residenti, non fumatori, dell’area nord di Napoli e Salerno le professoresse Oriana Motta (università Salerno) Marina Piscopo ( Federico II, Napoli) e Elisabetta Giorgini (università politecnica delle Marche). La dottoressa Valentina Notarstefano ha identificato e caratterizzato con Microspettroscopia Raman, in dotazione del Dipartimento di Scienze Vita e Ambiente dell’Università Politecnica Marche. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica «Science of the Total Environment» e presentati al Congresso di Società Italiana della Riproduzione Umana.

La presenza di questi «estranei» nel liquido che potenzialmente darà vita ad esseri umani è inquietante poiché – com’è dimostrato – le plastiche contengono sostanze chimiche interferenti specie con il nostro sistema endocrino (ghiandole a secrezione interna che producono ormoni), capaci, quindi di provocare guasti marcati alla salute di nascituro e madre. Sostanze definite «interferenti endocrini o distruttori endocrini» (EDC). Primeggia, quale cattivo attore, il bisfenolo A con azione su ormoni estrogeni che possono anche dare interruzione patologica di gravidanza ed «origine fetale di malattia gravi nell’adulto», determinanti negative sull’intero corso della vita del nascituro.

I ricercatori hanno rilevato 16 frammenti di microplastiche (polipropilene, polietilene, polietilene tereftalato, polistirene, polivinilcloruro), poliossimetilene e materiale acrilico) di 2-6 micron (meno di un granello di pulviscolo ma, nonostante questo, altamente capaci di far male, molto male). «Una seria, ulteriore minaccia per la specie umana» (Luigi Montano, UroAndrologo dell’ASL Salerno, coordinatore di EcoFoodFertility). «L’origine di questi frammenti – il commento – potrebbe essere varia e può comprendere cosmetici, detergenti, dentifrici, creme per il viso e il corpo, adesivi, bevande, cibi o particelle areodisperse nell’ambiente ed entrare nel nostro corpo con alimentazione, respirazione, cute. Le vie più probabili di passaggio al seme pare siano epididimo e vescicole seminali, strutture più esposte a processi infiammatori favorenti maggiore permeabilità, ma anche per alterazioni importanti della barriera ematotesticolare».

Le stesse microplastiche fanno da cavallo di Troia, per altri tipi di contaminanti ambientali che legandosi ad esse generano altri danni negli organi riproduttivi, particolarmente sensibili agli inquinanti chimici. «Si tratta di un’emergenza da affrontare nell’immediato; aver già trovato il reo in una matrice così sensibile per la conservazione e l’integrità del nostro patrimonio trasmissibile – dice Montano, già presidente SEU – non è notizia confortante: è a rischio il futuro della nostra specie oggi più che mai minacciata nella sua essenza».

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