Menu Chiudi

VIESTE/ IL BUSINESS DEL NARCOTRAFFICO E L’ALLEANZA CON GLI ALBANESI

La guerra di mafia garganica si spiega con odio e rivalità, ma soprattutto col bu­siness del narcotraffico. Dell’al­leanza dei garganici con traffi­canti albanesi per far sbarcare sulle coste del Promontorio ton­nellate di ma­rijuana smista­te in Italia han­no parlato vari pentiti nell’in­chiesta “Mari e monti”. Gia­nluigi Troiano, viestano, ha confessato la partecipazione a 3 sbarchi.

“I contatti con gli albanesi li ave­va Enzo Miucci tramite i suoi amici calabresi; in occasione di una consegna Omar Trotta” (poi assassinato a Vieste a luglio 2017 dal clan Raduano) “volò in Al­bania come garanzia pretesa dagli albanesi. In uno sbarco ritirammo 1200 chili di marijuana che tra­sportammo a Torino consegnan­dola a altri albanesi: fummo ricompensati con 100 chili. In un’al­tra occasione da uno yacht e un gommone furono sbarcati vicino Peschici rispettivamente 3mila e 1000 chili, e per noi il compenso fu di 150 chili sui 3mila chili. Dallo yacht arrivarono anche 2 mitra Kalashnikov: uno le tenne il no­stro gruppo, l’altro lo consegnam­mo a Miucci”.

“Gli sbarchi avvenivano con ca­denza mensile; gli introiti erano destinati anche a Enzo Miucci” ha detto Marco Raduano “io stesso ne assistetti a uno. Trotta aveva con­tatti con albanesi utilizzando telefonini BlackBerry; per ogni sbarco il gruppo legato ai Li Bergolis/Miuccio veniva pagato con circa 2 quintali di marijuana; una volta ne recuperai 150 chili sot­traendola a uno dei loro custo­di”.

“Degli sbarchi di marijuana a Vieste si occupò Miucci con il gruppo viestano; i contatti con gli albanesi li avevano Trotta e un altro viestano. Gli albanesi” ha raccontato Matteo Pettinicchio “in alcune circostante regalano anche armi, tipo mitra Ak 47; il gruppo prendeva parte agli sbar­chi coadiuvando gli albanesi, per­cependo come compenso parte del carico. Io però non ho mai par­tecipato a questa attività, ne sono rimasto fuori senza partecipare alla spartizione dei guadagni; le notizie le ho apprese da Miucci”

PARLA DELLA MALVA: «ENZO MIUCCI È UN DIO CON LUI NON SI SCHERZA»

C’era deferenza nelle parole di Giuseppe Della Malva, 61 anni, spacciatore viestano pentitosi, nel parlare di Enzo Miucci e del suo braccio destro Matteo Pettinicchio ora pentito. Il 16 ottobre scorso rivelando al pm della Dda Ettore Cardinali ciò che sa dell’affare droga nel mondo della mafia garganica, Della Malva riferì anche che “Enzo Miucci è un dio, un padre eterno: con lui non si scherza, è uno dei più pericolosi del Gargano.

E’ pericolosissimo, contro di lui nessuno poteva dire: bah”. Quanto a Matteo Pettinicchio “è molto legato a Enzo Miucci, sono come una cosa sola. Se lui è importante? Mizzica dottò, è un personaggio, è forte, è uno buono in tutte le maniere: mani, piedi, armi. Quello Matteo pure 6/7 persone da solo, è un animale. E’ legatissimo con Enzo Miucci, e conta nell’organizzazione, di più”.

gazettacapitanata