La cerimonia di premiazione si terrà A Chieti sabato 9 novembre 2024, presso il Palazzo Di Mayo.
I Tratturi, una rete di antichi percorsi che ci raccontano la storia di ieri e ci prospettano un futuro di rigenerazione sociale ed economica dei territori attraversati.
La pastorizia transumante, che genera i Tratturi sul territorio italiano, si afferma nel corso della rivoluzione neolitica, (in Italia intorno al 4000 a.c.), con variazioni spazio-temporali tra le diverse regioni. Le radici del fenomeno si possono trovare nelle antichissime abitudini dell’uomo che, seguendo sia il proprio istinto sia il moto delle stelle, il corso dei fiumi e i pascoli per il bestiame, diviene migrante periodico. Prima che Roma incida sulla penisola con il più grande disegno stradale dell’antichità, i Tratturi sono già in uso nei traffici commerciali e spostamenti umani. Il termine Tratturo compare durante gli ultimi secoli dell’impero romano, come deformazione del termine latino tractoria; tale vocabolo, nei Codici di Teodosio (401-460) e di Giustiniano (482-565), designa il privilegio dell’uso gratuito del suolo di proprietà dello Stato, che venne esteso, in tal senso, al transito delle greggi.
La transumanza ha costituito, nella realtà storica, un fenomeno molto complesso, che ha coinvolto diversi aspetti della vita e della cultura dei popoli che hanno vissuto questa esperienza. Nata come migrazione spontanea degli animali che seguivano i pascoli più verdi, divenne nel IV secolo a. c., un fenomeno gestito e controllato dal popolo dei Sanniti e già nel VII secolo a.c. i Dauni dell’antica Arpi (nome della città di Foggia, derivante dal greco) trattavano dei pascoli con la tribù dei Marsicani del piano del Fucino.
Per la natura specifica dei territori d’Abruzzo, ivi si affermano l’allevamento ovino e la “transumanza inversa”, ovvero la consuetudine dei pastori di risiedere stabilmente con le famiglie nelle città di montagna e di scendere in pianura in inverno; in altri paesi europei, si risiedeva vicino al mare e si andava d’estate in montagna. Questo fenomeno segna il paesaggio, condiziona la nascita di città, centri religiosi e fiere che si sviluppano lungo il tracciato dei Tratturi. Consolidatasi in epoca romana, con il potere centralizzato, in grado di gestire i pascoli in montagna ed in pianura, la pastorizia transumante si riduce con la frantumazione del governo del territorio nel periodo dell’Alto Medioevo; riprende dopo l’anno Mille con i Normanni, con Federico II, con gli Angioini.
Lo sviluppo massimo della pastorizia transumante e la più ampia struttura della rete tratturale regia iniziano dal XV sec., con Alfonso d’Aragona il Magnanimo, il quale, anche con riferimento alla Mesta spagnola, nel 1447 definisce i Tratturi e la Dogana di Foggia con “la mena delle pecore in Puglia”, all’interno del Regno di Napoli e del nuovo potere centralizzato della “Corona”.
La Dogana per la Mena delle pecore era un’istituzione fiscale, con sede a Foggia, che provvedeva ad affidare pascoli e ad esigere tributi. Il sistema socio-economico della transumanza, svolta attraverso i Tratturi, si conservò stabile per circa quattro secoli fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte ne sancì il termine. In realtà, i Borboni fecero ulteriori tentativi per riaffermare il modello, ma ormai il meccanismo di declino era avviato. Nel XIX sec. la pastorizia transumante cedette il passo all’agricoltura e, anche se forme private di transumanza continuarono a sopravvivere, usando anche i treni della rete appenninica, divennero sempre più modeste. Oggi la transumanza delle greggi è estremamente ridotta e si realizza con i camion; tuttavia, è fondamentale comprendere come questo fenomeno abbia caratterizzato, per secoli, il territorio abruzzese, molisano e pugliese.
