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DROGA PER FINANZIARE IL CLAN LI BERGOLIS: CHIESTI 27 ANNI PER MIUCCI, IANNOLI E IL PENTITO PETTINICCHIO

Condanna ridotta per il collaboratore di giustizia: “Confermai tutto, la cocaina serviva a pagare gli stipendi e sostenere la vedova di Girolamo Perna”.

Una cocaina pagata 65mila euro al chilo, l’uso dei telefonini in cella per tenere in piedi i legami con l’esterno, e l’ombra pesante della mafia garganica dietro a una partita di droga sequestrata a Vieste nel marzo 2021. Sono queste le coordinate della requisitoria bis tenutasi davanti al Tribunale di Foggia nel processo a carico di Enzo “U’ Criatur” Miucci, 42 anni, di Monte Sant’Angelo, considerato a boss reggente del clan Li Bergolis-Miucci-Lombardone; Claudio Iannoli, 49 anni detto “Cellin”, di Vieste, ritenuto a capo della batteria Perna-Iannoli; e Matteo Pettinicchio, 40 anni, ex braccio destro di Miucci e primo pentito del clan dei montanari.

Per Miucci e Iannoli, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Ettore Cardinali, ha ribadito la richiesta di 12 anni di reclusione ciascuno; mentre per Pettinicchio ha ridotto la richiesta a 3 anni e 2 mesi, tenendo conto della collaborazione con la giustizia.

I tre garganici sono imputati per traffico di droga con l’aggravante mafiosa, perché – secondo l’accusa – il sequestro dell’etto di cocaina a Vieste il 4 marzo 2021 sarebbe direttamente riconducibile a un’operazione destinata a sostenere economicamente il clan Li Bergolis, e i suoi alleati viestani. I tre furono arrestati il 14 luglio 2023 dai carabinieri su ordine della DDA, mentre erano già in carcere per altri reati. A incastrarli sarebbero state le intercettazioni ambientali e telefoniche, effettuate durante la loro detenzione nei penitenziari di Terni (Miucci e Iannoli) e Lanciano (Pettinicchio), che rivelarono l’esistenza di un canale diretto per la gestione del traffico di droga. Oggi Miucci si trova a Sassari.

Il processo, iniziato il 5 dicembre 2023, ha avuto un’accelerazione dopo la collaborazione di Pettinicchio, che ha confessato e tirato in ballo i due coimputati. La prima requisitoria del pm risale allo scorso 3 dicembre, quando le richieste erano identiche per tutti e tre gli imputati. La nuova posizione processuale del pentito ha spinto la procura a ridurre significativamente la pena richiesta nei suoi confronti.

Gli avvocati difensori hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti, ritenendo le intercettazioni non sufficienti a dimostrare la responsabilità penale nello smercio di droga e definendo le dichiarazioni del pentito “inattendibili e autoreferenziali”. Il legale di Pettinicchio ha chiesto invece il minimo della pena per il proprio assistito, sottolineando la sua scelta di collaborazione con la giustizia.

Nel suo interrogatorio, Matteo Pettinicchio non ha avuto esitazioni: “Le intercettazioni a nostro carico sono chiare. Avevamo telefonini in cella per tenerci in contatto. Davide Carpano mi disse che aveva preso accordi con Miucci quando era ancora libero: la cocaina doveva costare 65mila euro al chilo. L’approvvigionamento dei 100 grammi sequestrati a Vieste credo sia stato concordato tra Miucci e Iannoli già mentre erano detenuti. Miucci mi spiegò che la droga serviva a pagare gli stipendi a Claudio Iannoli e al cugino Giovanni ‘Smigol’ Iannoli, oltre a fare un regalo alla vedova di Girolamo Perna, ucciso nella faida contro i Raduano”.

In questo stesso procedimento, sono già stati giudicati con rito abbreviato i fratelli viestani Davide e Mario Carpano, condannati rispettivamente a 8 anni e 5 anni e 4 mesi.

La requisitoria del pm Cardinali si è chiusa con la conferma dell’impianto accusatorio e l’indicazione di un quadro investigativo ritenuto coerente e rafforzato dalla confessione del collaboratore. A decidere, ora, sarà il collegio giudicante del Tribunale di Foggia.