Venerdì mattina, 23 maggio, una delegazione dei sindaci della comunità del Parco Nazionale del Gargano, è stata ricevuta dal Prefetto di Foggia, che alla luce dell’evidente anomalia di non avere – l’ente con sede a Monte Sant’Angelo – un organo esecutivo da circa 7 anni, si sarebbe impegnato di intervenire presso il ministero dell’Ambiente.
Nonostante la fine del mandato, alla guida del Parco c’è sempre Pasquale Pazienza, docente dell’Università di Foggia, ma con l’altro ruolo di commissario. Grazie al terzo decreto firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin – ossia la seconda proroga – vi resterà fino al 30 giugno. I sindaci della comunità del Parco chiedono la nomina del nuovo presidente e soprattutto quella del Consiglio direttivo.
Proprio per mancanza di un Consiglio direttivo e di un direttore generale – figure in seno all’Ente che avrebbero potuto traghettare il Parco fino a nuovo nomina – il ministro aveva indicato l’uscente Pazienza quale neo commissario dell’Ente. Il centrodestra ha ancora un mese per sciogliere la riserva, con la Lega di Matteo Salvini che rivendica la leadership, Forza Italia decisa a rilevarla con Raffaele Di Mauro e Fratelli d’Italia pronta ad insediarla, tra i due litiganti.
I sindaci, lo ricordiamo, si erano detti pronti a scendere in piazza insieme a tutte le loro comunità dalla governance. Nelle settimane scorse, il presidente della comunità del Parco che riunisce 18 comuni, il sindaco Rocco di Brina, aveva denunciato lo schema di potere che a suo dire avrebbe portato all’isolamento del Parco, all’abbandono delle comunità, e precluso i rapporti con la Governance, la cui gestione era stata bollata dai sindaci come “monocratica”.
Nonostante per ben tre volte si sia proceduto alle nomine dei rappresentanti territoriali in seno al Consiglio direttivo, il Ministero ha sempre glissato. Basti pensare che l’ultima nomina dei rappresentanti dei sindaci è stata fatta il 6 novembre 2023