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VERSO LE REGIONALI, CENTRODESTRA SENZA CANDIDATO. E LA LEGA LANCIA VANNACCI

La proposta del consigliere regionale Napoleone Cera, neo vice coordinatore del Carroccio in Puglia.

La Lega lancia Roberto Vannacci come candidato governatore: una proposta che arriva dal vice coordinatore Napoleone Cera, consigliere regionale, fresco arrivato in casa Carroccio. Al cospetto del silenzio dei vertici del centrodestra, Cera rompe gli indugi e lancia l’ex generale, ora eurodeputato, già in predicato di un posto da candidato consigliere nelle circoscrizioni di Bari e Lecce.

Consigliere Cera, il centrodestra non decide sul candidato presidente. Perché?

«Perché, a differenza del centrosinistra, non vogliamo fare scelte di palazzo. Preferiamo riflettere, discutere, confrontarci con i territori, anziché calare un nome dall’alto. Chi oggi governa la Puglia – e lo fa da vent’anni – non ha esitato un attimo: hanno già deciso tutto tra di loro. Vendola, Emiliano, ora Decaro. Sempre gli stessi: un sistema chiuso, autoreferenziale, che pensa solo a conservarsi».

Vendola ed Emiliano hanno fatto le primarie. Lo ricorda?

«Vere primarie, forse, furono quelle di Vendola. Ma Emiliano e Decaro fanno parte dello stesso giro da tempo: sempre loro, negli stessi ruoli. Nel frattempo i pugliesi fanno i conti con una sanità al collasso, ambulanze senza medici, liste d’attesa infinite. I giovani vanno via, le imprese annaspano, i fondi vengono spesi in eventi e passerelle. Se lo stallo del centrodestra significa trovare il coraggio di rompere questo sistema, allora ben venga qualche giorno in più. Meglio prendere tempo che fare l’errore di candidare un nome che piace ai salotti ma non dice nulla alla gente».

I primi sondaggi non sono positivi per il centrodestra. Peraltro lo stallo incide sulla capacità di attrazione. Non crede?

«I sondaggi sono un termometro, non un destino. Se i pugliesi votassero come nei sondaggi, Emiliano non sarebbe mai diventato presidente. Invece governa da quasi dieci anni. La verità è che in Puglia c’è una macchina del consenso costruita sul controllo del potere, fatta di clientele, promesse, nomine. Il problema non è lo stallo».

E allora qual è?

«Il vero danno sarebbe candidare qualcuno solo per accontentare tutti: ecco cosa ci farebbe perdere la possibilità di vincere. La gente vuole rottura, verità, facce nuove, parole chiare. Non ha più fiducia nei politici da salotto o nei candidati imposti dall’alto. Se il centrodestra saprà proporre una figura che parli alla pancia e al cuore dei pugliesi, i sondaggi cambieranno, eccome».

Come uscire dalla fase di stallo, secondo lei?

«Con coraggio. Questa è l’ultima chiamata per il centrodestra pugliese. Non possiamo più permetterci candidati deboli, scelti per tenere buoni i partiti o per non disturbare gli equilibri. La Puglia non ha bisogno di un volto accomodante. Ha bisogno di una figura autorevole, credibile, in grado di riportare rigore e rispetto nelle istituzioni. Serve un nome che faccia paura al sistema Emiliano-Vendola-Decaro».

Chi potrebbe essere?

«Potrebbe essere l’onorevole Vannacci. Se vogliamo vincere, dobbiamo offrire un’alternativa vera, radicale, non una copia più educata dell’avversario».

L’ex generale interpreta la destra-destra e soprattutto non è pugliese. L’elettorato pugliese gradirebbe?

«La domanda da farsi non è se Vannacci è pugliese o no. La vera domanda è: chi ha rovinato la Puglia – e governa ancora – è pugliese o no? Se essere pugliese significa amministrare come Emiliano, Vendola e Decaro, allora lasciamo perdere la domanda sulla provenienza geografica».

Alle elezioni regionali non è un argomento da eludere.

«Le dico che Vannacci ha un merito: dice quello che pensa, rompe gli schemi, soprattutto non ha nulla da spartire con i giochi di potere di questa Regione. Non piace a chi vive di equilibri e clientele? Benissimo. Allora è il segnale che stiamo andando nella direzione giusta. Qualche giorno fa si è parlato anche del direttore del Tg Norba Enzo Magistà come possibile candidato. Una figura che non mi dispiacerebbe affatto».

Scusi, ma sono due figure totalmente diverse. Magistà viene dal filone democristiano.

«Magistà conosce la Puglia, la racconta ogni giorno, ne parla da giornalista e spesso dice cose scomode. Ecco, lui o Vannacci, serve qualcuno che non abbia paura di dire la verità, anche se scomoda. O scegliamo una rottura vera o ci ritroveremo altri cinque anni di bugie e passerelle».

corrieredelmezzogiorno