A Vieste la sanità muore lentamente, giorno dopo giorno, tra il silenzio assordante delle istituzioni locali e l’incapacità manifesta di chi avrebbe dovuto tutelare i diritti fondamentali dei cittadini. Il pronto soccorso, presidio essenziale per una città che si fregia del titolo di meta turistica internazionale, è ormai allo stremo: servizi ridotti, carenze di personale, assenza di programmazione e una gestione sanitaria che sembra aver abbandonato completamente il territorio.
Il Comune di Vieste, guidato dal sindaco sostenuto dal movimento “Vieste Sei Tu”, si è dimostrato totalmente inadeguato nel gestire i rapporti istituzionali con la Regione Puglia, da cui dipendono le politiche sanitarie locali. Ma se è vero che la Regione ha le sue responsabilità, è altrettanto indiscutibile che l’amministrazione comunale abbia clamorosamente fallito nell’interlocuzione politica e istituzionale, perdendo occasioni, ignorando segnali d’allarme, e sottovalutando le conseguenze di un disimpegno che oggi si traduce in un pronto soccorso praticamente smantellato.
È evidente che l’assenza di visione e l’approccio attendista del Comune abbiano contribuito in maniera determinante all’involuzione del servizio sanitario di emergenza. Non si è trattato solo di inefficienza: la condotta dell’amministrazione appare sempre più come una scelta politica, frutto di un’inquietante passività nei confronti delle decisioni regionali e di una sudditanza silenziosa che ha impedito ogni forma di opposizione costruttiva.
In questo scenario, diventa inevitabile tornare a chiedere, con rinnovata forza, le dimissioni del sindaco. Non si tratta più solo di una questione sanitaria: è un fallimento politico, umano, civico. Il primo cittadino ha perso la fiducia della popolazione non solo per quello che non ha fatto, ma per aver lasciato che la città scivolasse nell’irrilevanza, rinunciando al suo ruolo di garante della salute pubblica.
Con le elezioni regionali alle porte, presumibilmente in autunno, Vieste ha bisogno di una guida diversa, capace di rompere l’isolamento istituzionale in cui è precipitata. La città non può permettersi di affrontare un’altra stagione turistica con un sistema sanitario d’emergenza che non regge, né può accettare che i propri cittadini vengano abbandonati alla precarietà di servizi minimi.
Non c’è più tempo per le mezze misure, per le giustificazioni stanche o per le accuse rimpallate. L’unica risposta dignitosa oggi è un passo indietro: le dimissioni del sindaco rappresenterebbero almeno un atto di responsabilità, dopo anni di colpevole inerzia.
Forza Italia Vieste