Il 1° Concerto di Primavera Lirico Sinfonico, tenutosi sabato 17 maggio 2025 presso la Chiesa di San Giuseppe Operaio a Vieste, organizzato nella ricorrenza di due giganti della chiesa viestana: don Luigi Fasanella nel 30° anniversario della scomparsa, fondatore dell’Oratorio e di don Giorgio Trotta, ha rappresentato un evento musicale di grande rilievo per la comunità locale. Il Coro Polifonico “Città di Vieste – Don Giorgio Trotta”, composto da 50 coristi viestani autodidatti, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica del Teatro Goldoni di Livorno hanno offerto una performance emozionante sotto la direzione del maestro Michele Lorusso.
Un programma ricco e coinvolgente che ha saputo emozionare il pubblico e confermare l’alto valore artistico del Coro viestano che ha accompagnato il pubblico in un viaggio musicale intenso e coinvolgente. Ogni brano ha contribuito con una propria sfumatura emotiva, creando un crescendo che ha lasciato un segno profondo nei presenti.
Il Preludio da “La Traviata” di Verdi ha aperto la serata con eleganza.
“Quel guardo il Cavaliere” dal “Don Pasquale” di Donizetti, interpretato dalla soprano Costanza Cutaia, ha portato una ventata di leggerezza e vivacità. La sua vocalità agile e brillante ha trasmesso malizia e ironia, suscitando sorrisi e applausi.
“La donna è mobile” dal “Rigoletto” di Verdi, eseguito dal tenore Andrea Calce, ha acceso l’entusiasmo della platea. La celeberrima aria ha sprigionato energia e virtuosismo, concludendosi in un tripudio di applausi.
“Ave Verum Corpus” di Mozart, affidato al coro e all’orchestra, ha rappresentato un momento di profonda spiritualità. Le voci si sono intrecciate in un’armonia celestiale che ha commosso il pubblico, in un’atmosfera di raccoglimento e sacralità.
“Va, pensiero” da “Nabucco” di Verdi è stato il cuore emotivo della serata. L’intensità del coro ha dato voce al desiderio di libertà e appartenenza, suscitando un sentimento collettivo di elevazione e appartenenza.
Un concerto, dunque, che ha saputo far vibrare l’anima, alternando pathos, leggerezza e spiritualità.
A sorpresa, il concerto si è concluso con l’esecuzione dell’ Hallelujah di Hendel questo brano, caratterizzato da una scrittura corale intensa e da una profonda espressività, ha aggiunto un tocco di solennità e maestosità alla serata, lasciando il pubblico profondamente commosso.
Il Coro “Don Giorgio Trotta”, ha offerto un’esecuzione impeccabile sotto la direzione del Maestro Michele Lorusso. Con passione, pazienza, competenza, e sfidando eserciti di “vuoti a perdere” Lorusso ha saputo plasmare un ensemble di voci autodidatte, trasformandolo in una realtà corale di alta qualità.
L’evento ha evidenziato la necessità di spazi culturali adeguati a Vieste. Sebbene la Chiesa di San Giuseppe Operaio abbia offerto un’atmosfera suggestiva, la crescente partecipazione del pubblico e la qualità delle esibizioni richiedono strutture più idonee per ospitare eventi di tale portata.
Un plauso va all’Assessorato alla Cultura del Comune di Vieste per aver sostenuto questo evento, che ha messo in luce la vitalità culturale della città. Oggi, musica e teatro hanno sfondato delle porte e si apprestano ad aprire portoni. E’ auspicabile che l’amministrazione comunale riprenda in considerazione la creazione di spazi culturali adeguati. Investire in infrastrutture culturali non solo valorizzerebbe il talento locale, ma contribuirebbe anche a consolidare Vieste come punto di riferimento culturale nel Gargano.
RIPRESE DI ANTONIO ABATANTUONO