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GIANNINA, L’ULTIMA TESSITRICE DI CARPINO: “COSÌ IL MIO TELAIO RISCHIA DI FERMARSI PER SEMPRE”

Da oltre 50 anni custodisce un’arte antica ormai dimenticata. L’appello alle ragazze del paese e alle istituzioni: “Non lasciate morire questa tradizione”.

Giannina Di Brina ha poco più di 72 anni e da una vita fa la tessitrice a Carpino, l’ultima tessitrice di una antica tradizione ormai in via di estinzione. “Faccio questo mestiere da oltre 50 anni, da quando vedevo le anziane donne di Carpino lavorare la lana al telaio per realizzare capi favolosi. Ormai il telaio è per me uno strumento indispensabile dove realizzo di tutto: dalle lenzuola agli asciugamani, alle coperte, tende, stoffe per abbigliamento. Tutti manufatti realizzati con materie prime naturali, ad iniziare dalla lana di pecora. Fino agli anni settanta in ogni casa, il ritmico suono dei telai ha accompagnato il passaggio delle stagioni. Si filava a mano soprattutto il corredo della sposa e dello sposo. Nel 1866, mentre iniziava il declino di questa attività domestica, sul Gargano erano ancora presenti 1800 telai.

Oggi, invece, siamo rimasti in poche donne a fare questa attività. A Carpino solo io, peccato che nessuna ragazza ha voluto intraprendere questa tradizione. Purtroppo le giovani ragazze di oggi non amano queste cose, pensano a tutt’altro. Dispiace perchè i lavori che si realizzano al telaio sono molto richiesti, si potrebbe creare una nuova economia sul Gargano, invece si pensa ad altro. Ho l’impressione che con me anche l’ultimo telaio si fermerà”.

Giannina non si arrende, e attraverso i nostri microfoni lancia l’appello alle ragazze del paese. “Pensateci, venitemi a trovare e imparate questo mestiere. Mi piacerebbe tramandare alle giovani generazioni questa antica tradizione. Non lasciamola morire”. Infine si rivolge alle istituzioni locali. “Il Parco del Gargano nel lontano 1999 fu l’unico ente a crederci finanziando il progetto Penelope con il compianto Matteo Fusilli. Poi il nulla assoluto”.

saverio serlenga