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INDENNIZZI PER I LIDI IN ARRIVO UN DECRETO. AI GESTORI USCENTI RISARCIMENTO SUGLI INVESTIMENTI

Ci sarà anche un calo progressivo dei costi di affitto per la concessione.

Novità in arrivo per i gestori degli stabilimenti balneari: il de­creto sugli (eventuali) indennizzi ai balneari è stato ultimato dai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e finanze. Emer­gono le prime indiscrezioni sui punti salienti del provvedimento: sul testo c’è il via libera della Ragioneria di Stato (e si attende ora il parere del Consiglio di Stato), prima dell’approvazione definitiva delle Camere.

Il governo Meloni si è impe­gnato in un confronto serrato con l’Ue per riformare le norme sulle concessioni balneari rimandan­do tutto alle gare da fare entro il 30 giugno del 2027. Ora il decreto in questione affronta il tema del perimetro degli indennizzi eco­nomici per i concessionari uscen­ti, perdenti nel bando (risorse che dovranno essere a carico dei ge­stori subentranti, con un ero­gazioni entro i sei mesi suc­cessivi): le somme da corrispon­dere, secondo le indiscrezioni, dovranno essere ricavate parten­do dal valore degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni e non ancora ammortizzati al ter­mine della concessione (in questo computo ci sarebbero anche le spese sostenute per eventi ca­lamitosi o per ottemperare a nuo­vi obblighi di legge).

 Il grosso degli indennizzi verrebbe però dall’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ul­timi 5 anni.

Per misurare queste poste spe­se dal gestore, si terrà conto degli investimenti strumentali alla concessione, di quelli effettuati su opere conformi al titolo concessorio e agli strumenti urba­nistici vigenti; delle spese per su beni non amovibili o per la rea­lizzazione o l’acquisto di opere di difficile rimozione inerenti a be­ni non amovibili.

Nella bozza del decreto, il riferimento indicato è quello del valore nominale dell’ultimo bilancio disponibile, al netto dell’ammortamento pre­visto alla data di cessazione della concessione. Nel computo va in­serita anche l’equa remunera­zione legata agli investimenti ef­fettuati negli ultimi cinque anni in beni materiali e immateriali, funzionali all’accrescimento del valore commerciale dell’area in concessione.

Poi c’è il ruolo dei Comuni: le amministrazioni, dovranno chie­dere al concessionario uscente, 90 giorni prima del bando, di fornire (entro 40 giorni) l’elenco degli investimenti da conside­rare, per poter verificare la corrispondenza con i parametri in­dicati nel decreto.

L’ultimo elemento saliente del decreto prevede un taglio del canone di concessione (nel 2024 era stato abbassato del 4,5%, do­po i super aumenti del 2022 e del 2023).

Se chi ha seguito il dossier nella Lega è soddisfatto del prov­vedimento, le associazioni di ca­tegoria puntano ancora ad al­largare, nella quantificazione dell’indennizzo, le voci di rife­rimento, aggiungendo anche il marchio e l’avviamento dell’at­tività.

Tra le opposizioni (da sempre ostili al riconoscimento del pre­gresso per i gestori dei lidi) e le associazioni di categoria vicine al centrosinistra si registra un corto circuito finale. Legacoop Romagna, vicina al mondo pro­gressista, sostiene che la ridu­zione del canone è poca cosa, ma bisogna fare di più per ingrossare gli indennizzi, mentre il M5S parla di «indegno teatrino del governo» sulle somme per i ge­stori uscenti.

 «Questo governo in tre anni ha regalato soltanto in­certezza e la conseguenza è che nessuno investe più un euro nelle imprese sull’arenile con riper­cussioni pesantissime sulla com­petitività dell’offerta turistica. Non si perda ulteriore tempo: tutti i comuni partano imme­diatamente con le procedure per le evidenze pubbliche», scrive in ima nota Così in una nota il senatore grillino Marco Croatti.

gazzettamezzogiorno