L’intera rete dei Tratturi nel Regno di Napoli, andava da L ’Aquila a Taranto, a Matera e copriva circa 3000 Km di percorsi erbosi. Il più importante dei Tratturi regi, (tre i principali e due rami che riconducono ad essi), è Il Tratturo Magno, lungo 244 Km, che parte dalla Basilica di Collemaggio de L’Aquila, costruita grazie ai proventi ricavati dai lanari, ricchi commercianti legati all’economia della transumanza, e arriva a Foggia. Si tratta del più marittimo, “adriatico” dei Tratturi. Questo Tratturo convogliava le enormi greggi (milioni di capi) che partivano dal Gran Sasso, il Sirente e la Maiella, per giungere fino al Tavoliere delle Puglie, dopo aver lambito l’Adriatico, unico caso in cui le pecore e i pastori arrivavano a toccare il mare. Il tracciato del Tratturo Magno si è conservato abbastanza bene, pur con le variazioni intervenute con l’urbanizzazione e la realizzazione di reti stradali moderne (strade, ferrovie). Resistono presenze architettoniche, (chiese pastorali), cippi, fontane, radure di riposo, tracce di attraversamento dei fiumi, segni importanti di un percorso caratterizzato dall’esperienza economica ed umana, ma anche spirituale e religiosa. Le chiese erano dei fari nelle difficoltà che i pastori potevano incontrare, posti di ristoro dalla fatica e dalle malattie; a questo proposito, è il caso di citare l’Abbazia di San Leonardo, a Siponto, che aveva un vero e proprio ospedale, dove i transumanti e i pellegrini diretti alla grotta dell’Arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo venivano curati in caso di malattia dai Padri Canonici di Sant’Agostino.
I Tratturi ed i paesi che da questi venivano attraversati vanno tutelati e rigenerati come beni fisici e della memoria storica delle genti d’Abruzzo, Molise e Puglia. I paesi vanno difesi anche dallo spopolamento e dall’abbandono.
Parlare, quindi, di Transumanza e Tratturi non rappresenta una dimensione puramente nostalgica, ma può ispirare un progetto di vita nuova per questi luoghi, perché nulla più della Storia, intrisa di radici, può renderci uomini più consapevoli, capaci di battere le vie del presente e progettare, sulla memoria condivisa, un futuro in grado di contrastare i lati più deleteri della mondializzazione dell’economia, in primis le grandi diseguaglianze tra gruppi sociali. È ormai evidente a tutti che un presente a dir poco problematico, a causa di uno sviluppo tecnologico fuori controllo, della più drammatica crisi climatica generata dall’uomo, richiede un approccio diverso alla realtà; si avverte la necessità di un “neoumanesimo” che rimetta l’uomo e la sua felicità al centro dell’agire collettivo.
Anche quest’anno abbiamo deciso che la maniera più efficace, sana e bella per approfondire tutto questo sia dare spazio al
Un Premio Letterario che, come nelle precedenti edizioni, intende dare voce alle emozioni ispirate a queste vicende umane, sociali, economiche e spirituali, perché diventino un momento corale, per approfondirne la conoscenza. Risulta ormai ineludibile creare anzitutto momenti di progettualità che diano respiro e nuova vita a realtà che stanno subendo il fenomeno dello spopolamento, per la loro ubicazione geografica, che le relega fuori dal moderno circuito di un’economia veloce e consumistica. Questi luoghi sono la nostra storia e meritano una nuova opportunità, che li rigeneri e li faccia vivere e rivivere.
Un Premio Letterario inteso non solo come sguardo retrospettivo, ma come veicolo di ricerca per proposte innovative, legate ad una visione più umana ma non meno efficace dell’economia.
Pertanto, al centro delle tre sezioni ( poesia, narrativa, saggistica) sono richiesti non solo ricordi, ma proposte rigenerative a largo respiro, che ridiano valore ad un mondo che conserva intatto il suo fascino e la sua storia, da riproporre ai giovani che abbiano voglia di avvicinarsi ad una dimensione più vivibile della quotidianità e il coraggio di sperimentare un’economia legata a un modus operandi e vivendi che per secoli ha reso fiorenti luoghi, cittadine e paesi.
Emerge la necessità di costruire sistemi di governance locale, che vanno dalle associazioni e unioni tra comuni alle convenzioni tra enti, perché siano in grado di rispondere alle esigenze della popolazione locale sempre più anziana e soddisfare quelle di una giovane popolazione di nuovo insediamento, che non vorrà rinunciare ai servizi di prima necessità, quali la sanità, garantiti dagli ambiti urbani di provenienza.
