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VERSO LE REGIONALI/ EMILIANO ORA SBOTTA CON DECARO: «I SUOI TIMORI? ROBA DA PSICOLOGO». TENSIONI PER LA CANDIDATURA DEL PRESIDENTE AL CONSIGLIO REGIONALE

Un bonus psicologo per An­tonio Decaro? L’interpretazione dell’ultima dichiarazione del governatore Michele Emiliano conferma come sia latente nel centrosinistra e nel Pd una ten­sione crescente, legata alla man­cata risoluzione di una serie di nodi verso le regionali, dall’ufficializzazione della candidatu­ra dell’eurodeputato dem al ten­tativo (per ora discreto e carsico) di osteggiare le candida­ture di Emiliano e Nichi Ven­dola come consiglieri.

Ieri a Bari il presidente della Regione ha chiarito i termini di questa polemica sotto traccia: «Sinceramente non mi pare che la candidatura di qualcuno a suo favore possa essere un pro­blema per il candidato». E poi un messaggio a Decaro: «Sa­rebbe un problema psicologico, non so che altro. Noi ci can­didiamo per farlo eleggere quin­di non vedo quale problema ci possa essere».

L’irritazione dell’ex sindaco di Bari, però, non è stata mai nascosta in queste settimane, al punto da chiarire che non ha bisogno di «tutori», mentre intervenendo in Salento ad una inaugurazione di una sede dem intitolata alla memoria di Donato Metallo, ha mostrato di vivere un certo sco­ramento («aiutatemi a ritrovare l’entusiasmo per cambiare le cose»).

La candidatura di Emiliano, in un contesto nel quale la coa­lizione progressista ha perso

strada facendo la lista di Alfonso Pisicchio, parte di Puglia Po­polare, i consiglieri super votati Anita Maurodinoia e Alessan­dro Delli Noci, ha anche un risvolto elettorale: la sua corsa nel listino Pd della provincia di Bari diverrebbe un catalizzatore di consensi in grado di blindare l’elezione di Decaro, perché la partita vera si gioca nella pro­vincia di Bari, territorio nel quale il centrosinistra può con­solidare un vantaggio incolma­bile per il fronte conservatore.

Decaro, intanto, a partire dal­le prossime settimane dovrà cu­cire la sua coalizione, con alleati con i quali a Bruxelles vota in maniera differente. Nell’ultimo delicato voto a Strasburgo sui

fondi Ue per la difesa, l’ex sin­daco e il Pd sono stati costretti all’ennesima piroetta. Sulla ri­chiesta di estendere per ulte­riori 18 mesi i fondi del Pnrr per i programmi già avviati, è stata indicata la priorità legata agli scenari internazionali: «Nell’at­tuale contesto geopolitico vi è la necessità di investire nelle ca­pacità della difesa europea».

 Questo passaggio è stato osteg­giato dalla segreteria nazionale del Pd, ed è stata praticata la strategia di votare contro l’emendamento, salvo scegliere di approvare – ancora una volta insieme al Ppe e ai sovranisti di Fratelli d’Italia – il documento finale.

Sullo stesso testo, invece, si sono espressi contro i vendoliani di Avs e i pentastellati, che hanno parlato di «tradimento dell’Italia». Questa dissonanza tra Decaro (che aveva votato con i conservatori anche l’attenua­zione delle sanzioni per la tran­sizione green) e l’ala sinistra della sua coalizione andrà ri­composta nella scrittura del pro­gramma per la Puglia 2025-30, facendo proprie le posizioni ra­dicali sui temi dello sviluppo e della transizione ecologica che confliggono con gli ambienti confindustriali che hanno per­suaso in Europa i dem a cam­biare posizione.

L’ultima grana per Decaro, infine, è nella provincia Bat: le indiscrezioni sulle esclusioni dalle liste (del Pd e della coa­lizione) dell’ex capogruppo dem Filippo Caracciolo, con il con­seguente arrivo della candida­tura di partito di Domenico De Santis, continuano ad alimen­tare polemiche infuocate.

Nelle scorse ore si è registrata una nuova presa di posizione a so­stegno di Caracciolo da parte di consiglieri comunali Pd e civici del Comune di Andria, «per l’autodeterminazione del territorio nell’indicazione delle candida­ture». Tra i firmatari i con­siglieri comunali dem Gianluca Sanguedolce, Daniela Maiorano, Mirko Malcangi e Emanuele Sgarra, oltre a dirigenti del cir­colo della città federiciana. E così sulla scrivania di Igor Taruffi, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito, si ingrossa il dossier Puglia.

gazzettamezzogiorno