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FOTOGRAFIA/VIESTE REGALA UN TRIS DI MOSTRE IMPERDIBILI PER L’ESTATE 2025

“Un tridente d’arte pazzesco”. Così il gallerista e operatore culturale del mondo dell’arte Giuseppe Benvenuto definisce il tris di mostre, da lui curato, che da maggio a settembre 2025 arricchirà l’offerta turistica e culturale della città di Vieste.

Benvenuto, già noto alla regina del turismo pugliese per le ultime fortunate mostre degli anni scorsi di Banksy e Oliviero Toscani, alza ancora più il livello portando sul Gargano tre mostre differenti tra di loro con distinto ticket d’ingresso, che riusciranno ad attirare l’attenzione del grande pubblico così come degli appassionati dell’arte più sofisticati. La grande fotografia, un artista del Novecento super blasonato e l’arte contemporanea più influente e quotata.

Saranno ospitati nello spazio espositivo del Museo Archeologico Michele Petrone gli scatti del famosissimo fotografo americano di Steve McCurry, noto per la ragazza afghana, autore di infiniti reportage da tutto il mondo. A Vieste i visitatori potranno vedere delle foto legate al concetto di sostenibilità, clima e rispetto per l’ambiente. Il fotografo ha di recente collaborato per un progetto tutto centrato sull’agricoltura con la Fondazione Lavazza.

Decine di opere di Salvador Dalì della mostra attualmente a Modena “Nella mente del maestro”, che è stata prorogata fino al 29 giugno, dovrebbero, secondo le volontà dell’amministrazione viestana, essere allestite nella nuova Biblioteca San Francesco, nella suggestiva penisola omonima.

Ma la vera novità, la grande idea di Benvenuto, è tutta centrata sulla Torre San Felice, restituita alla comunità la scorsa estate e per cui è stata immaginata una nuova fruizione, slegato dal classico e paludato infopoint. L’arte contemporanea ha già conquistato i viestani e i turisti con Building Bridges di Lorenzo Quinn sul lungomare di Marina Piccola.

Ebbene dentro i locali della torre di avvistamento più incredibile di Puglia saranno ospitate le ultimissime opere di Jeff Koons, ultimo esponente di una ricchissima neo pop art, il cui Coniglio di Inox quotato 91,1 milioni di dollari, la più alta cifra mai pagata per l’opera di un artista vivente, è ormai una icona mondiale del postmoderno, un oggetto totale del desiderio tra gaming infantile, estetica scintillante e specchiante e kitsch.

Portare le opere di Koons a Vieste è davvero un colpaccio, se si considera che i suoi lavori in Italia si vedono solo in Fondazione Prada a Milano o in progetti specifici come il recente The ballons world di Roma con il famoso Balloon Dog Blue, il palloncino a forma di cane che viene donato ai bambini in ludoteca dai clown.

Nessuna opera in mostra sarà in vendita e ci mancherebbe altro. C’è da scommettere che la Torre sarà presa d’assalto.