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FOGGIA/ PIÙ CONTROLLI NEI CANTIERI. ALLARME PER LE PICCOLE IMPRESE. IL VERTICE IN PREFETTURA DOPO L’ULTIMA MORTE BIANCA AVVENUTA AD APRICENA

L’ultimo incidente sul lavoro in un cantiere ad Apricena. Ma ci sono anche le morti bianche sui trattori, che spesso vengono de­rubricati ad incidenti stradali, ma avvengono mentre i coltiva­tori sono nei campi. La questione del lavoro è stata al centro della riunione convocata dal prefetto di Foggia, Giovanni Grieco, alla presenza dei rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia locale, delle organizzazioni sindacali, dei delegati dell’associazione na­zionale costruttori edili di Confindustria, dell’ufficio scolastico territoriale ed ancora di Inail e Inps.

«Il problema delle morti sui luoghi di lavoro rappresenta un’emergenza, ma devo consta­tare che è una cosa che dura da molto e non si vedono grossi se­gnali di cambiamento. Quindi quello che abbiamo fatto è uno di quei momenti in cui facciamo il punto della situazione con tutti

gli enti preposti», ha spiegato il prefetto di Foggia, Paolo Giovan­ni Grieco che ha poi aggiunto: «Cerchiamo di dare nuovo impul­so a mondo dell’imprenditoria per quanto riguarda la tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

 Il confronto è stato un momento si­gnificativo che si inserisce in un percorso iniziato già da qualche anno proprio con un’attenta vi­gilanza su questo tema. Speriamo di poter portare avanti iniziative significative con la collaborazio­ne del mondo imprenditoriale, mostrando sempre più che le buo­ne prassi in materia di sicurezza sul lavoro danno frutti e non sono un costo ma un investimento. Non dimentichiamo che, a volte, soprattutto in alcuni settori de­licati come quello dell’edilizia, non sempre le maestranze sono adeguatamente formate su come devono utilizzare i sistemi di pro­tezione individuale».

«Noi – ha concluso il prefetto di Foggia – lavoreremo anche sul fronte delle istituzioni perché devono spiegare e formare gli im­prenditori, soprattutto piccoli – perché i grandi sono ben consapevoli di quello che devono fare – sensibilizzando gli operatori an­che a sanzionare, perché se non c’è la minaccia sanzioni non sem­pre poi tante cose si fanno».

La riunione al Palazzo del Go­verno di Foggia si è svolta a poche ore dall’autopsia sul corpo dell’ultima vittima sul lavoro in Capitanata, eseguita al diparti­mento di medicina legale del po­liclinico di Foggia. L’autopsia sulla salma di Nicola Marino, l’uomo di 59 anni morto il 22 apri­le scorso dopo essere caduto da un ponteggio alto circa sette metri all’interno di un’azienda di lavo­razione del marmo nella quale era impiegato come guardiano in una zona alla periferia di Apricena, era stato ordinato dalla pro­cura di Foggia.

L’esame è stato eseguito dalla dottoressa Stefania De Simone dell’istituto di medicina legale di Foggia. Entro 90 giorni il deposito della perizia. La vittima aveva un contratto come misura alternativa alla detenzione, lavorava nell’azienda dal 2023 e, stando a quanto riferito dai suoi legali, l’uomo viveva all’interno della stessa azienda, in un’ala adibita alle sue esigenze quotidiane.

Quanto accaduto è stato fin da subito oggetto di indagine da par­te dei carabinieri coordinati dalla procura. Il magistrato ha anche disposto accertamenti tecnici non ripetibili sul cellulare della vittima e su altri reperti seque­strati sul luogo dell’incidente. A dare l’allarme fu un collega che avrebbe udito un tonfo e sarebbe accorso in aiuto del 59enne, or­mai deceduto. Gli esami, tra cui l’autopsia, sono stati fm da subito sollecitati dai legali dei familiari della vittima, gli avvocati Cosimo Damiano Cirulli e Maurizio Iocola, per «chiarire con precisione le cause del decesso».