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STRADE INTERROTTE SUL GARGANO, IL GRIDO DEL SINDACO POTENZA: “UN TERRITORIO DIMENTICATO. È ORA DI PROTESTARE INSIEME”

Il primo cittadino di Apricena denuncia l’immobilismo delle istituzioni sullo scorrimento veloce: “Due blocchi strategici paralizzano il Gargano da anni”.

“Io ci sono”. Si chiude così, con un appello diretto e senza giri di parole, il post pubblicato dal sindaco di Apricena, Antonio Potenza, che torna a puntare il dito contro il prolungato blocco della viabilità sullo scorrimento veloce del Gargano, una situazione che si trascina ormai da quasi tre anni e che – denuncia – sta mettendo in ginocchio l’intero territorio.

Due sono i tratti critici indicati da Potenza: Cagnano-Carpino e Rodi-Ischitella, interrotti e mai ripristinati. Un danno che, secondo il sindaco, va ben oltre i semplici disagi per gli automobilisti: “Tempi di percorrenza raddoppiati, turismo penalizzato, un intero territorio in ginocchio”.

Quello di Potenza è un attacco chiaro all’inerzia delle istituzioni: “Quello che fa più male è non vedere nessuno. Nessun consigliere regionale, nessun parlamentare, deputato o senatore alzare la voce, fare le barricate, costruire una rete, guidare una protesta vera”.

Il tono è quello di chi si sente isolato: “Dov’è il fronte istituzionale? Dov’è la rappresentanza? Dov’è il coraggio di difendere la Capitanata?”, scrive il sindaco, rilanciando l’idea di una mobilitazione dal basso.

Il messaggio è diretto a ANAS, ma anche al Governo e alla Regione: “La situazione va avanti da quasi tre anni. E intanto ci state tagliando fuori”. Potenza chiede un’azione concreta e invita a una manifestazione organizzata con pullman e cittadini per protestare direttamente davanti alle sedi competenti.

Un appello che arriva in un momento critico per la viabilità del promontorio garganico, in piena stagione turistica, quando la mancanza di collegamenti funzionali rischia di danneggiare in modo irreparabile l’economia locale.

“Io sono un sindaco, ma prima ancora sono un cittadino garganico. E non posso restare in silenzio davanti a questo scempio”, conclude Potenza. Un grido che, almeno nelle intenzioni, vuole risvegliare la coscienza collettiva e rompere il silenzio istituzionale.

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