Solo tre i favorevoli su 18: la Comunità dei Sindaci protesta contro la gestione commissariale e l’assenza del Consiglio Direttivo. Di Brina: “Non ci assumeremo responsabilità su un documento calato dall’alto”.
“I sindaci del Parco Nazionale del Gargano non rilasceranno il parere sul bilancio di previsione 2025 dell’Ente”. Lo riporta una nota. Una decisione assunta quasi all’unanimità, con l’eccezione di soli tre sindaci su 18. Il presidente della Comunità dei Sindaci Rocco Di Brina, sindaco di Carpino, in risposta ad un sollecito fatto dal commissario straordinario in carica, rende noto che utilizzerà tutto il tempo alla Comunità concesso dalle vigenti norme, prima di convocare la stessa assemblea, per esprimere il parere “obbligatorio” sul bilancio, come previsto dalla legge 394/91.
Di Brina ha deciso di “utilizzare la stampa, affinché resti traccia pubblica delle posizioni assunte e si assuma la consapevolezza da parte di tutti che i sindaci sono stati esclusi dal percorso di elaborazione del bilancio. La ragione di questa iniziativa va dunque ricercata nell’ampia protesta che ormai dura da molti anni rispetto alla vergognosa situazione politico-amministrativa, che vede estromessi dalla governance del Parco i veri rappresentanti delle comunità locali, ovvero i sindaci”.
“Tutti ricorderanno che l’Ente – si legge ancora – è sprovvisto di un Consiglio Direttivo, in cui siedono anche i sindaci, e che il Ministero competente non decide inspiegabilmente di nominare. Recentemente gli stessi sindaci si sono recati dal prefetto di Foggia per sollecitare il Ministero dell’Ambiente a nominare il Direttivo, ma ad oggi da Roma nessun riscontro.
Dunque proprio per sottolineare la concreta esclusione dei sindaci rispetto alla redazione del bilancio di previsione, quale documento programmatico per eccellenza, si è concretizzata la decisione di spostare in avanti nel tempo il parere obbligatorio. I sindaci rimarcano che, finché ciò sarà consentito, non si assumeranno alcuna responsabilità rispetto ad una approvazione monocratica e forzata di questo importante strumento, che invece dovrebbe recepire istanze dal territorio, garantire la maggiore partecipazione anche delle associazioni ambientaliste ed essere coerente sotto il profilo della sostenibilità finanziaria. Ma di tutto questo nulla”.