Ecco perché la punta di diamante della quarta edizione del Premio Letterario Il Tratturo Magno sarà la progettualità, come volano di idee per spingere le istituzioni a favorire progetti rigenerativi di tali realtà. La storia e gli insegnamenti antichi saranno lo strumento per forgiare un nuovo futuro, nell’ottica di una società postmoderna, ma più umana. Un “neoumanesimo” e una “economia civile”, presente nella tradizione italiana proprio nel periodo della grande transumanza (XV-XVII sec.), sono possibili ed in grado di dare una prospettiva alle aree interne dell’Appennino.
Dopo il successo delle prime tre edizioni, confidiamo ancora nella creatività degli autori, perché questa importante vicenda umana diventi esempio per reinventare una nuova economia dei territori. Attraverso gli occhi dei nostri autori, che saranno i veri visionari, portatori di idee innovative, avremo una progettualità che darà nuovo ossigeno a questi luoghi che hanno fatto la storia delle nostre regioni. Il linguaggio artistico e la creatività possono fare miracoli, perché si abbeverano sempre non a torrenti, ma ad oceani di umanità. Anche in questa quarta edizione conserviamo la volontà di voler sviluppare, attraverso gli strumenti culturali della letteratura, iniziative aperte al mondo internazionale. Il pensiero va ai tanti italiani emigrati e ai loro eredi di seconda e terza generazione, (in America del nord e del sud, in Australia, in Canada, in Europa etc..), che già praticano il turismo delle radici e che potrebbero produrre testi dettati dalla memoria storica dei loro avi e da idee innovative e creative, per vedere rivivere i luoghi dove i loro antenati sono vissuti.
Nel bando è specificato che si accettano testi in lingua straniera con traduzione a fronte, da parte di coloro che hanno voluto conservare, come preziosa memoria, i ricordi di questa esperienza che ha toccato tantissimi comuni (solo il Tratturo Magno ne attraversa cinquanta).L’assoluta volontà è quella di coinvolgere il più possibile i giovani che, partendo dalle tracce della memoria, possano immaginare vite nuove in luoghi di grande sedimentazione storica e culturale, luoghi ove vivere il presente e il futuro. Solo così la memoria potrà aiutare il domani e non si fermerà alla fase dell’autocompiacimento nostalgico.
REGOLAMENTO
ART. 1
Traccia
Il Tratturo Magno nei suoi 244 Km da L’Aquila a Foggia, attraversa cittadine, innumerevoli borghi e paesi, un tempo animati da un’economia agropastorale, che li rendeva fiorenti, Oggi queste realtà sono sulla via dello spopolamento, risentono della loro ubicazione geografica, che li relega fuori dalla moderna economia veloce e consumistica. Eppure questi luoghi conservano intatto fascino e storia che li ha visti protagonisti di una vicenda storico-sociale unica, la Transumanza; essi meritano di diventare fulcro di nuova vita, in un’ottica societaria che accoglie e valorizza. Alcuni giovani di oggi, con l’opportunità del lavoro da remoto, stanno tentando una più umana qualità di vita, spostandosi nei piccoli paesi. Solo così questi potrebbero ripopolarsi, accogliendo anche chi è meno fortunato di noi ed è costretto a lasciare la propria terra di origine.
Immagina e racconta situazioni suggerite dalla traccia, usando il linguaggio poetico, narrativo o saggistico-progettuale, dando un esempio di futura vita per queste realtà.
ART.2
Requisiti per la partecipazione alla sezione Prosa.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, è una composizione in prosa, dattiloscritta, della lunghezza massima di cinque cartelle, da inviare in formato word (non sono ammessi pdf, altri formati o fotografie del testo) in copia elettronica a info@concorsoilrovo.it.
Si può concorrere con un solo testo in prosa. Saranno considerati fuori concorso i lavori che superino la lunghezza indicata dal bando.
ART. 3
Requisiti per la partecipazione alla sezione Poesia.
Il testo, inedito, in lingua italiana, vernacolo o altra lingua, con testo italiano a fronte, è una composizione in versi, o prosa poetica, dattiloscritta, della lunghezza massima di 30 versi o, nel caso della prosa poetica, di 100 parole, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word a info@concorsoilrovo.it. Si può concorrere con due testi poetici. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza massima di 30 versi o di 100 parole nel caso di prosa poetica o che non siano inviati in formato word.
