“Come mi pongo rispetto a Enzo Miucci? Subito dopo di lui”. Matteo Pettinicchio, 40 anni, di Monte Sant’Angelo, pentitosi a febbraio quando confessò tra l’altro d’essere stato per anni il numero 2 del clan Li Bergolis quale vice di Enzino Miucci “u criatur”, è tornato a deporre in Tribunale a Foggia in videocollegamento da una località segreta.
Lunedì è stato interrogato nel processo Omnia nostra a 24 garganici molti dei quali ritenuti affiliati al gruppo rivale ex Romito; martedì pomeriggio (udienza iniziata dopo le 16 e proseguita sino al tardo pomeriggio) è stato ascoltato nel processo che lo vede imputato di spaccio di 100 grammi di cocaina smerciati a Vieste in concorso col compaesano Enzo Miucci, 42 anni; e il viestano Claudio Iannoli, 49 anni: anche loro due hanno assistito all’udienza in videocollegamento dalle carceri di Sassari e Parma dove sono rinchiusi. Per questa accusa i tre garganici cui la Dda contesta 1’aggravante di aver spacciato per agevolare il clan Li Bergolis, furono arrestati il 14 luglio 2023; il processo iniziò nel dicembre successivo.
Su accordo tra il pm Ettore Cardinali e i difensori – l’avv. Valeria Maffei per il pentito; Raul Pellegrini e Innocenza Starace per Miucci; Salvatore Vescera per Iannoli – acquisite le dichiarazioni rese da Pettinicchio alla Dda il 19 febbraio; poi il collaboratore di Giustizia ha risposto alle domande dei legali. Ha confessato il proprio coinvolgimento nello smercio dell’etto di cocaina; e puntato il dito contro i 2 coimputati, rimarcando che “le intercettazioni a nostro carico in questo processo sono chiare, c’è poco da interpretare. Avevamo telefonini in carcere per tenerci in contatto”.
Tra dicembre 2020 e l’autunno 2021 i carabinieri captarono i colloqui tra Miucci e Iannoli detenuti a Terni, e Pettinicchio rinchiuso a Lanciano; i tre avrebbero concordato la consegna dell’etto di cocaina a un giovane viestano arrestato in flagranza il 14 marzo 2021. A dire del pentito, “Davide Carpano” (coimputato condannato in primo grado a 8 anni con rito abbreviato dal gup di Bari) “venne da me in carcere a dirmi d’aver preso accordi con Miucci quando quest’ultimo era libero, concordando per la cocaina il prezzo di 65mila euro al chilo.
L’approvvigionamento dei 100 grammi credo che fu concordato direttamente da Miucci e Iannoli quand’erano detenuti. Miucci mi disse che quella droga sarebbe servita a pagare gli stipendi ai cugini Claudio e Giovanni Iannoli detenuti; decidemmo inoltre di fare un regalo alla vedova di Girolamo Perna perché era stato vicino a noi”: Perna fu ucciso a Vieste nell’aprile 2019 nella guerra di mafia con i rivali del clan Raduano.
Stando alla mappa delle alleanze tracciata dal pentito, il clan Li Bergolis poteva contare su Vieste sul gruppo Perna/Iannoli; mentre i rivali ex Romito (clan ora denominato Ricucci/Lombardi/La Torre) erano alleati della batteria capeggiata da Marco Raduano. Pettinicchio ha aggiunto che il clan Li Bergolis aveva referenti per lo spaccio nei vari paesi del Gargano che pagavano mensilmente una percentuale (il punto lo chiamano i mafiosi) al gruppo, soldi destinati alla cassa comune. Prossima udienza fra due mesi per requisitoria e arringhe.
Il pm Cardinali il 3 dicembre scorso chiese la condanna dei 3 garganici a 12 anni a testa; a febbraio poi Pettinicchio si pentì, quindi l’istruttoria dibattimentale fu riaperta per interrogarlo. Verosimile quindi che la Dda ribadisca le richieste di pena per Miucci e Iannoli a 12 anni, e un sensibile sconto per il collaboratore di Giustizia.
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