A sollevare il caso Mariateresa Bevilacqua di Noi Moderati, Giuseppe Caruso di Alternativa Popolare e Luigi Demaria di Fratelli d’Italia. Ma Desimio non ci sta: “Gara trasparente”.
Fa discutere nella città regina del turismo pugliese la recente alienazione di due spazi commerciali in centro storico di proprietà del Comune. Con delibera del Consiglio comunale del 29 dicembre del 2023 il Comune di Vieste ha approvato il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari.
Nell’ottobre del 2014 è stato approvato un bando di indizione di gara relativa agli immobili di proprietà dell’amministrazione comunale da alienare. Si trattava di 5 locali, tre dei quali ad uso commerciale e gli altri ad uso turistico e residenziale, del valore a base d’asta complessivo di ben 2,4 milioni di euro circa.
Ebbene entro le 12 del 30 dicembre del 2024 erano pervenute presso il protocollo solo due offerte, una per il primo lotto e l’altra per il secondo lotto, con due plichi distinti, entrambe provenienti dalla srl GMG con sede a Vieste in Largo Seggio firmate dal legale rappresentante Gianpiero Pio Desimio, una società come si legge nella visura camerale, di commercio al dettaglio, ingrosso e anche tramite sistemi elettronici e informatici di ogni genere di alimentari e bevande, anche alcoliche, posseduta al 50% da Gianpiero Desimio e al 50% da suo fratello Matteo con capitale sociale di 10mila euro e con data di inizio dell’attività il 25 aprile del 2024. La ditta nei momenti clou dell’estate, a luglio, agosto e settembre, ha avuto un massimo di 6 dipendenti.
Il primo lotto messo all’asta dal Comune riguarda un piano terra in Vico San Michele al civico 4 con un importo a base d’asta di 144mila euro, il secondo lotto è sempre un piano terra nello stesso vicolo al civico 7, entrambi locali commerciali, del valore di 222.600 euro. Per un totale di 366mila euro.
La commissione di gara, composta dalla presidente la dottoressa Sofia Ruggeri, dalla rup dottoressa Gelsomina Scattino, dal geometra Libero Masiello e dal geometra e segretario Dario Mario Fabrizio, ritenuta deserta la gara per gli altri lotti, ha determinato di aggiudicare provvisoriamente i lotti 1 e 2 alla società GMG alla fine del dicembre 2024.
Ebbene il 16 aprile scorso, ad un anno esatto dall’avvio della società viestana, i due lotti comunali sono stati aggiudicati in via definitiva ai due imprenditori della GMG, che sono anche i fratelli dell’assessore di Vieste Gaetano Pio Desimio detto Tano, con deleghe alle Attività Produttive, Centro Storico e allo Sport, nominato dal sindaco Giuseppe Nobiletti dopo le dimissioni di Dario Carlino e Rossella Falcone nel marzo del 2024.
L’art. 78, comma 2, TUOEL dispone che gli amministratori comunali devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado.
L’assessore Desimio, che all’epoca della delibera comunale era solo un consigliere, risulta presente in videoconferenza e votante quando il Piano di alienazioni con quei lotti poi acquisiti dai fratelli è stato approvato in Consiglio comunale. Una questione che ha agitato l’opposizione, in particolare Mariateresa Bevilacqua di Noi Moderati, Giuseppe Caruso di Alternativa Popolare e Luigi Demaria di Fratelli d’Italia.
Come risulta da vari documenti catastali, l’assessore, campione di consensi nel 2022 che si è dichiarato subito disponibile dopo la nomina ad indire dei tavoli tematici sul commercio per promuovere il territorio viestano, sarebbe legato ai fratelli anche da vincoli patrimoniali. I due commercianti, che vendono bevande in centro storico a Vieste, insomma non sarebbero – a parere degli oppositori – due figure distanti dall’amministratore comunale.
Essi possiedono insieme diversi immobili vicini a quelli aggiudicati: 21 metri quadrati in Via Starace, un piano terra in Via Starace di 36 metri quadrati, un altro immobile in Via Dante di 59 metri quadrati e un altro posseduto dai tre fratelli insieme a Maria Caizzi di 126 metri quadrati e poi a Largo Seggio, in Via Gigante per un totale di 6 immobili del valore catastale di 1375 euro e 143 metri quadrati.
Così Bevilacqua, Caruso e Demaria: “Siamo rimasti increduli – osservano a l’Immediato – nell’apprendere che questi due beni immobili ubicati nel centro storico, oggi classificati come locali commerciali, già oggetto di sgombero per l’occupazione da parte di famiglie indigenti e del valore di 400mila euro siano stati aggiudicati ad una società costituita qualche mese prima della partecipazione al bando dai due fratelli dell’assessore Desimio, il quale ha le deleghe al Commercio e al Centro storico. Per queste e altre ragioni, ci chiediamo se non sia opportuno l’intervento del prefetto per l’esame dell’intera vicenda, posto che l’assessore Desimio era ed è in pieno delle sue funzioni in virtù delle deleghe assessorili, avendo approvato gli atti deliberativi propedeutici alla vendita, svolgendo attività commerciale stagionale nel centro storico con i due fratelli ed essendo comproprietario di altri beni immobili ubicati nel centro storico con i due fratelli”.
“Una gara trasparente – ha replicato Desimio -, c’è il bando pubblicato sul sito del Comune. I miei fratelli avevano già un’attività in essere quindi non vedo perché non dovrebbero investire per ampliare l’impresa. Una polemica che quindi lascia il tempo che trova. Al bando potevano partecipare tutti senza nessun problema. Non ci sono anomalie”.
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