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VIESTE/ GIUSEPPE STRAMACCHIA SI È PENTITO ANCHE LUI RACCONTA GLI AFFARI DEI CLAN

“Ho fatto parte del clan Perna/lannoli di Vieste con il ruolo di spacciatore e organizzatore di piazze di spaccio. La droga veniva presa a Cerignola, in una base della mafia cerignolana al quartiere San Samuele e poi portata a Monte S.Angelo.

Il mio gruppo aveva rapporti con il clan Li Bergolis/Miucci, in particolare con Enzo Miucci. Lo conobbi personalmente in carcere a Foggia tra fine 2018/inizio 2019: andai dai lui, mi presentai dicendogli di far parte del clan Perna/lannoli; Miucci mi disse di stare tranquillo e se avessi avuto problemi in sezione avrei dovuto riferirglielo.

Ho deciso di collaborare con la Giustizia per assicurare a me e alla mia compagna, che mi ha aiutato molto in quanto completamente estranea a contesti di criminalità, un futuro migliore, una vita diversa da quella fin qui condotta in ambito criminale”. L’ha riferito il 18 dicembre scorso alla Dda Giuseppe Stramacchia, 39 anni, viestano soprannominato “il secolo”, indagato per mafia nell’inchiesta “Mari e monti” contro il clan Li Bergolis/Miucci a carico di 50 garganici.

“Ho vissuto a Napoli gestendo una tavola calda dal 2012 a febbraio 2018 quando rientrai a Vieste. Volevo guadagnare soldi, i lavori stagionali iniziavano a giugno, mi rivolsi allora a Gianmarco Pecorelli”, ritenuto legato al clan Perna/lannoli ucciso a Vieste dal clan Raduano il 19 giugno 2018, uno dei 12 omicidi confessati da Marco Raduano dopo il pentimento. “Pecorelli cui ero molto legato e Claudio lannoli mi portarono 2 o 4 chili di marijuana sotto casa; la ebbi a credito a 2 euro al grammo e la rivendevo a 5/6 euro; la mia zona di spaccio era diventata l’oratorio.

Ci furono pestaggi di alcuni spacciatori, anche se a me non fu fatta alcuna imposizione. In quel periodo a Vieste era in atto una guerra tra il clan Raduano e quello Perna/lannoli. Credo che la scissione tra Raduano e Perna sia avvenuta sia per motivi di soldi, sia per l’omicidio di Gianpiero Vescera”, cognato di Raduano ucciso il 3 settembre 2016. “Fui arrestato a agosto 2018 per 2 chili di marijuana; e poi nel blitz ‘Agosto di fuoco”‘, con 14 arresti per spaccio a Vieste tra agosto e novembre 2018.

“Durante la detenzione prima in carcere e poi ai domiciliari, mi scambiai lettere con alcuni viestani, anche con Marco Raduano avendo saputo che mi voleva picchiare in carcere in quanto pensava che io avessi scritto in un’aula di Tribunale ‘Raduano infame’, circostanza che gli spiegai non essere vera”.