ART.4
Requisiti per la partecipazione alla sezione Saggi e Progetti.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, deve strutturarsi come saggio, il cui contenuto riguardi la storia e lo stato attuale dei Tratturi, della Transumanza, delle realtà attuali da essa toccate, nonché suggerimenti, idee, progetti per la rigenerazione di questi luoghi e territori, per un riuso delle vie tratturali, con funzioni di cammini “religiosi” e “laici”, nonché per animali e per ovini; idee e proposte verteranno su punti e aree particolari da valorizzare; pascoli di collina e di montagna da recuperare. La lunghezza massima del saggio non potrà superare le 20 cartelle, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word, a info@concorsoilrovo.it. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza delle 20 cartelle standard e che non siano inviati in formato word.
ART.5
All’elaborato, redatto secondo la modalità stilistica prescelta, il candidato dovrà allegare una presentazione delle proprie generalità anagrafiche (nome, cognome, data di nascita), indicazione dei recapiti telefonici e postale, l’indirizzo email, breve biografia, con espresso consenso al trattamento dei dati personali e degli elaborati inviati.
ART.6
Il termine termine ultimo per la partecipazione al concorso è fissato al 20 settembre 2024. Per eventuali chiarimenti e precisazioni sono disponibili i seguenti contatti telefonici 347 6836508 / 345 4107735
E mail: info@concorsoilrovo.it
ART.7
Saranno premiati i primi tre classificati delle sezioni Prosa, Poesia, Saggi e Progetti.
I primi finalisti della sezione Prosa, della sezione Poesia e della sezione Saggi e Progetti, verranno premiati rispettivamente con 1.000 € e una targa ricordo. I secondi classificati verranno premiati con 300 € e una targa ricordo. I terzi classificati verranno premiati con una targa ricordo e con prodotti dei territori. In caso di assegnazione ex aequo, il premio in denaro verrà diviso in parti uguali fra i vincitori.
I vincitori saranno avvisati tempestivamente. I risultati saranno resi pubblici. Menzioni speciali potranno essere discrezionalmente assegnate dalla Giuria.
Nella giornata di premiazione, i vincitori dovranno ritirare personalmente i premi oppure; in caso di motivata impossibilità a partecipare, potranno farsi rappresentare da persone di loro fiducia, con delega e documento di riconoscimento dell’autore.
ART.8
I membri della giuria con eventuali rapporti di parentela con i partecipanti si asterranno dalle votazioni, con menzione nel verbale. La Giuria ha facoltà di non assegnare premi e attribuire menzioni, se le opere non dovessero risultare meritevoli.
ART.9
I vincitori del premio letterario il Tratturo Magno nonché i vincitori del concorso gemellato “Il Rovo” che vorranno partecipare alla cerimonia di premiazione del concorso IL TRATTURO MAGNO avranno un voucher, che permetterà loro di pernottare nella città di Chieti e riceveranno una pergamena a ricordo dell’evento.
Gemellaggio
Il Concorso letterario “il Rovo” è onorato di ospitare anche quest’anno una realtà culturale gemella, il concorso letterario “Il Tratturo Magno”, dedicato all’esperienza della transumanza, condivisa da più territori l’Abruzzo, il Molise e la Puglia, che intendono preservare e custodire questa preziosa esperienza umana, frutto di un indimenticabile periodo della vita agropastorale; un’ esperienza che ha generato un autentico spirito comunitario, frutto dell’incontro di vite e destini che sapevano di boschi e di pianure, di aspra fatica e di profondi scambi. Questo prezioso patrimonio va preservato, ricordato, valorizzato, evocato, perché le imprese collettive cementano gli uomini, li rendono per sempre legati ai luoghi, a una storia condivisa.
Il senso di questo premio è dare risalto a una realtà ora di nicchia, per renderla universalmente fruibile. Il premio il TRATTURO MAGNO è la prova tangibile che la memoria storica è rimasta nei territori dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia e merita di essere conosciuta in tutto il territorio nazionale e internazionale, per la valorizzazione e rigenerazione di territori ricchi di storia, cultura, architetture ed opere d’arte uniche, dagli Appennini all’Adriatico.
Concorso letterario IL ROVO
info@concorsoilrovo.it
La scadenza del bando del Premio Letterario Il Tratturo Magno è posticipata al 20 settembre 2024.
Vogliamo ricordare agli autori che il Premio Letterario Il Tratturo Magno, con il quale siamo gemellati, scade l’8 settembre, la casella di posta è la stessa del Rovo la trovate sul bando. Vi aspettiamo numerosi.