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DUE GIORNI A VICO DEL GARGANO PER ANNUNCIARE CHE DIO NON È MORTO

I riti della pietà popolare nella Settimana Santa a Vico del Gargano, come in molte località dell’Italia e dell’area mediterranea, si perdono nella notte dei tempi e trasmettono emozioni indescrivibili. Per questo importante appuntamento annuale di fede le Confraternite si preparano a viverlo con un crescente coinvolgimento.

Nei pomeriggi domenicali, i confratelli partecipano rinnovando con la loro voce, la rituale antica Via Crucis. Nelle rispettive chiese, da secoli, sono custodi della tradizione orgogliosi di mantenere vivo questo pio esercizio della pietà popolare con una Via Crucis interamente cantata, sui versi del bolognese Luigi Antonio Locatelli, erroneamente attribuiti a Pietro Metastasio, e con un accompagnamento musicale si rifà alle note del compositore francescano padre Serafino Marinosci, che riesce bene a creare un’autentica atmosfera penitenziale.

Il Settenario della Beata Vergine Addolorata, celebrato durante la settimana prima della Domenica delle Palme, rinnova un’antica tradizione, autentica tappa del cammino verso il Triduo Pasquale.

La confraternita dell’Orazione e Morte, nella chiesa del Purgatorio, anima gli appuntamenti di questa settimana con i canti importati dai padri redentoristi, rielaborati dal maestro Raffaele Buonomo. La chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria del Suffragio, conosciuta come chiesa del Purgatorio, fu sede dell’Accademia degli Eccitati che elevò la Beata Vergine dei sette Dolori a sua celeste patrona.

Il 27 marzo 1760, giorno precedente la commemorazione de dolori della Madre di Dio, gli accademici si riunirono per recitare ben 16 sonetti composti in suo onore. L’entrata nel vivo della Settima maggiore è indubbiamente segnata dalla Domenica delle Palme: poi un susseguirsi di attività nella realizzazione delle scenografie, suggestive, attraverso le quali portare alla commozione del cuore de fedeli durante le Stationi del pellegrinaggio notturno.

Nella sera del mercoledì già si odono i Salmi dell’Uffizio intonati responsorialmente dai cori confraternali e al termine, il solenne Miserere a due voci. Con la messa in Coena Domini del giovedì ha inizio il Triduo Pasquale e per Vico del Gargano e le sue cinque Confraternite, questo è il giorno più lungo dell’anno. In una visione grandangolare ci troviamo immersi in un vortice di eventi. Il Pianto della Madonna presso la Chiesa Madre è il primo incontro di meditazione sui

dolori di Maria, al quale farà seguito (il giorno seguente), un altro presso la chiesa del Purgatorio. Qui i fedeli potranno partecipare all’Agonia -Le sette parole di Gesù sulla Croce-: un toccante pomeriggio in adorazione della reliquia della Santa Croce. Il tutto in un quadro scenografico dominato da un grande Crocefisso con ai piedi la statua dell’Addolorata.

Nella sera del Giovedì Santo, la recita dell’Uffizio delle Tenebre, intonato dai cori confraternali, crea un clima, che accoglie peregrinanti fedeli, turisti e curiosi, invitandoli alla preghiera. Nel cuore della notte, già si odono i versetti del salmo penitenziale 50, il Miserere mei Deus, che riempiranno tutta la giornata del venerdì fino a sera.

Dopo due giorni di lamentazioni e salmi penitenziali, che prefigurano il dramma della Passione e morte di Gesù, si esce improvvisamente dal buio della tragedia della morte del Signore e nella penombra della sera del Venerdì Santo, si assiste a un cambio di registro, al canto dell’ Evviva La Croce, con cui le confraternite e tutto il popolo esultano annunciando che Dio non è morto, ma è Risorto e Vive.

Si assiste a una scena che sembra un delirio collettivo, che non è più tristezza, ma gioia piena quale preludio alla Pasqua. Esultazione per La Croce ed esaltazione della Croce, preannunzio della Resurrezione, che ha cambiato la morte nella più bella storia dell’umanità. Dio mi ha regalato il suo Volto.

Lo ha regalato agli esclusi, ai senza speranza. Con questo suo dono, ha dato a ognuno di noi la possibilità di suscitare negli altri infinite resurrezioni. E la nostra resurrezione non è altro che l’amore che possiamo donare.

Buona Pasqua di Resurrezione

nicola parisi