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IL PRESIDENTE DEL PARCO DEL GARGANO, PAZIENZA: DAL COMMISSARIAMENTO DELL’ENTE ALLA VICENDA DELL’EX DIRETTRICE

Prof. Pazienza va al termine il suo terzo mandato di Commissario dell’Ente Parco Nazionale del Gargano. Cosa succederà al 30 giugno?

Per ben tre volte il Ministero ha voluto rinnovarmi la sua fiducia – di cui ringrazio – e chiamarmi ad essere parte responsabile nel transitare l’Ente verso la nuova presidenza. Si sta attendendo la decisione ministeriale.

Il licenziamento della già direttrice Villani è un tema che, nonostante il lungo tempo trascorso, tiene ancora banco. Qual è la sua verità?

Alla decisione di interrompere il rapporto di lavoro con la dott.ssa Villani per il “mancato superamento del periodo di prova” giunsi dopo aver preso atto della sua inadeguatezza allo svolgimento dell’importante ruolo di direzione dell’Ente. Questa evidenza, che immediatamente segnalai al Ministero, emerse sin dal suo arrivo negli uffici. Non vedendo intrapresa alcuna iniziativa per eliminare le gravi e crescenti criticità, fui costretto ad assumere la decisione di esonerarla dall’incarico inizialmente affidatole. La Villani si oppose a questa mia decisione attivando un giudizio cautelare contro l’Ente Parco dinnanzi il Giudice del lavoro ma, dopo il rigetto del cautelare, non ha mai proceduto a iscrivere a ruolo il giudizio di merito per aver – credo – preso coscienza dell’assenza di valide motivazioni.

E’ di qualche mese fa la sentenza del Tribunale di Foggia che assolve la Villani dall’accusa di peculato d’uso. A tal proposito si è parlato di sua precisa volontà di epurare certe funzioni apicali nell’Ente.

Tutta la comunicazione sull’argomento si è concentrata sul peculato d’uso, quale motivo dell’interruzione del rapporto di lavoro. Questa non è stato il primo, né l’unico motivo della mia decisione. Esso si è aggiunto ad altri ben quattro motivi, opportunamente segnalati al Ministero, e sopra sintetizzati come inadeguatezza della Villani allo svolgimento del compito di direzione. Per chiarezza dell’intera vicenda, è da evidenziare che la mia nomina al Parco fu preceduta da una molto frettolosa attività – posta in essere dalla precedente governance dell’Ente Parco – per definire la terna di nomi in cui sarebbe stata individuata la direttrice effettiva. Mi veniva riferito da chi trovai nell’Ente al mio arrivo che, per come quella terna era stata composta, la dottoressa Strizzi (già direttrice facente funzioni dell’Ente n.d.r.) avrebbe primeggiato per anzianità e curriculum.

E quindi?

Non avendo precostituzioni e ritenendo di fare cosa istituzionalmente corretta decisi di accogliere ciò che mi giungeva dalle precedenti decisioni. Nei mesi a seguire, la finalizzazione della procedura produsse un ribaltone rispetto alle locali aspettative: la direzione dell’Ente venne affidata alla Villani anziché alla Strizzi. Questo risultato subito divenne una grave criticità che minava la normale operatività nell’Ente. Al primo ingresso della Villani nella sede del Parco mi ritrovai di fronte a una molto vivace e conflittuale discussione tra le due signore, che continuò sempre più accesa nei giorni a seguire. In questo clima, un giorno, la Strizzi mi raggiunse nell’ufficio di presidenza per segnalarmi che la Villani faceva irregolare uso dei mezzi dell’Ente. Al mio invito a farsi parte responsabile mettendo per iscritto quanto mi stesse segnalando, la Strizzi fece seguito con una sua email che fu l’incipit per un primo intervento di verifica interna da cui acquisii alcune evidenze che sembravano confermare la segnalazione. Nel ruolo di rappresentante legale dell’Ente ritenni opportuno, ancorché doveroso, fare esposto alla Procura della Repubblica di Foggia affinché si potesse procedere a necessari accertamenti. Per quanto ne sappia, la Guardia di Finanza, incaricata delle indagini dalla Procura, recuperò evidenze fattuali che, restituite all’Autorità delegante, determinarono la decisione del GIP di rinviare la Villani a giudizio invece di archiviare il caso. Per quanto ulteriormente mi riguarda, non essendo mai stato animato da un sentimento epurativo – così come qualcuno vuol far intendere – e tanto meno da un animus persecutorio nei confronti della Villani, previo parere dell’Avvocatura dello Stato, decisi di non costituire l’Ente Parco come parte civile nel processo. Per questa ragione neppure conosco i dettagli degli atti processuali.»

Cosa ci dice con specifico riferimento alla sentenza?

La sentenza del Tribunale, in quanto tale, non può che essere rispettata. Prescindendo dai tentativi di strumentalizzazione da qualcuno messi in campo per associare a questa vicenda una mia volontà di epurare alcuni ruoli nell’Ente, vivo la serenità di aver fatto ciò che per legge dovevo fare. Chi mi conosce sa bene il mio pensiero su questa triste vicenda. Ho sempre auspicato che la Villani potesse trovare, nella sua vicenda giudiziaria, un giudice clemente che le riconoscesse un livello di colpa minore rispetto a quanto – per quel che ho avuto modo di comprendere – è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza. Oggi, alla luce della sentenza emessa, posso solamente dire che attendo di leggerne le motivazioni per comprendere gli elementi che hanno portato a decidere per la sua assoluzione. Mi auguro che la loro lettura possa chiarire tutti gli aspetti del caso, non soltanto a me, ma anche a chi dall’esterno ha seguito la vicenda e crede nella Giustizia.»

gazzettacapitanata