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REGIONE PUGLIA, INTESA IN MAGGIORANZA SUL TAGLIA-POLTRONE: I CONSIGLIERI PASSERANNO DA 50 A 40. MA SI ASPETTA IL PARLAMENTO

Nel centrosinistra si è raggiunto (per ora) solo un accordo minimo. È fissato su due binari. Il primo: sarà modificato lo Statuto perché prenda atto che il numero dei consiglieri regionali scende da 50 a 40, secondo le previsioni della legge statale del 2011. Normativa che dispone il taglio di 10 seggi quando la popolazione scende, come in Puglia, sotto i 4 milioni.

Secondo binario: si costruirà una piattaforma da portare in Consiglio con varie modifiche alla legge elettorale pugliese. Su questo ultimo punto ci sono varie sensibilità tra i gruppi. Ma su un tema sono tutti d’accordo: l’esigenza di prevedere il consigliere supplente, ossia il primo dei non eletti che prende il posto del collega diventato assessore (fino a che resta in giunta).

Al vertice hanno partecipato i capigruppo e i responsabili politici di Pd, Azione, Con, Per la Puglia. Ha coordinato Giovanni Procacci, consigliere del presidente Emiliano. Sono intervenuti anche l’ex pd Michele Mazzarano e Massimiliano Stellato di Iv, invitati per tenere salda la maggioranza. Tanto più perché, per modificare lo Statuto, occorre la maggioranza assoluta (metà più uno dei componenti), oltre che la doppia lettura a distanza non inferiore ai 60 giorni. Si è concordato di portare la modifica statutaria in Aula il 27 maggio e poi la seconda lettura il 29 luglio. In modo da essere pronti a settembre, fine della legislatura, per indire le elezioni.

Perché modificare lo Statuto? Risponde il capogruppo pd Paolo Campo: «Per garantire il corretto esito delle elezioni» in caso di effettivo taglio dei consiglieri. In altre parole: è noto che giace in Senato una proposta (firmata dai capigruppo di centrodestra e appoggiata anche dal Pd) che annulla il taglio dei seggi, quando lo scostamento di popolazione è minimo, cioè inferiore al 5%. Il coordinatore pugliese di FI, Mauro D’Attis, fa sapere che confida in tempi rapidi: in modo che la legge statale «salva-Consiglio» sia pronta per l’estate.

Il centrosinistra regionale teme, invece, che non arrivi in tempo: per evitare eventuali ricorsi che mettano a rischio le consultazioni, cambia lo Statuto e lo rende coerente con la legge statale del 2011. Se poi la norma salva-consiglieri arrivasse entro fine luglio, la seconda lettura dello Statuto potrebbe cadere. Oppure si potrebbe costruire la modifica statutaria in modo che non entri in vigore se il Parlamento confermasse il Consiglio a 50.

Nei prossimi giorni, gli uffici legislativi dell’assemblea e della giunta si confronteranno per mettere a punto il dispositivo. I dubbi su come costruire la norma non mancano: si dovrebbe dire che i consiglieri sono 40 sempre che non arrivi la legge statale che conferma i dieci seggi in più. Modificato lo Statuto, va da sé, subito dopo occorrerà cambiare la legge elettorale. Che dovrà stabilire quanti sono gli eletti per ciascuna provincia (i nuovi numeri).

Sul consigliere supplente (che riguarda la futura maggioranza) sono tutti d’accordo nel centrosinistra. Anche sul fatto di prevedere il supplente pure nel caso i consiglieri restassero 50. In sintesi: con assemblea a 40 potrebbero esserci fino a 8 supplenti, con assemblea a 50 fino a 10 supplenti. Questo significa prevedere un maggior numero di eletti e invogliare le candidature.

Si possono fare i supplenti a condizione, proclama più d’uno, che i costi restino invariati. E che si utilizzi il denaro che andrebbe al funzionamento dei gruppi. I quali, così, rimarrebbero privi di molti collaboratori esterni.

La previsione del consigliere supplente andrebbe in un unico testo assieme al modo di calcolare il 4% dello sbarramento elettorale (sulle liste e non sui candidati presidenti) e alle preventive dimissioni dei sindaci in caso di candidatura (si punta a fissare un termine di 60 giorni e non sei mesi come deciso a dicembre). Il pacchetto andrà discusso con l’opposizione.

Campo ha assicurato il proprio interessamento affinché il Pd valuti la possibilità di ricandidare Mazzarano: il che lo legherebbe in maniera più stringente alla maggioranza. Mentre Stellato chiede di occupare la poltrona, vuota da un anno, di vice presidente del Consiglio. È appannaggio del Pd. I dem sono possibilisti.

corrieredelmezzogiorno