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LE POLEMICHE SUL GARGANO ED IL RAPPORTO CON I SINDACI. IL COMMISSARIO PAZIENZA DIFENDE LA SUA ATTIVITÀ ALLA GUIDA DELL’ENTE PARCO

Il Ministero l’ha da poco confermata per la terza volta nel ruolo di Commissario straordinario dell’Ente parco nonostante la contrarietà di tutti i sindaci.

Sono grato per la fiducia ancora accordata che inter­preto come invito a farmi parte ulteriormente respon­sabile per transitare l’Ente verso la nomina della nuova presidenza. In riferimento alla contrarietà dei sindaci mi permetta di dissentire.

Ovvero?

Ci sono amministratori locali che hanno ben compreso l’importante azione di riorga­nizzazione dell’Ente parco per­ché possa essere strumento a servizio dell’intero territorio e non di precostituiti interessi locali. I contrari sono coloro che guardano all’Ente come a un soggetto avente la limitata funzione di soddisfare partico­lari interessi locali. In questo tipo di atteggiamento manca l’idea di contestualizzare gli investimenti di risorse in una visione di crescita e sviluppo dell’intera area. La contrarietà, dunque, trova la sua radice in un divario culturale nella gestione della cosa pubblica da cui discende una significativa divergenza di visioni operative.

Ci dà qualche esempio?

Potrei farne vari. Qualche sindaco è a me contrario perché non ho aderito alla richiesta di rifacimento della piazza del paese con risorse dell’Ente (iniziativa im­procedibile per ubicazione fuori parco dell’area d’in­tervento e perché non rientrante nella mission sta­tutaria dell’Ente), o per non aver interceduto sul Co­mando dell’Arma dei Carabinieri del Reparto Parco Gargano perché venisse rivista la posizione di qualche concittadino multato per aver infranto nonne ambien­tali. Qualcun altro, per ravvicinarsi di appuntamenti elettorali, decide oggi di andare contro l’Ente Parco richiamandosi a situazioni che, se vere, avrebbero do­vuto esser sollevate già molto tempo fa e in altre sedi.

Mi riferisco, in particolare, alle critiche recentemente mos­se alla mia attività nell’Ente Parco definita fallimentare ed epurativa di alcuni ruoli di vertice (la Villani, di­rettore dell’Ente tra giugno e settembre 2020, e la Strizzi, ex direttrice facente funzioni, n.d.r.). A chi muove que­ste critiche sfugge che, nella fase di presidenza a me affidata, l’Ente Parco ha promosso numerosi progetti e intercettato circa 30 milioni di Euro. Prendo atto che, nel tentativo di denigrare l’Ente, qualcuno oggi ricorre a infondate narrative per dise­gnare 1’esistenza di chissà qua­le incapacità. Chiunque nel territorio svolge con onesta consapevolezza il ruolo di rap­presentante istituzionale sa perfettamente che ogni deci­sione è deliberata nell’Ente di­viene oggetto di vaglio del Col­legio dei Revisori e soprattutto del Ministero dell’ambiente (quale Autorità vigilante) oltre che del Ministero dell’Econo­mia e della Corte dei Conti.

L’assenza del Consiglio Direttivo appare come una delle più importanti attribuzioni di responsabilità che i sindaci del territorio Le fanno. Cosa ci dice?

La mancata affermazione di questo importante organo dell’Ente non è ascrivibile a mia responsabilità. La costituzione del Consiglio Direttivo è il frutto di una procedura in cui la presidenza dell’Ente non ingerisce affatto. Essa si sviluppa in un rapporto diretto tra la Comunità del parco e il Ministero.

Questo, accogliendo le decisioni della prima, emana Decreto di nomina a firma del Ministro. Il Consiglio Direttivo esistente all ‘atto del mio ingresso nell’Ente nel 2019 terminò il mandato nel giugno del 2020. Da allora – era in carica un pre­cedente Governo nazionale – nessuna istanza dell’Ente Parco tesa a ricostituire l’organo decaduto è stata mai considerata. L’ex vice-presidente del Parco, Claudio Costanzucci, e l’ex direttrice facente funzioni Carmela Strizzi, andarono in più di un’occasione a Roma per perorare detta causa ma senza risultati. Si determinò una vacatio di funzione che mai nessuno avrebbe im­maginato così lunga.

 Nel marzo 2023, interloquii con il Sottosegretario delegato ai parchi, il Sen. Claudio Bar­baro, dal quale ricevetti grande attenzione istituzionale. Agli inizi di luglio, all’esito delle elezioni amministra­tive di quel periodo, giunse alla presidenza della Co­munità del Parco l’invito a procedere con le designa­zioni. Ne seguì un’inspiegabile e grave disattenzione; la Comunità del parco infatti venne convocata dal suo presidente il 6 novembre 2023, a ben quattro mesi di distanza dall’invito. Non solo. Nonostante gli uffici dell’Ente Parco, da me sensibilizzati, sollecitamente ap­prontarono i formali atti deliberativi di quell’assemblea per essere firmati e trasmessi al Ministero, la presi­denza della Comunità firmò il 18 dicembre 2023 a oltre un mese dalla preparazione degli atti, a pochissimi giorni dalla pausa natalizia e con un ritardo cumulato di ben cinque mesi dall’invito. Per quanto venni infor­mato, la documentazione venne letta al Ministero dopo le festività, quando si era ormai giunti nel nuovo anno, che avrebbe visto la scadenza del mio mandato, e che vedeva modificata la visione operativa dello stesso.

Qualcuno ha anche criticato l’attenzione da Lei de­dicata all’Anna dei Carabinieri impegnando significa­tive risorse per il potenziamento delle caserme forestali anziché al soddisfacimento di esigenze dei comuni.

La risposta non può che risiedere nel giudizio di valori: per qualcuno può essere importante impegnare risorse per ristrutturare la piazza del paese, per organizzare serate estive con fuochi d’artificio, ecc.; io ho condiviso – ritenendola prioritaria – l’esigenza di aumentare i pre­sidi di controllo del territorio. Gli interventi sulle ca­serme che saranno consegnate all’Arma dei Carabinieri non sono il solo intervento che l’Ente sta implemen­tando. Degna di nota è anche la ristrutturazione di un immobile nella sede della ex segheria di Mandrione (in Vieste, n.d.r.) per adibirlo a presidio rurale dei Vigili del Fuoco in un’area che definirei come un importante hub interforze per l’attività di antincendio boschivo.

gazzettacapitanata