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BARI/ LA CORSA DI LOPANE AL TRAGUARDO DMO. I DUBBI DEGLI OPERATORI: «FRETTOLOSA»

L’assessore preme per una norma sulle società di servizi che dovranno gestire il settore.

Come anticipato da Gianfranco Lopane,, assessore regionale al Turismo, la legge che istituirà le Dmo (destination management organization) è una priorità. Ma i primi passi (normativi) già registrano le perplessità degli operatori che riscontrano una certa fretta nel definire questione delicate da cui dipende la competitività del servizio proposto al mercato.

Ecco che si discute di riforma – a fine legislatura – in un momento in cui il comparto viaggia a gonfie vele con i primi ponti pre-estivi che fanno segnare alti indici di riempimento delle strutture. In verità Lopane ha scelto il processo inverso: invece di chiarire subito cosa sono e come si muoveranno le Dmo punta su uno schema di legge che ridefinisce l’organizzazione del sistema turistico regionale.

I soggetti che compongono il quadro, in linea gerarchica, sono composti da Regione, enti locali, Aret-Pugliapromozione, Dmo, imprese turistiche e Pro-loco.

Secondo tale composizione, contenuta in una bozza, le carte sul tavolo non cambiano e resta la presenza del Psrt (piano strategico regionale del turismo) approvato dalla giunta sentito il parternariato economico sociale. Vengono fissati alcuni indicatori: la durata di cinque anni; il quadro dell’offerta; gli ambiti d’intervento; gli obiettivi; l’attuatore Pugliapromozione. Per le Dmo, invece, c’è un solo paragrafo alquanto generico. Come sono costituite? Sono definite sulla base delle proposte pervenute dai soggetti proponenti in accordo con altre amministrazioni pubbliche e soggetti privati e i proponenti fissano autonomamente la modalità organizzativa più idonea alla gestione e al governo della destinazione.

Vengono indicate le funzioni da assegnare tenendo presente che saranno centrali le linee guida da approvare entro sessanta giorni dopo l’entrata in vigore della norma.

Una Dmo dovrà gestire l’accoglienza, coordinare le attività di animazione e organizzazione di eventi, identificare i prodotti e coordinare le piattaforme digitali. Infine, c’è l’aspetto economico: per il riconoscimento del soggetto devono essere indicate le risorse da destinare all’attuazione del piano e le relative coperture finanziarie. Soprattutto i criteri di ripartizione dei costi, la metodologia di monitoraggio delle attività svolte e il sistema degli indicatori di risultato.

È bene ricordare che il “pallino” di Lopane – attivo nel settore alberghiero con la gestione dell’Hotel Alvino 1884 di Matera – è creare in tutta la Puglia almeno dieci Dmo con tanto di consigli d’amministrazione e struttura di gestione da nominare. È stato chiesto il supporto organizzativo della società Justgood Tourism che si è aggiudicata un incarico sulla spinta di Puglia Partecipa.

Il primo test si è tenuto con i tavoli tematici, mentre la successiva missione in Trentino Alto Adige ha portato gli operatori locali in trasferta per studiare le best practice.

Ma c’è anche il finanziamento regionale da 1,5 milioni per il «test» di Costa Sveva (sbandierato come un successo dal sempre attivo consigliere regionale del Partito Democratico, Filippo Caracciolo). «Puntiamo a predisporre una normativa chiara che definisca il ruolo e le competenze di queste nuove organizzazioni – ha detto Lopane – affinché possano operare con efficacia e contribuire in modo determinante alla competitività della Puglia del futuro».

corrieredelmezzogiorno