La cooperativa di Rignano scommette su biologico e dignità del lavoro: 450 ettari coltivati senza caporalato e con analisi su ogni lotto per garantire l’assenza di nichel.
Oltre 450 ettari di terreni coltivati senza fretta, seguendo processi biologici, protetti con metodi naturali. Protagonista di questo mondo è il pomodoro pugliese di Prima Bio, realtà cooperativa con sede a Rignano Garganico in provincia di Foggia. Un percorso che parte dal seme al prodotto trasformato, tutta la filiera viene curata direttamente dall’azienda, dove a vincere su tutto è la tutela della biodiversità. La Cooperativa nasce nel 1998, ma è nel 2019 che prende avvio la filiera del pomodoro biologico nichel-free.
“I pomodori bio che usiamo per la nostra passata bio – spiega la responsabile commerciale della cooperativa, la trentenne Maria Luisa Terrenzio – sono tutti coltivati e maturati al sole: li raccogliamo e analizziamo in laboratorio, lotto per lotto, per garantirne la totale assenza di nichel. Vengono trasformati in passate o pelati entro poche ore dalla raccolta”. Un’offerta locale e stagionale, che oltre al pomodoro, comprende anche asparagi, melanzane e broccoli, tutti coltivati nelle terre biologiche Garganiche, ricche di elementi nutritivi.
Si tratta di un’azienda-eccellenza del territorio, caratterizzata anche da un forte impegno nella lotta al caporalato che coniuga innovazione, sostenibilità e attenzione alle problematiche sociali. Dal 2018 Prima Bio ha attivato una filiera etica in collaborazione con l’associazione NoCap, credendo fortemente che il lavoro dei braccianti sia indispensabile per garantire qualità e che vada sempre rispettato, senza mai metterli nella condizione di scegliere tra lavoro e dignità.
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