Non solo traffico di droga ed estorsioni, ma infiltrazioni anche nell’economia legale.
La criminalità organizzata foggiana annovera una pluralità di identità mafiose distinte: Società foggiana, mafia garganica, sanseverese e cerignolana. A queste si aggiungono altri gruppi criminali per i quali non è stata giudizialmente acclarata la connotazione mafiosa, benché siano sotto costante attenzione info-investigativa per la loro pericolosità, lo spessore criminale e la stretta vicinanza con i clan mafiosi. La provincia è idealmente suddivisa in 4 quadranti: Foggia, Gargano, alto e basso Tavoliere”. Lo scrive la Dia analizzando la situazione della quarta mafia d’Italia nella relazione che per la prima volta riguarda l’intero 2024, mentre in passato i dossier erano semestrali.
FOGGIA- “La Società è radicata nel capoluogo dauno e le sue dinamiche sono contraddistinte da una conflittualità ormai ciclica, contrasti di tipo scissionistico e un frequente ricorso alla violenza e ad azioni spregiudicate. Strutturata su un modello di tipo federativo, è articolata in 3 batterie: Sinesi-Francavida; Trisciuogho-Tolonese; Moretti-Pellegrino-Lanza. L’analisi dei provvedimenti interdittivi antimafia del 2024, attesta la capacità di infiltrare l’economia legale della batteria dei Moretti-Pellegrino-Lanza nel settore della costruzione, della manutenzione strade e manutenzione della segnaletica stradale, sanitario e assistenziale. Anche la batteria Sinesi-Francavilla ha saputo infiltrarsi nei settori dei centri assistenziali sanitari e sociali, dell’edilizia e dell’agricoltura”.
GARGANO — “La mafia garganica comprende i Montanari’” (ossia i Li Bergolis/Miucci) “ i ‘Lombardi-Romito-Ricucci’, i Perna-Iannoli e il clan di Marco Raduano”, pentitosi a marzo 2024. I Li Bergolis-Miucci (al vertice Enzino Miucci, il suo braccio destro Matteo Pettinicchio si è pentito lo scorso gennaio) “hanno mostrato interesse nel settore della ristorazione, stante l’interdittiva antimafia assunta nei confronti di una società la cui titolare è risultata essere figlia di un elemento di spicco del clan ucciso in un agguato nel 2017.
Il clan Lombardi-Romito-Ricucci si è rivelato in grado di condizionare il comparto politico-amministrativo della città di Manfredonia; ha interagito con cosche della ’Ndrangheta. Il clan manifesta interessi espansionistici fuori regione, così confermato da un’interdittiva a una società trasporto di merci su strada con sede nella provincia di Campobasso.
Altre interdittive hanno interessato società collegate allo stesso clan operanti nei settori edile e delle costruzioni, agricoltura, allevamento bovini, itticoltura e ristorazione. Significativa è la circostanza che due società e una ditta individuale, attive nel settore edile e della coltivazione di cereali, risultano coinvolte nell’operazione denominata ‘Omnia nostra’ e nei loro confronti è stata assunta la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria dei beni per le acclarate contiguità con il clan”.
La Dia rimarca poi che il “notevole interesse della criminalità organizzata garganica nel settore della zootecnia è dimostrato dalle 9 interdittive a ditte individuali e società riconducibili al clan Tarantino”.
SAN SEVERO/CERIGNOLA – – “La mafia sanseverese è un’entità ora distinta dalla ‘Società foggiana’”, come attestato dada Cassazione nel processo Ares (blitz del 2019 con 52 arresti) che individuò due clan contrapposti: Nardino e Testa-La Piccireda. “il legame tra criminalità sanseverese e foggiana è storicamente acclarato, in particolare con i Moretti, del clan Piarulli opera a Cerignola, dispone di una capacità finanziaria tale da riuscire a diversificare le operazioni di riciclaggio in molteplici attività economiche: gestione di sale ricevimento, alberghi, distributori di carburante, supermercati, autoparchi, aziende del settore agroalimentare.
I principali settori di interesse criminale sono gestione su larga scala del traffico di stupefacenti; furti di auto con ricettazione e riciclaggio vendendone i pezzi su larga scala, anche online; traffico di armi; quello di idrocarburi e di generi alcolici sofisticati. Gli assalti armati ai portavalori e le rapine ai Tir anche fuori regione e i furti nei caveau hanno dimostrato la peculiare attitudine del sodalizio nella gestione, sia in fase organizzativa che in quella esecutiva, di eventi criminosi eclatanti e allarmanti per modalità e spregiudicatezza”.
ALLEANZE E MIRE – “Molteplici risultanze investigative hanno consentito di acclarare che sotto il profilo delle relazioni criminali, le 4 principali organizzazioni mafiose sono collegate, secondo logiche di condivisione di strategie, interessi, campi d’azione e reciproco supporto. I clan più strutturati annoverano nella propria orbita gruppi minori talvolta composti da pochi elementi che evidenziano nelle loro azioni i canoni mafiosi della violenza e della prevaricazione. L’insidiosità delle mafie foggiane si traduce nella loro capacità di avere droga e telefonini anche nelle carceri dove i capi sono detenuti, in tal modo consentendo loro di impartire ordini e di seguire le dinamiche criminali dall’interno delle carceri.
Rilevante è il ruolo centrale assunto dalle mafie nel settore del narcotraffico (anche grazie a collegamenti extraregionali con la criminalità campana e calabrese e con gruppi di nazionalità albanese) nonché nel settore del traffico illecito dei rifiuti che ha assunto, in questo territorio, dimensioni critiche.
La pervasività delle mafie foggiane si evince anche dallo scioglimento sin dal 2016 di 6 comuni. I sodalizi mafiosi sono sempre più orientati alla ricerca di nuovi spazi economici, anche operando con mafie extraregionali, sfruttando le grandi distese del Tavoliere che costituiscono uno snodo centrale per gli interessi criminali. È sempre più frequente la contaminazione di territori extra-regionali: Emilia Romagna, Abruzzo e Molise, queste ultime zone sono considerate specie da Società e mafia sanseverese una vera e propria appendice, con il preciso intento di schermare i surplus finanziari illeciti.
Si assiste poi ad un’evoluzione di taluni sodalizi, in primis la malavita cerignolana, verso una rimodulazione che, oltre al controllo delle attività illecite sul territorio di riferimento, mira alla ricerca di nuovi spazi economici al di fuori della Puglia, in chiave più moderna e affaristica. Lo dimostrano numerose interdittive adottate anche fuori regione nei confronti di società e ditte riconducibili a dei soggetti direttamente o indirettamente legati alla criminalità organizzata foggiana, a conferma di un programma di espansione”.
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