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VERSO LE REGIONALI: DE CARO ORA TENTATO DAL MOLLARE. I DUBBI A CORRERE DA GOVERNATORE: INGOMBRANTE LA PRESENZA DI EMILIANO E VENDOLA IN CONSIGLIO

La titubanza di Decaro ha radi­ci più profonde. La prima: si è re­so conto che il ruolo che svolge a Bruxelles, da presidente della commissione Ambiente, è di pe­so notevolissimo. Il parlamento europeo non è più il cimitero de­gli elefanti di un tempo, ma sempre più snodo cruciale di deci­sioni importanti per la collettivi­tà. Poi vi sono vicende più attuali che hanno irritato l’ex sindaco: per prima cosa l’inconcludenza del centrosinistra in Consiglio regionale.

Decaro aveva chiesto che si portassero a definizione due provvedimenti: una leggina per cancellare la norma che co­stringe i sindaci a dimettersi sei mesi prima della candidatura in Regione. Vero che se ne occuperà la Corte costituzionale e potreb­be cancellare la disposizione. Ma tutto sarebbe più semplice – e politicamente più pregnante – se il centrosinistra rimediasse all’infortunio politico.

In secondo luogo l’eurodeputato aveva chie­sto di cancellare la norma Laricchia sulle nomine, copiata dalla Toscana, che costituisce un serio rallentamento nelle decisioni da prendere. È un impaccio enorme portare le nomine di garanzia in Consiglio e ottenere da questo la ratifica di quelle che restano nel­la competenza della giunta. Se non altro perché il sistema è tut­to da costruire, il centrosinistra è litigioso e la Puglia non è la To­scana.

Sempre sul capitolo nomine: Decaro ha sotterraneamente chiesto a Emiliano di soprasse­dere su quello che sta program­mando: alle Asl (che sfuggono alla norma Laricchia) e all’Acquedotto. Il governatore intende procedere e a quel che si sa avrebbe offerto garanzia di voler condividere le designazioni con Decaro. L’eurodeputato preferi­rebbe che la giunta uscente si fermasse, come ad osservare una specie di semestre bianco.

Infine ma non per ultimo: l’ex sindaco mal digerisce l’idea di avere in Consiglio due figure ingombranti come Emiliano e Ni­chi Vendola, due ex governatori. Emiliano è già in corsa, Vendola deve sciogliere la riserva: il loro intento è sgradito. Cosa succederebbe se Decaro facesse marcia indietro?

È una domanda dalla risposta per ora impossibile. Tempo fa Emiliano disse che vi erano altre figure a disposizione: da Delli Noci (ora fuori gioco) ai dem Piemontese, Capone e Boccia. Il fatto che nel centrodestra sia ripartita la di­scussione su un possibile terzo mandato, lascerebbe in teoria, la porta aperta a Emiliano, il gover­natore ha già chiarito che non è interessato e vuole diventare consigliere. La strada pare chiu­sa. E tuttavia per stato di necessi­tà, tutto sarebbe possibile, am­messo che il terzo mandato tor­ni. La vicenda è aperta, in Puglia e a Roma.

corrieredelmezzogiorno