Operazione “Mari e Monti”, gli indagati salgono a 50: c’è anche la compagna del boss Enzo Miucci, capo dell’organizzazione criminale garganica.
Sono 50 gli indagati in “Mari e Monti”, maxi operazione contro il clan dei montanari Li Bergolis-Miucci, il più potente della mafia garganica. Dopo i 39 arresti di ottobre 2024, l’inchiesta si è allargata coinvolgendo anche le donne del clan: sotto inchiesta ci sono la montanara Marilina Scarabino, compagna del boss Enzo Miucci detto “U’ Criatur”, e Maria Gaetana Santoro detta “Nella”, madre del viestano Claudio Iannoli. Le due donne vanno ad aggiungersi a Maria Francesca Palumbo, coinvolta già dal giorno del blitz e compagna di Raffaele Palena detto “Strizzaridd”, elemento di vertice della cellula di Monte Sant’Angelo dell’organizzazione.
Secondo la procura antimafia, il clan avrebbe ereditato struttura, metodi e strategie dal sodalizio già condannato nel maxi processo “Iscaro-Saburo”, mantenendo un potere criminale radicato e persistente tra Monte Sant’Angelo, Vieste, Manfredonia e zone limitrofe, iniziato con Ciccillo Li Bergolis, ucciso nel 2009 e proseguito con i nipoti Armando, Franco e Matteo Li Bergolis, tutti in carcere a scontare lunghe condanne.
Tra gli indagati figurano alcuni nomi di peso, primo tra tutti Enzo Miucci, ritenuto capo dell’organizzazione, affiancato dal fratello Dino Miucci, Matteo Pettinicchio, Raffaele Palena, Lorenzo Scarabino, Roberto Prencipe detto “Roberto della Montagna” e Raffaele Prencipe detto “Arafat”.
La lista prosegue con Giovanni Caterino (basista della strage di San Marco), Nicola Ciliberti, Giuseppe Pio Ciociola detto “Pannone”, Gianmichele Ciuffreda, Libero Colangelo, Giulio Guerra, Claudio Iannoli detto “Cellino”, Giovanni Iannoli detto “Smigol”, Tommaso Tomaiuolo, Matteo Lauriola, Pasquale Totaro detto “Farfaridd”, Orazio Pio La Torre, Piergiorgio Quitadamo, Carmine Romano detto “Chicill”, Giuseppe Stramacchia detto “Il secco”, Angelo Totaro detto “Farfaridd” e Gianluigi Troiano.
L’elenco include infine Michele Guerra, Antonio Miucci (figlio del boss Enzo), Raffaele Miucci, Marco Primavera, Filomena Primosa, Giacomo Loperfido, Michele Pellegrino, Michele La Torre, Mario Totta, Luigi Mazzamurro, Matteo Armillotta detto “Babbione”, Angela Basta, Donato Bisceglia, Davide Carpano detto “Il ciotto”, Marino Arturo Ciccone, Fatma Dridi, Francesco Gallo, Alessandra Muraglione, Maria Francesca Palumbo, Marco Raduano detto “Pallone”, Lorenzo Ricucci detto “Ciacciamucc”, Maria Gaetana Santoro detta “Nella”, Giuseppe Vitulano detto “Tuteppe”, Luigi Ferri detto “Gino”, Marilina Scarabino e Pasquale Vignola.
I pentiti sono Matteo Pettinicchio, Matteo Lauriola e Giuseppe Stramacchia; tutti e tre hanno avviato un percorso di collaborazione con la giustizia in seguito al blitz “Mari e Monti”. Collaborano anche i viestani Raduano e Troiano che però erano già passati nelle fila dell’organizzazione rivale Lombardi-Scirpoli-Raduano.
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