Le dimissioni diventeranno irrevocabili dopo 20 giorni. Al via una crisi “pilotata” che i detrattori chiamano ribaltone (l’ennesimo della storia cittadina) e i costruttori “una nuova chances per la citta’” L’obiettivo? Portare all’epilogo la paralisi politica amministrativa in atto da mesi. Dovesse fallire il tentativo,la parola tornerebbe al popolo elettore.
Oggi intorno alle ore 13 il sindaco Filippo Barbano ha protocollato le formalidimissioni al fine di consentire uno sbocco costruttivo alla crisi che paralizza ormai da mesi Palazzo San Francesco, sede municipale. Il sindaco con questo atto formale ha di fatto avviato l’iter per una risoluzione “pilotata” della crisi allo scopo di consentire la costituzione di una eventuale nuova maggioranza (per i detrattori trattasi di ribaltone, l’ennesimo della storia cittadina), o in caso contrario azionare la leva del “tutti a casa” con conseguente ritorno alle urne.
Va ricordato a tal proposito che nelle scorse settimane un massiccio passaggio all’opposizione di ben quattro componenti della maggioranza (abbastanza variegata poiché composta da 5stelle, rifondazione comunisti ed ex Forza Italia) votata dagli elettori,aveva modificato la geografia in consiglio comunale, facendo finire in minoranza il sindaco di Giuseppe Conte. Barbano nella lettera di dimissioni, come da prassi in questi casi, si impegna a valutare ogni eventuale possibilità di legittima risoluzione della crisi politica e amministrativa, fermo restando che le presenti dimissioni diverranno efficaci ed irrevocabili, come per legge, decorsi i 20 giorni dalla data odierna (ovvero il prossimo16 giugno).
CHE SUCCEDE ORA?Con le formali dimissioni, un passaggio fortemente voluto e richiesto dalla minoranza, si apre pertanto una fase cruciale per scoprire quale sbocco avrà la crisi e quale futuro attende la città di san Pio, nota, politicamente parlando, con il triste appellativo di “città mangia-sindaci”. Una fase nella quale il sindaco “proverà” – per andare avanti nel proseguo della consiliatura – a verificare l’esistenza o meno di una nuova maggioranza, rivolgendosi ai membri dell’opposizione. In caso contrario, vale a dire in assenza di una simile eventualità, una volta scaduti i canonici 20 giorni, scatterà invece la irrevocabilità delle dimissioni con il conseguente scioglimentodel consiglio comunale e il “the end” anticipato della consiliatura.
francesco trotta