L’appuntamento organizzato dall’Amministrazione comunale il pomeriggio del giorno 8 ottobre, sul tema “Piano di recupero del Centro storico” ha avuto il merito di riaccendere un faro sulle condizioni attuali in cui versa la parte più importante e sensibile di Vico del Gargano. Quello presentato dal sindaco Raffaele Sciscio, dall’assessora all’Urbanistica Raffaella Savastano e da Michela Mezzanotte, dirigente l’Ufficio tecnico è, ad oggi, un pregevole tentativo di porre un argine al “fai da te” che ha sistematicamente flagellato il volto autentico del nostro Centro Antico.
Un primo, importante segno di discontinuità rispetto ad un passato poco glorioso. Il tema, per la sua complessità e vastità, è molto più profondo e richiede polso fermo e idee chiare. In premessa il sindaco è stato molto esplicito, tolleranza zero verso i flagelli e gli ecomostricciattoli di ieri e di oggi.
Gli hanno fatto eco l’assessora Savastano e l’arch. Mezzanotte, si tratta di linee guida per stabilire regole certe sugli interventi futuri. Questo oggi. Ma la vera sfida, perché di sfida si tratta, resta il problema del riuso del patrimonio edilizio esistente, degradato e da riqualificare e come affrontare economicamente e tecnicamente problemi legati al degrado, al disagio sociale ed a fenomeni di abbandono.
Non basta la volontà di una amministrazione comunale e il PUG, potenzialmente inidonei ad agevolarne il tentativo di rivitalizzazione. Muove da questa debolezza la Carta di Gubbio nel 1960 (Dichiarazione di principi sulla salvaguardia ed il risanamento dei centri storici), per ricondurre gli interventi nel “centro antico” nell’ambito di piani di risanamento conservativo e delle zone da salvaguardare e risanare.
Occorre un forte intervento della Regione Puglia con tutti gli strumenti di matrice conservativa, del carattere identitario delle aree e degli immobili di pregio storico, comprensivi anche del potere di emanare atti di programmazione in senso proprio.
All’osservanza dei precetti, presentati nel Piano di Recupero dall’Amministrazione Sciscio, è sovente subordinata l’erogazione di contributi pubblici per il recupero degli immobili e dei comprensori edilizi. Senza girare a vuoto, è chiaro a tutti che sulle misure di incentivazione di carattere economico, a vantaggio dei privati impegnati nel riuso e nella riqualificazione immobiliare, che si incentra la legislazione regionale.
I progetti di rigenerazione dei centri storici e, più in generale, delle aree urbane richiedono una strategia coordinata tra i diversi livelli istituzionali che, ferma la salvaguardia dei valori peculiari e storici, assuma sostanzialmente la partecipazione della comunità, rispetto alla quale ne dovrebbe essere esaltato il contenuto sostanziale e non meramente formale, attraverso tecniche di consultazione dei portatori di interessi. E’ un primo passo!
michele angelicchio